Il 2 giugno e l’Assemblea costituente

Le due Guerre Mondiali

Durante la Prima guerra mondiale l’Arma dei Carabinieri ha pagato il suo tributo di sangue (1423 caduti e 5245 feriti). Per il suo eroismo nel corso delle varie battaglie, nel 1920 fu insignita della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Nel primo dopoguerra (1921) i Carabinieri costituiscono i “Battaglioni mobili”, reparti specializzati per affrontare situazioni in cui l’ordine pubblico è minacciato da folle di dimostranti turbolenti.
Salito al potere Mussolini le competenze dei Carabinieri furono notevolmente limitate: il Duce non si fidava dell’Arma, la cui fedeltà al Re era fuori discussione, e per questo sciolse i “Battaglioni mobili” e relegò l’attività dei Carabinieri per lo più nelle zone rurali. Nello stesso tempo, Mussolini creò, a immagine e somiglianza dei Carabinieri, la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
I Carabinieri, come tutto l’esercito italiano, parteciparono a pieno titolo anche alle campagne coloniali fasciste (Eritrea, Abissinia, Somalia). Per il valore dimostrato, alla Bandiera dell’Arma fu concessa la prima Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia.

Nel corso della Seconda guerra mondiale, molti furono gli atti di eroismo dei Carabinieri. Gli esempi di abnegazione individuali sono innumerevoli, alcuni tra i tanti Giuseppe Plado Mosca, il Capitano Dante Jovino e il Tenente Salvatore Pennini, si distinsero nella Campagna di Russia. Al ritorno in patria fu loro concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare, poiché – come si legge nella motivazione:

«Seppur vinti materialmente, dimostrarono che si poteva restare imbattuti, anzi vittoriosi nel campo dell’onore»

Salvo D’Acquisto, Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti, Vittorio Marandola si offrirono al plotone di esecuzione tedesco per salvare la vita di ostaggi civili. Giotto Ciardi si distinse nella Resistenza e nella lotta di Liberazione.
Gli eroi dell’eccidio di Malga Bala, sono invece un gruppo di Carabinieri torturati e poi uccisi da unità paramilitari slave o italiane filo-slave nel marzo 1944. Si racconta che a uno di loro, Primo Amenici, squarciarono il petto per mettergli nel cuore la foto dei suoi cinque figli.
Per il contributo alla Resistenza, il 2 giugno 1984 alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri è stata concessa la terza Medaglia d’Oro al Valor Militare.

A guerra conclusa i Carabinieri si distinsero nella lotta quotidiana per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica e, soprattutto, nella sfida al terrorismo separatista altoatesino (con una speciale Compagnia Antiterrorismo a Nord) e siciliano (con il Corpo Forze Repressione Banditismo). Nel solo 1946 furono uccisi in servizio 101 Carabinieri e altri 757 rimasero feriti.

2 GIUGNO

Il 2 giugno è una data storica per il nostro Paese. Dopo una guerra sanguinosa e vent’anni di regime totalitario, il 2 giugno 1946 l’Italia è chiamata ad un doppio compito: esprimersi sulla forma dello Stato (monarchico o repubblicano) e votare i partiti che saranno rappresentati all’Assemblea Costituente. Dopo molto tempo gli italiani tornano a votare democraticamente.
Il 2 giugno è anche l’anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi.

MONARCHIA E REPUBBLICA

Entrambe sono forme di governo, diverso è il ruolo del popolo in rapporto al capo di governo. Nella monarchia il potere e le scelte sono concentrate su un solo sovrano (come il re) e il popolo è suddito, nella repubblica la sovranità appartiene al popolo.

LA MONARCHIA

È una forma di governo in cui il potere è attribuito a un unico soggetto, il monarca.
Il potere del monarca termina nel momento in cui questo muore o decide di abdicare in favore di un suo successore (scelto dal monarca stesso, e non dal popolo). La successione nelle monarchie è pertanto, quasi sempre, di tipo dinastico.

Esistono differenti tipi di monarchia:
•la Monarchia Assoluta, in cui unico amministratore di tutti i poteri è il sovrano;
• la Monarchia Costituzionale, in cui il potere del monarca è limitato da una Costituzione;
• la Monarchia Parlamentare, in cui a fianco del sovrano vi è un Parlamento eletto dal popolo che esercita il potere legislativo.

LA REPUBBLICA

La parola repubblica deriva dal latino res publica, ovvero “cosa pubblica“. Questa forma di governo, infatti, fonda la sua struttura sulla sovranità del popolo che elegge i suoi i rappresentanti.

L’incarico ha un tempo determinato e i poteri sono distinti:
il Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) esercita il potere legislativo,
il Governo (Ministri) il potere esecutivo e
la Magistratura il potere giurisdizionale.
Al termine del mandato, tramite elezioni il popolo sceglie nuovamente i propri rappresentanti del Parlamento.

Esistono vari tipi di Repubblica:
• la Repubblica Parlamentare, esistente in Italia, in cui il Parlamento è eletto dal popolo e ha la maggiore autorità, in quanto è suo compito concedere o meno la fiducia al Governo ed eleggere il Presidente della Repubblica;
• la Repubblica Presidenziale, esistente negli Stati Uniti, in cui è il Presidente eletto dal popolo, a esercitare il potere esecutivo;
• la Repubblica semi-presidenziale, esistente in Francia, in cui il Governo riceve la fiducia sia dal Presidente della Repubblica che dal Parlamento, entrambi eletti dal popolo.

 

Per la prima volta sono ammesse al voto anche le donne.

Il 2 febbraio 1945, pochi mesi prima della conclusione del secondo conflitto mondiale, con il Nord ancora sottoposto all’occupazione tedesca, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi, emanò il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle donne italiane che avessero almeno 21 anni, uniche escluse le prostitute schedate che lavoravano al di fuori delle case chiuse, dove era loro concesso di esercitare la professione.
Il decreto Bonomi tuttavia non faceva menzione dell’elettorato passivo: cioè della possibilità, per le donne, di essere votate.
Il successivo decreto n. 74 datato 10 marzo 1946 sanciva l’eleggibilità delle donne italiane. Da questa data in poi le donne potevano considerarsi cittadine con pieni diritti.

Con il Referendum istituzionale del 2 giugno il popolo italiano scelse la Repubblica.

Il Consiglio dei ministri conferì al presidente Alcide De Gasperi le funzioni di Capo provvisorio dello Stato repubblicano.

Il re Umberto II, divenuto sovrano un mese prima in seguito all’abdicazione del padre Vittorio Emanuele III, accetta il verdetto e lascia l’Italia con la sua famiglia. Per i Savoia inizia un lungo esilio.
Una volta sciolto il giuramento di fedeltà al re, il Corpo dei Carabinieri Reali viene subito inquadrato nell’Esercito italiano e rinominato Arma dei Carabinieri.

La festa nazionale della Repubblica con la Legge n.54 del 5 marzo 1977 fu soppressa e posticipata alla prima domenica di giugno.
Nel 2001 l’allora capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi fa sì che si ripristini la ricorrenza come giorno festivo con la legge 20 novembre 2000, n. 336 “Ripristino della festivita’ nazionale del 2 giugno, data di fondazione della Repubblica“.

L’ASSEMBLEA COSTITUENTE

Il 25 giugno 1946 si insedia l’Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza. Come suo primo atto il 28 giugno elegge, al primo scrutinio, Enrico De Nicola come Capo Provvisorio dello Stato, il quale a sua volta conferisce ad Alcide De Gasperi l’incarico di formare il primo Governo della Repubblica Italiana.

L’Assemblea Costituente ha il compito di redigere la nuova Costituzione.
Nomina al suo interno una Commissione composta di 75 membri, incaricati di stenderne il progetto generale, che viene definitivamente approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947.

Con l’entrata in vigore della nuova Costituzione della Repubblica, in base alla I Disposizione transitoria, De Nicola assume dal 1º gennaio 1948 le funzioni di Presidente della Repubblica.
Il 12 maggio dello stesso anno è Luigi Einaudi il primo Presidente della Repubblica italiana ad essere eletto secondo il dettato della Costituzione.

Nel 1949, il pontefice Pio XII proclama la Madonna Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, fissando al 21 novembre la ricorrenza (anniversario della Battaglia di Culquaber, Abissinia, l’attuale Etiopia).

 

 

Nel suo continuo processo di adeguamento per contrastare la criminalità organizzata, l’Arma dei Carabinieri nel corso degli anni ha creato nuclei specializzati nei diversi tipi di reato.
Anche la lotta alla delinquenza comune, a quella organizzata e al terrorismo ha prodotto numerose vittime, tra tutti il maresciallo Felice Maritano, simbolo della lotta al terrorismo e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa simbolo della lotta alla Mafia.

Tra gli altri compiti dei Carabinieri anche il soccorso della popolazione vittime di catastrofi naturali. Proprio in queste occasioni i Carabinieri si sono distinti guadagnandosi spesso medaglie al Valor Civile.
Non meno importanti le partecipazioni alle missioni all’estero. Anche in questo tipo di attività il debito di sangue è stato notevole, come in occasione della strage di Nassiriya del novembre 2003 durante la Seconda guerra del Golfo. L’Italia partecipa alla missione denominata “Antica Babilonia” fornendo forze armate dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. La missione italiana è un’operazione militare con finalità di peacekeeping.

Difficile poter citare tutti gli episodi in cui i Carabinieri sono stati coinvolti in quasi due secoli di attività. A tutti coloro che hanno perso la vita in servizio e a chi ha svolto con tenacia e determinazione il proprio compito – anche senza ottenere particolari citazioni se non la soddisfazione di aver fatto il proprio dovere – va la riconoscenza di tutti noi italiani.


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di Roberto Russo


Che gioia avere una Costituzione scritta
da persone che hanno amato tanto questo paese
da riuscire a proteggerlo anche dopo che sono morti.

Sabina Guzzanti

 

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