Conta tantissimo, per me, il giudizio delle persone. E anche se la maggioranza è entusiasta, io tengo in considerazione i pochi che mi attaccano.
Molto spesso mi chiedo per quale motivo la gente continui a seguirmi e mi voglia bene.
Ci sono per esempio dei miei coetanei che quando sentono parlare di computer dicono “per carità, mi spaventa”. Io invece ho la curiosità di conoscere ciò che mi circonda.
La mia passione per il computer è autentica. Tutte le mattine controllo la posta, rispondendo a tutti i fan che mi scrivono. Io sono disponibile con gli altri perché gli altri lo sono stati con me.
Wilma De Angelis
Wilma De Angelis, una delle regine della Musica leggera italiana indiscutibilmente dotata di una gran bella voce, debutta giovanissima nei locali lombardi.
Pian piano si fa conoscere e nel 1956 vince il titolo di “Reginetta del Jazz italiano” a Boario Terme interpretando brani come My Funny Valentine, Summertime, A Foggy Day.
L’anno successivo partecipa al Festival Jazz di Sanremo, in programma una settimana prima del Festival di Sanremo. Viene notata da William Galassini, compositore e direttore d’orchestra italiano, che le propone di realizzare una serie di spettacoli radiofonici che verranno trasmessi dalla RAI. È il 1957 e la Philips le offre un contratto discografico.
Accanto a nomi importanti della musica italiana, come Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Mina, Tony Renis, Miranda Martino, nel 1958 partecipa alla Sei giorni della Canzone di Milano, festival sottotitolato “Cento canzoni per cento cantanti” abbinato alla competizione ciclistica Sei giorni.
L’anno successivo con il brano Nessuno debutta al Festival di Sanremo e ottiene una grande popolarità che le apre la strada ad altri festival italiani come quello di Napoli, di Vibo Valentia, al Festival del Musichiere, e al grande varietà televisivo raggiungendo un grande successo e conquistando con i suoi brani le classifiche discografiche negli anni 60 e 70.
Nel 1979 nasce una collaborazione artistica con Paolo Limiti, direttore artistico di Telemontecarlo, che la vedrà conduttrice per lunghi anni di alcune rubriche culinarie seguitissime dal pubblico televisivo, ospitando e intervistando anche numerosi vip dello spettacolo e della politica.
Negli anni 80 continua la sua carriera di cantante e la sua partecipazione a trasmissioni nelle varie emittenti televisive. Visto il suo successo come conduttrice di programmi di cucina comincia anche a pubblicare libri di ricette.
Nel 1994 Wilma De Angelis è autrice di una serie intitolata In cucina con Wilma De Angelis e la serie In cucina con fantasia pubblicata dalla De Agostini – Idea donna, con interessanti ricette facili e di varia difficoltà, regionali ed estere e di alta cucina.
Negli anni 2000 continua la sua attività di scrittrice e conduttrice lanciandosi in varie trasmissioni TV, partecipando come attrice anche a sceneggiati televisivi e in alcuni film, tra cui Femmine contro maschi del 2011 per la regia di Fausto Brizzi.
Nel 2010 partecipa al programma serale di Rai Uno “Ciak si Canta”, un varietà ideato da Gianni Ippoliti, in cui arriva inaspettatamente in finale con un divertente videoclip, in cui ripropone in modo spiritoso ma anche significativo il brano “Nessuno” in duetto con Mina del 1959.
Nessuno – Wilma De Angelis (1959)
Con questo brano Wilma De Angelis ha debuttato al Festival di Sanremo nel 1959. Un brano longevo, tanto che, se ancora non ero nata, me lo ricordo benissimo.
A quel tempo, come oggi, si usava molto interpretare le canzoni italiane di altri cantanti, Wilma stessa ne incise molti in 45 giri per la casa discografica Philips destinati al mercato estero. Così Mina volle reinterpretare questo brano dandogli un ritmo più swing e pare che tale stravolgimento non andò tanto a genio a Wilma, ma se ne fece una ragione e con lo spirito che la contraddistingue la cantò esibendosi in duetto con Mina, quando partecipò a Canzonissima nello stesso anno.
Wilma De Angelis mi è sempre piaciuta, è una persona garbata e molto professionale, a volte anche un po’ birichina 😉 sa come prendere la vita nel modo giusto mettendosi spesso in gioco. Sempre con un gran sorriso, è una figura molto rassicurante. Si dice di lei che sia una persona molto generosa e premurosa e questo, in un mondo molto competitivo come quello dello spettacolo, le fa veramente onore.
Dal punto di vista della cucina mi ricordo in particolare una ricetta, in cui consigliava in TV come riciclare il salmone affumicato avanzato dalla festa di Capodanno, quando ancora di riciclare non se ne parlava proprio. Personalmente ho molto apprezzato la serie In cucina con Wilma De Angelis e In cucina con fantasia essendo monotematici e prontamente consultabili, in particolare della prima Pesci e frutti di mare, della seconda il volume dedicato ai Primi piatti, quello a Le verdure, e quello ai Pesci, crostacei e molluschi.
Triglie alla catalana
Ingredienti: per 6 persone
6 triglie, possibilmente di scoglio, non troppo grosse (100 gr ciascuna)
500 gr di pomodori pelati in scatola
2 peperoni dolci
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di prezzemolo tritato
2 dl di olio d’oliva
un pizzico di semi di finocchio
1 cucchiaio di farina bianca
2 cucchiai rasi di pane grattugiato
sale e pepe
Preparazione:
Pulite le triglie dalle interiora, squamatele e lavatele molto bene.
Preparate i peperoni togliendo i semi e i filamenti interni, la pellicina esterna e tagliateli a striscette.
Infarinate leggermente le triglie.
Mettete in una casseruola l’olio, quando sarà caldo fate rosolare le triglie da ambo le parti. Toglietele e tenetele in caldo.
Scolate i pomodori, tagliateli a pezzetti. Mettete l’olio rimasto nella padella con l’aglio e fatelo dorare, quindi eliminatelo; unite i peperoni, lasciateli rosolare per dieci minuti, toglieteli e mettete i pomodori, sale e pepe. Fate cuocere per circa 20 minuti.
Disponete in una pirofila metà del composto di pomodori, sistematevi le triglie una accanto all’altra, cospargete coi semi di finocchio e su questi disponete i peperoni a striscette.
Coprite con il composto di pomodori rimasto, cospargete la superficie con pane grattugiato e prezzemolo tritato.
Passate la pirofila in forno a 180°C per circa 10 minuti.
Servite nel recipiente di cottura.
I semi di finocchio conferiscono a questa pietanza un sapore insolito; se non vi fosse gradito potete eliminarli e il piatto risulterà ugualmente molto gustoso. Le triglie così preparate vengono solitamente servite con riso pilaf.
Vini consigliati:
Rosé di Bolgheri (Toscana) servito a 12°C
Vesuvio rosso (Campania) servito a 16°C
Sherry Manzanilla (Andalusia, Spagna) servito a 12°C
Tratto da: In cucina con Wilma De Angelis – Pesci & frutti di mare
LA TRIGLIA
La triglia di scoglio (Mullus Surmuletus) è un pesce molto gustoso e pregiato apprezzato fin nell’antica Grecia e dagli antichi romani per il suo sapore intenso e saporito.
Appartenente alla famiglia delle Mullidae si distingue dalla triglia di fango chiamata “Mullus barbatus” per ambiente, colore, abitudini (come difesa tende a nascondersi nei fondali sabbiosi per mimetizzarsi), è diverso anche il prezzo che risulta più basso per quella di fango, che è comunque buona purchè sia fresca e ben pulita.
È un pesce delicato, la pelle si rompe facilmente e quindi va maneggiato con cura, richiede una cottura molto breve così da mantenere il suo profumo di mare. L’unico inconveniente è che è ricca di spine, ma la pazienza nel toglierle è nettamente ricompensata dal loro sapore impareggiabile.
La triglia si trova e viene consumata sia a Nord che a Sud Italia e si presta a molte preparazioni: in umido, impanata e fritta, a vapore, al cartoccio, arrosto, è speciale e indispensabile nelle zuppe di pesce.
Per approfondire: Triglia di scoglio – Mercato ittico di Chioggia