Muhammad e l’Islam

L’Islam nasce nella penisola araba nel 7° sec. per opera del profeta Maometto. Islam è una parola araba che significa pace, purezza, accettazione ed impegno.

La religione Islamica è sia religione, sia stile di vita, è la completa accettazione degli insegnamenti e della guida di Allah (Dio).

Il Musulmano è colui che accetta liberamente e volontariamente il supremo potere di Allah e si sforza per la totale riorganizzazione della propria vita secondo gli insegnamenti rivelati da Allah.
Egli lavora anche verso il raggiungimento di un ordine sociale giusto, il quale dovrebbe riflettere totalmente la guida di Allah.

In che cosa credono i Musulmani? In un Unico Dio, negli Angeli da Lui creati, nei Profeti grazie ai quali il suo verbo è stato rivelato all’umanità; nel Giorno del Giudizio quando ciascuno di noi verrà giudicato individualmente a seconda del proprio operato; nell’autorità suprema di Dio sul destino degli uomini, e nella vita dopo la morte. I Musulmani credono nella concatenazione dei profeti che inizia con Adamo e comprende Noè, Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Giobbe, Mosè, Aronne, Davide, Salomone, Elia, Giona, Giovanni Battista e Gesù. Ma il messaggio finale di Dio all’uomo, conferma del messaggio eterno e compendio di tutto ciò che è stato, fu rivelato al Profeta Muhammad (Maometto), attraverso l’Arcangelo Gabriele.

Il Corano è la testimonianza delle parole rivelate da Allah attraverso l’Arcangelo Gabriele al Profeta Muhammad. Memorizzato da Muhammad e dettato ai suoi Compagni, la sua scrittura venne affidata agli scribi che ne riscontrarono l’esattezza mentre il Profeta era in vita. Non una parola di quelle che compongono i 114 capitoli, le Sure, è stata cambiata nel corso dei secoli, e di conseguenza il Corano è l’unico, miracoloso testo rivelato a Muhammad quattordici secoli fa.

Muhammad

Muhammad nacque nella città di La Mecca nel 570, in un’epoca in cui il Cristianesimo non si era ancora pienamente stabilito in Europa. Poichè il padre morì prima della sua nascita e non molto tempo dopo venne a mancare anche la madre, Muhammad fu allevato da uno zio della stimata tribù dei Quraysh. Crescendo si fece notare per il suo grande amore per la verità, per la generosità e per la sincerità, tanto da essere spesso consultato per la sua abilità nel dirimere le dispute. Gli storici lo descrivono come un uomo calmo e riflessivo. Muhammad era una persona profondamente religiosa, e detestava la decadenza dei costumi. Di tanto in tanto aveva l’abitudine di ritirarsi a meditare nella Grotta di Hira, nei pressi della vetta di Jabal al-Nur, la Montagna della Luce, vicino a La Mecca.
All’età di quarant’anni, mentre si trovava in ritiro spirituale, Muhammad ricevette da Allah la prima rivelazione, attraverso l’Arcangelo Gabriele. Tale rivelazione che continuò per ventitré anni, è nota come il Corano. Non appena iniziò a recitare le parole che aveva udito da Gabriele e a predicare la verità che Dio gli aveva rivelato, Muhammad insieme al piccolo gruppo dei suoi seguaci subì una serie di persecuzioni, che divennero così dure che Dio impartì al gruppo l’ordine di emigrare. Questo evento, l’Hijra, che significa letteralmente migrazione, sta a indicare il momento in cui Muhammad e i suoi seguaci lasciarono La Mecca per recarsi nella città di Medina circa 400 chilometri a nord, e segna l’inizio del Calendario Musulmano. Dopo parecchi anni il Profeta e i suoi seguaci poterono far ritorno a La Mecca, dove perdonarono i loro nemici e posero le basi dell’Islam. Prima che il Profeta morisse, all’età di 63 anni, gran parte dell’Arabia era musulmana, e già a un secolo dalla sua morte, l’Islam si era diffuso in Spagna e in Occidente.

 

L’Islam trae le sue origini da Ismaele figlio del patriarca Abramo. Ismaele che ebbe 12 figli ritenuti i progenitori delle tribù arabe, secondo la tradizione morì a La Mecca e ivi fu sepolto, nel luogo della Ka’ba (luogo di preghiera) verso la quale i Musulmani si rivolgono quando pregano.

Una delle ragioni della rapida e pacifica diffusione dell’Islam sta nella semplicità della sua dottrina: l’Islam insegna ad avere fede e adorare un Unico Dio. L’Islam inoltre insegna all’uomo il buon uso del potere dell’intelletto e della capacità di riflessione. Nel volgere di pochi anni nacquero grandi civiltà e università, poiché secondo il Profeta l’approfondimento della conoscenza è un dovere per ogni Musulmano, uomo o donna che sia. La sintesi del pensiero orientale e di quello occidentale e una nuova concezione della tradizione, permisero grandi progressi in campi quali la medicina, la matematica, la fisica, l’astronomia, la geografia, l’architettura, l’arte, la letteratura e la storia. Molti sistemi, di importanza cruciale, quali l’algebra, i numeri arabi, nonché il concetto di zero (vitale per lo sviluppo del pensiero matematico), furono trasmessi dall’Islam all’Europa del Medioevo. Furono messi a punto sofisticati strumenti che resero possibili i lunghi viaggi europei di scoperta, come ad esempio, l’astrolabio, il quadrante e accurate carte per la navigazione.

“Nessuno di voi è un vero credente
finché non desideri per i suoi fratelli ciò che desidera per sé”.

“Colui che mangia a sazietà
mentre il suo vicino è senza cibo non è un credente”.

“Un uomo che percorreva un sentiero fu assalito dalla sete. Raggiunto un pozzo vi si calò dentro, bevve a sazietà e ne uscì. Poi vide un cane con la lingua penzolante, che cercava nel fango qualche goccia per placare la sua sete. L’uomo, accortosi che il cane era assetato come lo era stato lui poco prima, discese di nuovo nel pozzo, riempì la sua scarpa d’acqua e fece bere il cane. Dio perdonò i suoi peccati per questa azione”.

I cinque pilastri dell’Islam

Sono la base della vita musulmana, specifici atti di adorazione che forniscono la struttura della vita spirituale. In breve sono:

Fede: non vi è alcun Dio al di fuori di Allah e Muhammad è il suo Profeta.

Preghiera: Salat è il nome delle preghiere obbligatorie che si recitano cinque volte al giorno e che costituiscono il legame diretto tra il credente e Dio. Non esistono autorità gerarchiche, né preti nell’Islam, di conseguenza la guida delle preghiere è affidata a una persona che conosca il Corano, scelta dalla congregazione.

La Zakat (elemosina): tutte le cose appartengono a Dio e quindi la ricchezza è data in affidamento al genere umano. La parola Zakat significa sia purificazione, sia crescita. I nostri averi sono purificati mettendo da parte una porzione di essi per i bisognosi e, come avviene quando si pota una pianta, questo taglio consente una nuova crescita.

Digiuno: ogni anno, durante il mese di Ramadan tutti i Musulmani digiunano dall’alba al tramonto, astenendosi da cibo, bevande e rapporti sessuali. Il digiuno insegna amore, sincerità e devozione; sviluppa una seria coscienza sociale, la pazienza, l’altruismo e la forza di volontà.

Il pellegrinaggio a La Mecca (l’Hajj): è un dovere per tutti coloro che sono in grado di adempierlo sia fisicamente, sia economicamente. Rappresenta anche un’opportunità unica di incontro tra individui di diverse nazionalità. I pellegrini devono indossare indumenti semplici che cancellano ogni distinzione sociale e culturale, affinché tutti siano uguali davanti a Dio.

L’Islam è tollerante verso le altre fedi, la storia è ricca di esempi di tolleranza da parte dei Musulmani nei confronti di altre religioni.

La famiglia è il fondamento della società islamica. La pace e la sicurezza date da una stabile unità familiare sono molto apprezzate e sono considerate essenziali per la crescita spirituale dei suoi membri.

La donna musulmana: non viene fatta alcuna discriminazione sulla base del sesso, ma l’Islam fa comprendere che la sfera delle capacità potenziali, e dunque delle responsabilità degli uomini e delle donne sono di per se stesse egualmente importanti ma non esattamente identiche. I ruoli degli uomini e delle donne sono complementari gli uni con gli altri.

“Il più perfetto nella fede tra tutti i credenti è colui il quale tratta la propria moglie con i modi più gentili.”

Il matrimonio musulmano: non è un sacramento, ma un semplice accordo legale, nel quale ogni partner è libero di includere clausole. Gli usi in tale ambito variano molto da paese a paese. Il divorzio non è comune, anche se non è proibito, essendo considerato come estrema risorsa. Secondo l’Islam, nessuna ragazza musulmana può essere indotta a sposarsi contro la sua volontà: i suoi genitori le potranno semplicemente suggerire i giovani da essi ritenuti più idonei. Le circostanze possono richiedere di dover prendere un’altra moglie, ma il diritto viene accordato, secondo il Corano, solo a condizione che il marito sia un uomo scrupolosamente equo.

I simboli religiosi dell’Islam

IL VELO ISLAMICO

Il velo islamico non può considerarsi un simbolo religioso ma un oggetto di manifestazione di appartenenza al credo musulmano.
Il velo assume il significato di esprimere, persino nell’abbigliamento, la propria vocazione religiosa. Quando parliamo del velo, lo Hijab, intendiamo quel foulard, di vari colori e grandezze, che copre il seno, il collo e il capo, nascondendo i capelli ma lasciando libero il volto per intero.  L’obbligo di portare il velo è legato ai momenti rituali e all’ingresso nei luoghi sacri ed è ottemperato dal Corano anche come segno di umiltà (coprire i propri ornamenti) e invito al rispetto da parte dell’uomo verso la donna. La scelta di estendere questo obbligo a tutti gli altri aspetti dell’esistenza è un fatto personale che riguarda esclusivamente la donna. L’atto simbolico di velarsi, così come per l’uomo quello di portare l’abito tradizionale, rappresenta la volontà di esprimere anche esteriormente la propria vocazione religiosa. L’abbigliamento è quindi un simbolo e ha una precisa corrispondenza con la propria disposizione interiore.

Nota Bene: anche nelle tradizioni cristiano-cattoliche in passato era d’uso portare il velo nei luoghi sacri in segno di riverenza. Tutt’ora è richiesto un abbigliamento adeguato sia per gli uomini che per le donne, aspetto spesso ignorato o disatteso.

Esistono diversi tipi di veli e ognuno è fortemente legato all’area di appartenenza geografica della donna. Infatti, al variare dell’area geografica le donne vengono educate o obbligate a portare il velo caratteristico del luogo. I tipi di veli si differenziano sia nel colore che nelle dimensioni.

CHADOR (Iran):

generalmente nero,
indica sia un fazzoletto sulla testa, sia un mantello su tutto il corpo.

 

NIQAB (Arabia Saudita):

generalmente nero,
ammanta l’intera figura, con una fessura all’altezza degli occhi.

 

BURQA (Afghanistan):

Per lo più azzurro, nasconde tutta la figura, con una griglia all’altezza degli occhi. Il suo uso non è considerato dall’Islam o nel Corano, ma trova le sue origini nel periodo preislamico.

I TAPPETI

La preghiera quotidiana è uno dei cinque pilastri dell’Islam, fondamentale nella vita del musulmano, il quale può pregare all’aperto o dentro una casa purché il terreno sia delimitato da qualche oggetto (tappeto, stuoia, mantello, sassi) e sia puro.
Una delle massime manifestazioni artistiche del mondo musulmano è rappresentato dal tappeto che riveste un ruolo fondamentale nel mondo islamico: il suo compito è quello di impedire il contatto diretto tra il suolo, impuro, e il fedele impegnato nella preghiera. I pavimenti delle moschee infatti sono interamente ricoperti da tappeti e il fedele vi entra scalzo.
L’impiego dei tappeti per questo uso risale ai primi tempi dell’Islam, ed è sempre di quei tempi la tradizione di donare tappeti alle moschee.

LA MOSCHEA

La moschea, che è luogo di culto per i musulmani, non è altro che la riproduzione, sebbene in scala più vasta, della casa araba con cortile abitata da Muhammad.
E’ caratterizzata dal minareto, in arabo “Manar”, letteralmente “faro”. E’ la torre alta e slanciata, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il “Muezzin” cinque volte al giorno invita alla preghiera, mediante un richiamo rituale salmodiato (adhān), i fedeli di Allah. Il minareto simboleggia l’unicità di Dio e ad alcuni musulmani ricorda la lettera diritta alif, con la quale comincia il nome di Allah.
Per il musulmano tutte le cose sono Vestigia Dei, simboli della presenza e della volontà divina: la luce metallica che brilla sul minareto gli ricorda che Dio, secondo il Corano, è la luce del cielo e della terra. Al-manara, significa in arabo “il luogo della luce”, ed è anche il luogo da cui si dirama la parola, che illumina l’anima come la luce scaccia le tenebre.
Questi luoghi di culto sono ornati da motivi geometrici arabeschi e raramente da piante ed animali stilizzati; sono privilegiati i caratteri della scrittura, mentre è vietata la rappresentazione della divinità.

In parte tratto dal lavoro di Ylenia Filippelli e Marilisa Granieri

Per approfondire: Conoscere i musulmani

«Làsciati invitare ad una preghiera con lui,
portalo una volta ad un tuo rito.
Ciò non ti allontanerà dal cristianesimo,
approfondirà al contrario il tuo essere cristiano.
Non avere paura dell’estraneo»

Carlo Maria Martini

 

IL SUFISMO

Espressione mistica ed essenza dell’Islam

 

POSSIAMO VIVERE CON L’ISLAM?

Il confronto fra la religione islamica e
le civilizzazioni laiche e cristiane

 

WAHHABISMO e SHARI’A

 

 

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