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Il lago di Misurina è un lago alpino che si trova a 1.754 m s.l.m., conosciuto come la “Perla del Cadore” essendo circondato da meravigliose vette, tra le più famose delle Dolomiti Orientali, quali:
le Tre Cime di Lavaredo, uno dei gruppi montuosi dolomitici più suggestivi e imponenti,
i Cadini gruppo montuoso con elevati ed estesi avvallamenti, chiamati ciadìn in cadorino, che significa appunto catino, vallone,
il Sorapiss e il Cristallo i due principali gruppi delle Dolomiti Ampezzane.
Il suo lago è il bacino d’acqua naturale più grande del Cadore, una regione storico-geografica italiana.
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Nella stagione invernale la superficie del lago ghiaccia completamente, rendendo possibile e meraviglioso pattinare all’aperto. In genere raggiunge uno spessore tale da consentire il tradizionale Torneo di Polo a cavallo che si tiene fin dal 1991, un appuntamento d’obbligo per gli appassionati della disciplina.
La neve qui cade così abbondante da renderlo un luogo adatto a chi pratica lo sci, specie sulle piste del comprensorio Auronzo-Misurina. Numerosi sono i sentieri da percorrere con le ciaspole o con gli sci da fondo fino a raggiungere i rifugi alpini che offrono una calda ospitalità.
Una bella gita in slitta trainata da cavalli riporterà i più romantici indietro nel tempo, quando era l’unica maniera per spostarsi nella zona durante i freddi inverni.
La purezza dell’aria e il clima lacustre sono un vero toccasana per chi soffre di asma, di altri disturbi dell’apparato respiratorio e di allergie, specie per i bambini e gli adolescenti, ma anche per gli adulti tanto che la zona si è guadagnata l’appellativo di “oasi del buon respiro”.
Non a caso sulle rive del lago di Misurina, con il Sorapiss alle spalle si affaccia l’Istituto Pio XII, unico centro in Italia per la cura dell’asma infantile.
Storia dell’Istituto Pio XII
Sorto nel 1896 come un lussuoso Grand Hotel, ebbe tra i primi ospiti la Regina Margherita di Savoia che vi si recò poco dopo la morte del marito, Re Umberto. Divenne quindi residenza estiva dei reali d’Italia.
Durante la Prima guerra mondiale l’hotel ospitò il Comando militare italiano.
Nel secondo dopoguerra una volta messo in vendita, venne acquistato nel 1949 dal padre benedettino Paolino Beltrame Quattrocchi per conto della Diocesi di Parma al fine di poter accogliere un alto numero di bambini bisognosi.
Quello che diverrà il Villaggio Alpino Pio XII rientrava infatti nel progetto di una rete di colonie POA.
Nel 1959 il villaggio diventò un preventorio antitubercolare destinato a ospitare soggetti predisposti o particolarmente esposti alla tubercolosi, al fine di sottrarli al contagio e di sottoporli a trattamenti preventivi (vaccinazione antitubercolare, alimentazione adeguata, climatoterapia, ecc.).
Divenne quindi una casa di cura dell’asma negli anni Settanta, e infine un Centro in alta quota che studia, cura e fa prevenzione sui disturbi del respiro.
L’Istituto Pio XII gestito dall’Opera diocesana San Bernardo degli Uberti e convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, nel corso degli anni ha accolto migliaia di ragazzi giunti da tutta Italia che hanno potuto giovarsi delle cure e del clima del luogo.
Un vero fiore all’occhiello nella rete degli ospedali pediatrici.
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Durante la bella stagione Misurina si anima dall’arrivo di escursionisti di ogni genere, da chi è alla ricerca di un po’ di tranquillità che trova tra i pascoli e i boschi di larici e abeti rossi, a chi ama salire in alta quota dove l’aria è più frizzante e godere di ampie viste panoramiche.
Ma c’è anche chi gradisce riposarsi sulle rive del lago, passeggiare lungo il perimetro o attraversarlo in pedalò, o su una barca a remi. I più arditi tentano anche una veloce nuotata, ma l’acqua è davvero fredda!
In tutte le stagioni è una delle mete dei viaggiatori on the road che percorrono La Grande Strada delle Dolomiti, un itinerario di grande fascino che attraversa il gruppo montuoso più suggestivo d’Italia da Bolzano sino a Cortina d’Ampezzo.
La Grande Strada delle Dolomiti (guidedolomiti.com)
Il turismo rappresenta una grande risorsa per il territorio, così come il patrimonio idrico per la produzione di energia idroelettrica che a suo tempo favorì l’affermarsi in tutta la zona della produzione artigianale dell’occhialeria.
Da Misurina con un servizio navetta si può raggiungere il Monte Piana (2.324 m), punto panoramico indimenticabile che ci ricorda che anche su questo territorio fu combattuta la Prima guerra mondiale.
IL MONTE PIANA
Sulla sua sommità nel 1753 passava il confine che separava la Repubblica di Venezia con l’Impero austriaco, che oggi coincide con il confine amministrativo tra il Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano.
Il Monte Piana è considerato un vero e proprio museo all’aperto, teatro del duro scontro in trincea tra il Regio Esercito italiano e l’Esercito austro-ungarico che si protrasse per oltre due anni. Grazie al lavoro degli Alpini e di alcune associazioni di volontari sono stati riportati alla luce reperti storici e restaurate trincee, postazioni militari e gallerie.
Reperti, fotografie e documenti della Grande Guerra sono custoditi anche all’interno del Rifugio “Angelo Bosi”, dedicato al maggiore del 55º Fanteria caduto in battaglia sul Monte Piana nel 1915.
Di proprietà privata venne inaugurato nel 1962, tre anni dopo a fianco del rifugio venne costruita una cappella votiva dedicata alla Madonna della Fiducia, in memoria dei soldati caduti in entrambi gli schieramenti.
Il Monte Piana per la maggior parte si trova nel comune di Auronzo di Cadore ed è all’interno del Parco Naturale Tre Cime, una delle aree naturali protette della provincia autonoma di Bolzano, che rientra nella Rete ecologica europea Natura 2000.
In località Misurina si trova il Rifugio Auronzo, traguardo memorabile di alcune tappe del Giro d’Italia, grazie anche allo splendido scenario sulle Tre Cime di Lavaredo e sulle vette circostanti.
Quella del 1968 a vincerla fu Eddy Merckx, il quale già indossava la maglia rosa che confermerà per le restanti dieci tappe.
Il Rifugio Auronzo
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Il Rifugio Auronzo si trova a quota 2.333 m, la sua costruzione venne iniziata nel 1912 in risposta ai rifugi costruiti dagli austriaci in prossimità dei confini italiani agli inizi del Novecento. Cambiò più volte nome venendo bombardato con lo scoppio della Grande guerra, ricostruito e poi distrutto da un incendio nel 1955.
Ricostruito e ampliato nel 1957 e inaugurato come “Rifugio Auronzo”, diventò presto punto di riferimento per molti alpinisti, anche di fama internazionale.
ll rifugio di proprietà del CAI, sezione di Auronzo è raggiungibile anche a piedi, e oltre a una cortese ospitalità offre anche una cucina tipica cadorina e bellunese con prodotti locali.
Misurina è una frazione di Auronzo di Cadore in provincia di Belluno, non è molto lontana da Cortina d’Ampezzo.
AURONZO DI CADORE
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Il Comune di Auronzo (866 m) è un rinomato centro turistico che si allunga nel fondovalle più lungo del Cadore: la bassa Val d’Ansiei, dal nome del torrente che la attraversa.
Il paese è delimitato a nord dalle pendici meridionali del monte Aiarnola e a sud in parte dal lago di Santa Caterina (o Lago di Auronzo), un lago artificiale alimentato dal torrente Ansiei che si è formato negli anni ’30 a seguito della costruzione della diga omonima per permettere l’operatività di una centrale idroelettrica più a valle.
Proprio in prossimità della diga vi è la chiesetta tardo-medievale di Santa Caterina di Alessandria che da il nome al lago, dove è possibile praticare la canoa, il kayak e il dragonboat.
Sul lago si disputavano le gare del Gran Premio Motonautico del Cadore, ancora oggi si tengono diverse competizioni sportive tra cui i Campionati di canoa-kayak.
Pieve che allegra siede tra’ colli arridenti e del Piave
ode basso lo strepito,
Auronzo bella al piano stendentesi lunga tra l’acque
sotto la fósca Ajàrnola.
Così scriveva Giosuè Carducci nel 1892 componendo la sua ode “Cadore” esprimendo il suo rapimento per questa regione montana.
PIEVE DI CADORE
Pieve, capoluogo storico ed economico del Cadore si trova nei pressi del Lago di Cadore, formatosi negli anni Cinquanta in seguito alla costruzione della diga che sbarra il fiume Piave. L’infrastruttura faceva parte del complesso di dighe e centrali realizzati dalla SADE.
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Nella piazza pittoresca di Pieve di Cadore vi è il palazzo dove risiede ancora la Magnifica comunità cadorina.
Poco lontano vi è la cinquecentesca casa natale di Tiziano Vecellio, oggi un museo. Il grande pittore italiano vi nacque sul finire del 1400 per poi lasciare il Cadore ancora bambino e stabilirsi a Venezia, che era a quel tempo in uno dei suoi periodi più prosperi.
La casa di Tiziano viene citata da Franco Battiato nella canzone “Scalo a Grado”.
Tiziano, protagonista della pittura del Cinquecento, si dice che per lo sfondo di alcuni suoi dipinti si sia ispirato ai monti intorno a Pieve.
le Marmarole care al Vecellio
rifulgan, palagio di sogni,
eliso di spiriti e di fate
Giosuè Carducci, Cadore
Le bellissime Marmarole, montagne aspre e selvagge ancora regno dei camosci, fanno parte della regione dolomitica. Un tempo ospitavano ben cinque ghiacciai, oggi tutti completamente scomparsi .
Rese celebri nell’arte dal sommo pittore, sono attraversate dall’Alta Via delle Dolomiti n. 5 detta del Tiziano, a lui dedicata. È una magnifica traversata che parte da Sesto e termina a Pieve di Cadore toccando quattro gruppi dolomitici, adatta a escursionisti di buon livello, con varianti per i più esperti che prevedono vie ferrate e risalite fino alle cime più famose.
Per gli appassionati di MTB molti sono i percorsi praticabili, favolosi e maggiormente godibili in bassa stagione.
Ben si presta la pista sterrata ciclopedonale Auronzo-Somadida-Misurina-Lavaredo adatta sia alla mountain bike che alla e-bike, e alla portata di tutti i cicloturisti.
Prestigiose a livello mondiale sono le manifestazioni 3Epic che qui si tengono in varie modalità a seconda della stagione.
Nel 2018 si sono tenuti i Campionati del mondo di mountain bike marathon organizzati dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI).
Tra Auronzo di Cadore e Misurina c’è la foresta di Somadida che la Magnifica Comunità cadorina nel 1463 donò con atto scritto alla Repubblica di Venezia. L’area che si estende dalla località Palus San Marco, lungo il torrente Ansiei, alle Cime delle Marmarole forniva il legname adatto alla costruzione degli alberi delle navi della Serenissima. Quando il Veneto nel 1866 ritornò a far parte del Regno d’Italia, la foresta di Somadida divenne Patrimonio dello Stato.
Nel 1972 per la peculiarità della flora e della fauna presenti è stata elevata a “Riserva naturale orientata e biogenetica” dello Stato.
A pochi chilometri da Misurina, sulla strada che porta al rifugio Auronzo e alle Tre Cime di Lavaredo si trova il Lago d’Antorno (1866 m).
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Con accanto l’omonimo chalet è uno specchio d’acqua dove nei mesi estivi è possibile praticare la pesca sportiva. È facilmente raggiungibile anche con i bambini.
A chi piace fare trekking e per raggiungere i rifugi c’è anche l’Anello panoramico delle Dolomiti che partendo dal Passo Tre Croci, il valico che collega Misurina e Auronzo con Cortina, percorrendo il sentiero CAI porta all’incantevole Lago di Sorapiss (1923 m) dalle acque color turchese con bianchi scogli rocciosi.
Punto di appoggio è il vicino Rifugio Alfonso Vandelli di proprietà della sezione del CAI di Venezia.
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La cima che sovrasta il lago per la sua conformazione è chiamata “il dito di Dio”. Pare sia lì per indicarci la direzione, verso cui esprimere la nostra gratitudine per questo splendido paesaggio dolomitico, oppure per ammonirci di averne cura affinchè venga preservato il suo delicato equilibrio.
Tanta bellezza ha ispirato varie leggende tra cui ce n’è una che narra la storia di Misurina. Pare abbia affascinato anche Claudio Baglioni che ne ha fatto una canzone: “Lago di Misurina”
LA LEGGENDA
Il re Sorapiss rimasto presto vedovo crebbe Misurina, la sua unica figlia, accontentandola in ogni suo desiderio per compensare la mancanza della madre. Al compimento del suo ottavo compleanno, Misurina venuta a conoscenza che la fata del monte Cristallo possedeva uno specchio magico, lo pretese come regalo. Il re assecondò subito il desiderio della figlia e si recò dalla fata a farne richiesta.
Non era certo un dono adatto a una bambina, pensò la fata, cercò di temporeggiare ma comprese che il padre era risoluto ad accontentare la figlia. Così decise di porre una condizione: avrebbe ceduto lo specchio ma in cambio avrebbe preteso di trasformare Sorapiss in una montagna, per regalare un po’ d’ombra alle sue delicate campanule, alle piccole genziane delle nevi, ma anche alle rose delle Alpi e all’immancabile edelweiss (la stella alpina), fiori che crescevano spontanei in una radura sul monte Cristallo. Il re acconsentì, ma la fata era certa che la bambina avrebbe rifiutato per amor del padre.
Invece così non fu, Misurina incapace di considerare le conseguenze del suo egoismo pretese lo specchio magico e lo ottenne. Ne rimase talmente assorta nel guardarlo da non accorgersi che il padre pian piano si stava trasformando in un’alta e maestosa montagna, da cui lei irrimediabilmente sarebbe caduta. Il padre vedendola precipitare nel vuoto non potè far nulla per salvarla, e pianse così tante lacrime da formare un lago ai suoi piedi, dove caddero centinaia di piccoli cristalli dello specchio che si era infranto tra le rocce.
Ancora oggi quei cristalli ci regalano splendidi riflessi a ricordarci di Misurina e della sua storia, a insegnarci che quando è necessario bisogna imparare a dire anche di NO, a non essere egoisti e che dalla vita non si può avere tutto senza pagare un alto prezzo.