Sturmtruppen

Sturmtruppen è il più apprezzato fumetto creato da Franco Bonvicini, meglio conosciuto come Bonvi.

Sturmtruppen è una raffigurazione satirica della Seconda guerra mondiale vista dagli occhi delle micidiali truppe d’assalto tedesche; tuttavia non si tratta semplicemente di satira contro la guerra perché i soldatini di Bonvi, in realtà, sono solo un pretesto con cui egli, anarchico convinto, sbeffeggia quell’obbedienza “cieka, pronta, assoluten”, in quanto leggendo il fumetto bisogna ricordare che il sadico sergente o gli invasati “uffizialen” potrebbero essere senza problemi dei presidi o dei capiufficio.

Utilizzando un italiano germanizzato o TEDESKEN!, con cadenze e terminazioni pseudogermaneggianti che ben si adattano allo spirito umoristico della serie, Bonvi le raffigura come una massa di uomini ingenui e incapaci alle prese con le difficoltà della guerra, la severità (o pazzia) dei generali, la mancanza di tutti quei piaceri che permettono all’uomo di vivere e non di sopravvivere: sesso, viveri, pace.
Nelle strisce si succedono situazioni grottesche e irrealistiche, come un medico di campo ossessionato dai vampiri, ad un “rancio Frankenstein” che prende vita dagli esperimenti del cuoco, fino ad invasioni molto più realistiche di topi o cimici nelle trincee.

Dall’amara ironia dei personaggi bonviani risuona come un grido il bisogno di pace e la rassegnazione verso tutto ciò che è irrisolvibile, ovvero, per Bonvi, la totalità delle cose.

La striscia delle Sturmtruppen non ha mai avuto dei veri e propri protagonisti. Le vicende si svolgono intorno ai vari soggetti che compongono il grottesco esercito di Bonvi, che si possono distinguere tra di loro. Oltre ai soldati semplici, che vengono chiamati con i più comuni nomi tedeschi (Otto, Fritz, Franz, ecc.) ci sono:

Capitanen: il comandante della compagnia, forse la figura più complessa del microcosmo di Sturmtruppen. Pur rappresentando la continuità della presenza del potere e della gerarchia al fronte, ed ereditandone tutte le incongruenze e gli arbitri, occasionalmente riveste un ruolo di mediatore e moderatore di altri eccessi, generati da subalterni, alleati o superiori. Raffigurare tutti questi aspetti ha richiesto talvolta di cambiarne l’impersonificazione: memorabile sotto questo aspetto quella del capitano ubriacone (ufizialen con Martini). Parla spesso di una misteriosa moglie, di cui ha un vero e proprio timore.

Uffizialen Superioren: la fonte remota dell’autorità, che talvolta si materializza: colonnelli, generali o ispettori. In una serie, il generale, privato dell’uniforme, viene rudemente trattato come un vecchio rimbambito, per poi riguadagnare tutto il rispetto e la reverenza quando riesce a indossarla nuovamente.

Sergenten: un sadico, crudele veterano senza scrupoli, assorbito completamente dal sistema e ossessionato in ordine e disciplina.
Abusa spesso della vita dei soldati, reclutandoli, a volte anche con l’inganno, in missioni orribili e talvolta suicide. Gode anche nel seviziare le reclute, tanto che i suoi sottoposti lo paragonano ad un maniaco sessuale.

Medichen militaren: membro dei corpi medici, che in realtà ha studiato come veterinario. Col passare del tempo il dottore è protagonista di varie vicende, come la caccia al vampiro (afferma infatti che l’eroe della sua infanzia è Van Helsing) o la creazione di una pozione che rende invisibili (in una serie di strisce dopo aver bevuto un intero alambicco di grappa, ritenendolo la sua pozione, il doktoren inizia a girovagare completamente nudo per le trincee, causando non poca perplessità tra i rassegnati soldati. Nemmeno il Kapitanen riesce a fermarlo in quanto lo stato maggiore riferisce che, poiché il dottore è maggiore del corpo medico quindi di grado superiore al capitano, ha tutto il diritto di considerarsi invisibile; “e adessen cosa faccio?” è la rassegnata affermazione del capitano mentre il dottore lo importuna facendo ondeggiare una sigaretta e dicendo: “Guardi: eine sigaretten accesen che volteggia da sola nell’arien!”. Inoltre, quando il soldato Fritz si finge morto per evitare l’assalto e viene seppellito vivo, una volta liberatosi e dichiaratosi uno zombie (per non venire fucilato) diventa il pelouche del Medico Militaren.

Sottotenenten di Komplementen: un giovane ufficiale, arruolato per nepotismo, assolutamente imbranato. Ogni volta che si offre a comando di una missione, questa si conclude inevitabilmente con un fallimento.

Il Fiero alleaten Galeazzo Musolesi: l’alleato italiano, con un nome che chiaramente è tratto da quelli di Benito Mussolini e Galeazzo Ciano (ma Mario Musolesi è anche il nome di un partigiano). È un uomo fifone ed egoista, che prova sempre a truffare e rubare ai suoi “alleati”. Musolesi ha tutta l’aria di una parodia degli stereotipi sul comportamento dell’esercito italiano durante la Seconda guerra mondiale. In una striscia Musolesi afferma di essere il federale di San Giovanni in Persiceto, cittadina dell’hinterland bolognese. In alcune strisce è solito mettersi in posa plastica su un cumulo di terra, dicendo di farlo per intimorire il nemico (quando il nemico è alle spalle). È perennemente in conflitto con l’altro alleato dell’esercito, il giapponese. Nella maggior parte delle strisce Galeazzo ha delle assurde fissazioni, come l’orticello di guerra, la letterina alla mamma e assumere una posa “plastiken” mostrando il petto al nemico. Da notare i baffetti tipo Hitler. La sua origine si deve a uno scherzo che nel 1965 l’allora studente di liceo Bonvi fece con altri amici al preside della sua scuola, inviando al settimanale Gente una lettera a firma di un fantomatico Galeazzo Musolesi che affermava di essere stato compagno d’armi del preside durante la Prima guerra mondiale e di averlo sentito leggere Dante sotto un furioso bombardamento.

 

Cuoken Militaren: cuoco della cucina del campo, sempre criticato per la qualità del rancio, soprattutto dal Sergenten. In effetti non ha tutti i torti… le brodaglie servite dal cuoco sono sempre composte dalle più assurde schifezze: olio per motori, pneumatici, persino pezzi di cadavere. Da ricordare l’episodio Il rancio malefiken, dove il cuoco, durante i suoi esperimenti di gastronomia, fa prendere vita con un fulmine al suo rancio, il quale inizia a cibarsi dei malcapitati soldati.

Il Nobile Alleaten del Sol Levante: parodia del soldato giapponese, basata su stereotipi come l’attitudine all’auto-sacrificio, il senso d’onore, ecc. Non appena integrato nelle truppe, diventa bersaglio delle angherie di Galeazzo Musolesi, che dapprima schernisce la sua bassa statura, poi ruba le sue bacchette per mangiare credendole spaghetti, fino a quando, bardato come un samurai, si ritrova al punto di voler compiere l’harakiri ma convinto dal Capitano a non togliersi la propria vita perché “nessuna offesa può essere così grave da dover essere lavata con il proprio sangue, si domanda: “Già, perché il mio?” e quindi rivolge la spada contro il Fiero Alleato.

Eroiken Portaferiten: sono i soldati che si occupano del recupero dei feriti sul campo di battaglia mediante una barella. Anche se bisogna dire che non svolgono il loro lavoro alla perfezione, e spesso peggiorano solo la situazione dei poveri feriti. Spesso per compiere il loro ufficio, pretendono dai malcapitati feriti, pagamenti anticipati per la “corsa”.

Personaggi minori sono:

Otto, soldato geniale che fa molte invenzioni, come un semaforo per non far arrivare i carri nemici. Sta spesso con Franz o con Schulz, quando venne sepolto vivo (e in quel modo Franz divenne ricco).
Soldato Humbert, recluta di sentinella alla postazione N°8, dimenticata per cinque anni e poi ritrovata da una pattuglia. Humbert, in quel lasso di tempo, ha perso ogni caratteristica umana, apparendo come una specie di yeti vorace dal volto coperto da una fitta peluria e dotato di forza e resistenza sovrumane. Basti pensare che in una striscia una nube radioattiva, che aveva scarnificato vivo un soldato e fatto cadere i denti al capitano, passa su di lui lasciandolo del tutto immutato ma, anzi, con la permanente (nello stupore generale un soldato afferma: “Che vi avevo detten? non è umano!”). Solo in seguito riprende in parte a parlare, e si scopre che è persino laureato. Impiegato più in là come corriere postale (provvisto oltretutto di moto), conosce un soldato degli Afrika Korps dalle tendenze omosessuali, del quale s’innamora, con evidente indignazione dello stesso che spiega dapprima: “Ma lo fuoi capire che siamo zwei uomini?” e poi “Devo chiedere il permesso alla mamma”. Sparirà dalla circolazione quando i commilitoni tenteranno di tosarlo scoprendo che si tratta di un essere formato di solo pelo.
Sergente Olga, caporale Helga, soldato semplice Tilda: unici soldati femminili che hanno fatto comparsa nella striscia. Olga si innamora del Sergenten, Helga del Sottotententen Di Komplementen e Tilda (rispetto alle due più alta e attraente) del soldato “Poeten”, tutte e tre con risultati molto scarsi.
Soldato Sigfrid Von Nibelunghen: coraggioso ma anche stupido, biondo liceale diciottenne che riesce a reclutarsi falsificando i documenti. Perde arti, lingua, occhi e orecchie saltando su una mina del campo steso da lui stesso pochi minuti prima, durante un attacco in un campo di grano all’alba e con il sole in fronte, inneggiando agli “Immortali valori che rendono degna la vita di un uomo”. Solo alla fine, ridotto a un tronco umano in ospedale, “incapace anche di chiamare l’infermieren kuando me la faccio addossen”, comincerà a dubitare degli “immortali valori” sbandieratigli dal suo professore di liceo chiedendosi: “Mi sorge ein dubbien: Ke mi abbiano fregaten?”.

Plotonen d’esecuzionen, incaricato all’esecuzione di un ebreo: l’idiozia del capo-plotone, dei tiratori e persino dell’ebreo stesso rende difficile persino questo compito. Dapprima, infatti, si perde il plotone, poi si perde l’ebreo, poi si perde il muro, e quando tutto è pronto, il plotonen d’esecuzionen si rende conto di essersi affezionato all’ebreo e di non poterlo uccidere. Da notare che i soldati del Plotonen di esekuzionen riescono a colpire di tutto, meno che il prigioniero. Classica la scena dove dopo aver abbattuto uno Stuka, l’Uffizialen fa per andarsene ed alla domanda di uno dei soldati “E adesso dofe va?” risponde con aria stranita “A skriverlo sul mio diarien perkè ne vale la pena”.
Piccola fedetta Prussiana: triste soldato incastrato su un albero che due commilitoni faranno scendere grazie al dolce aiuto di una pallottola, dopo aver tentato tante altre strade. È uno dei personaggi caratteristici delle prime strisce.
Heinz il galvanizzatoren: un soldato che si autoproclama galvanizzatore del reggimento; cerca di impedire il rilassamento morale delle truppe con metodi sadici e brutali. Alla fine finisce “auto-galvanizzato” dalla sua sveglia esplosiva.
Heinz l’autoriduktoren: li ha confinti ad autoridursi l’addestramenton… egli cerca di scardinare la rigida disciplina bellica con tattiche quantomeno bizzarre, una parodia della contestazione del 1977.

“Distrattonen” Franz: soldato tremendamente sbadato e pasticcione, specializzato nel ferire continuamente e gravemente i propri compagni in modo involontario. Alla fine salterà in aria sul campo minato da lui stesso preparato.
La mignotten pubblichen: altro personaggio femminile è la prostituta del reggimento, una ragazza longilinea in impermeabile, stivali e borsetta, dal look molto “anni 70” che esercita nelle retrovie, perennemente reclinata contro un lampione distorto dai bombardamenti. Il soldato Otto si innamora perdutamente di lei, ma non riuscendo a capire il concetto di scambio monetario per la prestazione le porta sempre fiori e cioccolatini, prendendosi spesso delle forti delusioni e anche qualche sberla dalla “fidanzaten”, interessata invece solo ai soldi della marchetta. A volte la si vede a chiacchierare con una collega commentando l’arrivo del soldaten Otto. In seguito Otto verrà preso di mira dal sadico sergente, che lo obbligherà a ‘reggere il moccolo’ mentre lui si apparta con la fanciulla; il provvidenziale intervento dei due irsuti veterani del 27° Battaglionene Korazzaten (di Disciplinen) causerà la precipitosa ritirata del ‘rivale’ di Otto.
Rincalzi del 27° battaglionen corazzaten (di disciplinen): due criminali coscritti nell’esercito e inviati al battaglione delle sturmtruppen come parte della pena da scontare. Truci e indifferenti ai disagi della vita militare, sempre sporchi e dalla barba di tre giorni, sono l’incubo del Sergenten che non riesce minimamente ad imporre la sua autorità su di loro, venendo spesso sbeffeggiato e deriso. Nonostante la loro fama di duri, aiuteranno il soldato Otto che preso a bersaglio dal Sergenten per via dell’innamoramento per la mignotten pubblichen, viene umiliato e bistrattato dal sottufficiale, che comunque sarà messo a posto dai due veterani e costretto a retrocedere dai suoi malvagi propositi. Probabilmente lo spunto per la numerazione del reparto e per il nome dello stesso è tratto dai best-seller di Sven Hassel, ex-combattente della Wehrmacht di origine danese che nel dopoguerra narrò in forma romanzata le sue avventure al fronte dove, in seguito a diserzione, fu inquadrato appunto in un reggimento di disciplina tedesco (27º Reggimento Panzer).
“Azzarden” Franz: soldato patito del gioco d’azzardo e delle scommesse. Abilissimo giocatore di poker, è noto per spennare i suoi colleghi più incauti, e per le sue quotazioni sulla riuscita delle missioni in corso. Verrà spennato a sua volta sia dal Sergenten (che fa valere i suoi gradi, in quanto uno dei soldati gli fa sapere che doveva scrivere una lista dei soldati da mandare in prima linea) che da Galeazzo Musolesi (che, tentato dallo stesso Fritz, organizza una partita piazzandogli alle spalle il nerboruto e silenzioso “Gorilla” Franz, che rivela puntualmente ogni sua singola mano) il quale addirittura lo indebita al punto di travestirlo e costringerlo a fare il “prostituto” per riguadagnare i soldi persi, ovviamente con catastrofici risultati.
Capocarren e pilota: inconcludente equipaggio di un carro armato, in continua polemica interna; spesso a farne le spese è proprio il carro armato stesso.
“Giona” Franz: soldato che ha la terribile abilità di portare iella. Solo il fiero alleaten Galeazzo Musolesi riuscirà a ricavare qualcosa dalla presenza di questo individuo, stipulando polizza anti-sfortuna agli altri soldati.
Il Poeten: soldato che critica il sistema dell’esercito attraverso poesie satiriche, e per questo è spedito nel battaglione di disciplina, dove ogni giorno gli vengono sistematicamente rotti l’indice e il pollice.
Messia” Heinz: soldato con continue crisi mistiche, durante una di queste crede addirittura di essere Gesù e parla al “Padre” alzando la testa al cielo. Alla fine cambia religione, dicendo di essere un profeta islamico e promettendo rifornimento infinito di petrolio per l’esercito.
La spia: è la spia dell’esercito di sturmtruppen; è la più vecchia spia del reich, perché quando viene scoperto non ingoia una capsula di cianuro (come le altre spie) bensì una mentina.

Il capitano ubriacone: eroico, perennemente ubriaco, esperto combattente, folle e sensato nello stesso tempo, ribelle alla catena gerarchica, con lui Bonvi propone una figura positiva di ufficiale. Quando viene gravemente ferito (morirà nello spazio di qualche striscia), la sua prima preoccupazione è che la scheggia che lo ha colpito abbia rotto la bottiglia di Martini che teneva addosso (infatti l’odore di alcool che invade la trincea è dovuto a quello contenuto nel suo sangue!). Dopo la morte si scopre, tramite i soldati del 27° batt. cor. (di disciplinen), che ne era stato comandante con il grado di colonnello, e che era stato retrocesso perché “era ein birikinen”. È da citare la strip nella quale si espone ubriaco al fuoco nemico urlando: “vi schiaccerò tutte, maledette vespe” rivolto ai proiettili, oppure quella nella quale fa saltare un carro armato nemico utilizzando il suo cocktail come una Molotov. Dopo la morte in diverse occasioni aiuta i suoi soldati in vari modi, come fare i gavettoni al “capitano spaccaballen” che lo ha sostituito sotto forma di spettro. Sulla sua tomba vi è una medaglia datagli dalla Martini&Rossi.
La sussistenzen: è il soldato addetto ai rifornimenti di vettovagliamenti e munizioni che ha confuso il campo di battaglia con una fiera: fa vendite promozionali di munizioni (es.: “chi prende 2 cartucce per mitragliatrice avrà una cartuccia per fucile in regalo!”) oppure copie omaggio (1 mini cartuccia) a fini promozionali.
Capitanen “fine esteta und campione di raffinatezzen”: maniaco della raffinatezza e della pulizia spruzza deodorante su qualsiasi soldato incontri, fa sostituire il cartello “latrinen” con toilette, e organizza serate culturali che vedono lui impegnato nella parte di Radames e il sergente in quella di Aida, o “Concerti polifonici di artiglieria”. Propone di sostituire le difese delle trincee con una “selvaggia spalliera di rose vermiglien”.
“Gufen” Franz: soldato perennemente scelto per fungere da sentinella notturna. Nelle fattezze ricorda un gufo: dorme di giorno appollaiato su un ramo, vola sino alla trincea quando necessita di qualcosa, emette gli “uh” tipici del rapace notturno, sa ruotare la testa di 360° e arriva anche a mangiare i topi.
“Indemoniaten Fritz”: soldato semplice che, con un subdolo trucco del sergente e del capitano, viene relegato di guardia alla “postazione maledetten n°666”. All’inizio scettico sulle leggende, benché venga messo ripetutamente in guardia dai camerati, alla fine viene posseduto da spiriti maligni, il che lo porta a: volare, vomitare poltiglia verde e a ruotare la testa di 360°. Alla fine il capitano e il sergente, indecisi se ricorrere al cappellano o alla contraerea, decidono di affidarsi al fiero alleato Galeazzo Musolesi il quale, dopo essere stato ripetutamente sconfitto da Indemoniaten Franz, sconffiggerà l’immondo essere rompendogli sulla testa un’enorme croce di 2 metri.

Il fumetto Sturmtruppen comparve anche in TV sotto forma di cartone animato, all’interno dell’acclamato programma per ragazzi Supergulp!, in puntate trasmesse su Rai 2 dal 6 al 10 aprile 1981 (puntate n.16-20).

Commento: questo cartone pur essendo divertentissimo ammetto che non mi è mai piaciuto molto, mentre i miei fratelli si sganasciavano dalle risate io mi defilavo temporaneamente. Percepivo una mia indisposizione verso la presa in giro, seppur bonaria, di argomenti di tale portata come lo è la guerra, anche se capivo bene che con ciò si tendeva a smitizzarla. Comunque non rimasi indenne neppure io, come molti delle generazioni di allora, a scherzaren volentieren parlando in tedeschesen.
Leda

Visto il grande successo del fumetto di Bonvi, Sturmtruppen non mancò neppure di apparire al Cinema.

Il primo film Sturmtruppen è del 1976, diretto da Salvatore Samperi e scritto da Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, che interpretano rispettivamente la parte della recluta e de il Generale, è tratto dalla serie a fumetti omonima di Franco Bonvicini detto Bonvi. Quest’ultimo nel film appare in un breve cameo nel ruolo del prigioniero da fucilare.
La colonna sonora venne composta dall’indimenticabile Enzo Jannacci.

Il sequel Sturmtruppen 2 – Tutti al fronte del 1982 vede lo stesso regista alla direzione e Massimo Boldi e Teo Teocoli nel cast.
Le musiche sono di Umberto Smaila.

Sono le tre del mattino del 2 ottobre 1968, quando Bonvi disegna la prima vignetta delle Sturmtruppen. I suoi soldatini debuttano “ufficialmente” sui quotidiani Paese Sera nello stesso anno (lo storico quotidiano romano indisse un concorso per una striscia a fumetti italiana da affiancare alle altre) e su “L’Ora” di Palermo nel luglio 1969, anche se fanno una breve apparizione nell’Almanacco della IV edizione del Salone dei Comics di Lucca (novembre 1968) e sulla rivista “alternativa” romana “Off-Side” (Aprile 1969). Le Sturmtruppen saranno poi ospitati da altri giornali e molti periodici nel corso degli anni (Segretissimo; Gazzetta di Parma).
Dal marzo 1972 la serie viene ospitata da Eureka, di Luciano Secchi durante la direzione di Maria Grazia Perini. Il rapporto dura senza interruzioni fino al 1975, poi risorge, dopo un abbandono di circa un anno, con la striscia numero 1350. A partire dal 1973 l’Editoriale Corno la ripropone in sei volumetti, con più ristampe, della collana “Eureka Pocket”, poi in cinque volumi della “Comics Cartoons”.
Nel 1977 esce la raccolta di figurine, anch’essa con notevole successo, mentre un anno dopo (1978), parte il progetto Sturmtruppen Coloren, seguito da Sturmtruppen Mese (1981). Con il fallimento dell’Editoriale Corno nel 1982, la serie è ripresa dalla Re.Vi. con un ulteriore mensile, dal dicembre 1986 la Gene Vincent pubblica ben sessantanove albetti Sturmtruppen (gli ultimi sette pubblicati dalla Franco Cosimo Panini).
Da segnalare anche Ultime lettere delle Sturmtruppen, libro scritto da Bonvi, costituito da lettere scritte dai suoi soldati. La saga di Sturmtruppen non è mai stata abbandonata dall’autore fino al 1995, anno della sua prematura scomparsa. L’ultima striscia è la numero 5865, ma ce ne sarebbero altre ancora inedite nel nostro paese.
Qualche anno dopo la morte di Bonvi, Leo Ortolani creatore di
Rat-Man, scrisse i testi di una serie di strisce per il settimanale per ragazzi Il Giornalino con i disegni di Clod (Claudio Onesti), disegnatore che collaborava con Bonvi già dai tempi di Nick Carter.

Bonvi era un fumettista rock.
O meglio, una rock-star del fumetto.
E le Sturmtruppen sono state la sua Opera rock.
Per la sua capacità straordinaria di aver creato
un linguaggio nuovo e universale…
E il linguaggio crea l’identità,
la strada per entrare nell’immaginario di tutti,
senza limiti di età, estrazione sociale, cultura.
Proprio come il Rock

Vasco Rossi

Bonvi, nome d’arte di Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini (1941-1995) è stato un fumettista italiano. Fin dalla giovinezza trascorsa a Modena già evidenziava il carattere e la verve creativa, estrosa e sopra le righe, che lo avrebbe caratterizzato negli anni a venire.
Probabilmente sarà il periodo di servizio militare (1962) trascorso in mezzo ai carri armati e concluso presso la Scuola Truppe Corazzate di Caserta, a essere fonte di ispirazione per la striscia con cui vince un concorso indetto dal quotidiano Paese Sera, striscia che sarebbe diventata il suo cavallo di battaglia, negli anni a venire: le Sturmtruppen, una sua personale parodia della vita militare e del nazismo, che ridicolizzava, portando il formato delle daily strip statunitensi anche in Italia. Gli anni immediatamente seguenti sono ricchi di fervore creativo, facendo esordire tutta una serie di nuovi e divertenti personaggi, ognuno a suo modo una caricatura di un particolare aspetto del vivere quotidiano.
Per le Storie dello spazio profondo pubblicate dal 1969 sulla rivista Psyco collabora con Francesco Guccini, autore e sceneggiatore di diversi libri a fumetti. Sono storie di fantascienza divertenti ma anche molto critiche verso la società in cui viviamo.
L’attività di Bonvi prosegue alacremente, del 1973 sono le Cronache del dopobomba, un omaggio all’opera omonima di Philip K. Dick (1965) in cui immagina la drammaticità di un mondo post-olocausto atomico e l’assurdità di situazioni, tipo uomini che si uccidono per una scatoletta vuota o perché di fedi politiche differenti. Infine l’Uomo di Tsushima (1978), che esce nella collana “Un uomo, un’Avventura” della Sergio Bonelli Editore (allora CEPIM), per finire con il già citato Marzolino Tarantola del 1979 e Blob del 1994.
Per il rilancio e la riscoperta della vasta opera di Bonvi, a fine 2014 è stato lanciato il progetto Bonvi 2.0.

La contestazione del 1977 a cui in forma di parodia fa riferimento Franco Bonvicini in Sturmtruppen, è quella nata dal Movimento del 77, un movimento nato spontaneamente in Italia in un periodo storico in cui il paese si dibatteva nell’affrontare gravi situazioni, come la crisi economica e il terrorismo.

 

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