La leggenda del pungitopo. L’agrifoglio

Quando giunse l’inverno tutti gli uccellini del bosco partirono. Soltanto un piccolo uccellino decise di rimanere nel suo nido dentro un cespuglio di pungitopo, voleva a tutti i costi attendere la nascita di Gesù per chiedergli qualcosa. L’inverno fu lungo e molto nevoso. Il povero uccellino era stremato dal freddo e dalla fame.
Finalmente arrivò la Notte di Natale. Quando l’uccellino fu dinnanzi al Bambino appena nato, disse: “Caro Gesù, vorrei che tu dicessi al vento invernale del bosco di non spogliare il pungitopo. Così potrei restare nel mio nido e attendere la nuova primavera”.
Gesù sorrise, poi chiamò un angelo e gli ordinò di esaudire il desiderio di quell’uccellino. Da allora, il pungitopo conserva le sue verdi foglie anche d’inverno. E per riconoscerlo dalle altre piante, l’angelo vi pose delle piccole bacche rosse e lucide.

Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), un basso arbusto sempreverde con bacche rosse tipico del sottobosco, è comune nella macchia mediterranea ed è impiegato come ornamento natalizio.
Le bacche rosse sono simbolo del Natale, il simbolo della luce e del buon auspicio, una promessa di abbondanza e fecondità per il nuovo anno che comincia. Secondo una leggenda, le foglie spinose rievocano le spine della corona di Cristo e le bacche il rosso del suo sangue.
Il nome “pungitopo” deriva dall’usanza contadina di utilizzare mazzetti di questa pianta proteggere dai topi i salumi e i formaggi messi a stagionare.

ATTENZIONE: Spesso l’immagine del pungitopo (sotto a sinistra) viene confusa con quella dell’agrifoglio (sotto a destra) detto anche Pungitopo maggiore, e ciò può rappresentare un rischio.
Nella medicina popolare, infatti, mentre il pungitopo viene impiegato per i decotti, e i suoi semi opportunamente tostati erano impiegati un tempo come sostituti del caffè, l’agrifoglio raramente viene usato in fitoterapia per via della sua tossicità per l’essere umano.

L’agrifoglio (Ilex aquifolium L.) è un albero o arbusto che cresce spontaneo in Italia, dalle foglie di colore verde scuro lucente, con varietà variegate di bianco, crema o giallo, e frutti che offrono un decorativo contrasto con il colore delle foglie.
La sua tossicità è dovuta al contenuto di ilicina che irrita lo stomaco e l’intestino, e altri componenti lo rendono dannoso per il sistema nervoso e per il cuore.
L’ingestione di appena venti bacche può essere mortale per un adulto.

Simbolicamente l’agrifoglio, al pari del pungitopo, è considerato portatore di fortuna e simbolo di forza e prevenzione contro tutti i mali (in senso metaforico, naturalmente). Le famiglie più povere d’Irlanda utilizzavano l’agrifoglio per decorare le proprie abitazioni.


Parco delle Terme – Levico Terme

Nella tradizione germanica e in quella celtica precristiana, all’arrivo del solstizio invernale con la festa di Yule si celebrava la rinascita del sole (analogamente ai Saturnali e al Sol Invictus dei Romani).
La rinnovata ascesa del sole in cielo che iniziava al solstizio era simbolicamente inscenata come una battaglia tra la quercia estiva e, appunto, l’agrifoglio invernale.

Anche se l’inverno è al suo inizio reca un certo sollievo sapere che le giornate ricominciano ad allungarsi, preannunciando una non troppo lontana primavera. Si è giunti alla fine del periodo buio e si riparte con il nuovo anno. Una maniera diversa di affrontare l’inverno…

Le rosse bacche dell’agrifoglio che rappresentavano la fertilità durante la profonda oscurità invernale, sono una promessa di ritorno di luce e calore.

 

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