La Heineken è presente in Italia dal 1974 con l’acquisizione di Birra Dreher, a cui fanno seguito la Birra Ichnusa nel 1986, il birrificio di Pollein vicino ad Aosta nel 1989 dove tra le birre prodotte in lattina nel 2006 troviamo anche marchi come Henninger, Heineken e Moretti, marchio quest’ultimo acquisito nel 1995. E l’anno successivo viene acquistato il birrificio di Comun Nuovo (Bergamo).
Nel 1989 Heineken costituisce Partesa, azienda specializzata in servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca (Hotellerie-Restaurant-Café), che opera su tutto il territorio nazionale.
Il Birrificio pugliese di Massafra, raddoppiata la sua produzione nel 1980, è diventato il più grande stabilimento nel Sud Italia del Gruppo Heineken.
Oltre alla birra Dreher, Heineken e Birra Messina, lo stabilimento di Massafra produce anche altri marchi del Gruppo Heineken quali: Birra Moretti, Von Wuster e Budweiser.
BIRRA MORETTI
Nel 1859 Luigi Moretti, allora trentasettenne, fondò la Fabbrica di Birra e Ghiaccio a Udine quando ancora il Friuli faceva parte dell’Impero Austro-ungarico.
L’imprenditore friulano proveniente da una famiglia di commercianti all’ingrosso di bevande e generi alimentari, dopo varie prove ed esperimenti nel 1860 lanciò sul mercato la prima bottiglia di Birra Moretti. Erano gli anni della Belle Époque, la produzione e il consumo di birra in Italia erano pressoché modesti, ma la birra Moretti cominciò ad essere conosciuta anche fuori dal Friuli.
La storia del Baffo di Birra Moretti
Un aneddoto racconta che nel 1942 alla guida della fabbrica c’era il commendatore Lao Menazzi Moretti, il quale appassionato di fotografia, incontrò per caso in città un signore baffuto che accettò di farsi fotografare e di diventare il Baffo di Birra Moretti. All’offerta di una ricompensa egli rispose in friulano: «Che al mi dedi di bevi, mi baste» (Mi dia da bere, a me basta).
La fotografia fu consegnata alla fine del 1940 all’illustratore Segala, alias Franca Segala che disegnò il famoso manifesto.
In realtà si tratta di uno scatto che ritrae un contadino tirolese nei pressi di Innsbruck realizzato nel 1939 dalla fotografa tedesca Erika Groth-Schmachtenberger, la quale nel 1956 vedendolo riprodotto nel manifesto pubblicitario, ne chiese i diritti d’autore. Pare che l’azienda avesse trovato il “Baffone” in un calendario bavarese.
Nel 1983 venne aggiunto un nuovo stabilimento situato a San Giorgio di Nogaro, sempre in provincia di Udine. La famiglia Moretti detenne la proprietà fino al 1989, vendendo poi il marchio a varie aziende di birra. Nel frattempo lo stabilimento originario di Udine venne chiuso nel 1992, con il trasferimento della produzione a San Giorgio di Nogaro.
Con l’acquisto nel 1996 da parte della società olandese Heineken, la produzione della Birra Moretti venne trasferita in vari stabilimenti italiani sempre controllati da Heineken: ad Assemini (Sardegna), Massafra (Puglia), Comun Nuovo (Lombardia), Pollein (Val d’Aosta).
Con il marchio Moretti vengono prodotte in Italia diverse tipologie di birra a bassa fermentazione, una anche senza alcol, e una serie di Radler regionali (cocktail poco alcolico con birra e una bibita analcolica) per le quali viene utilizzato un prodotto tipico che rappresenta la regione.
Dal 1997 per sponsorizzare la Birra Moretti in Italia venne organizzato dalla Heineken il Trofeo Birra Moretti, un torneo amichevole di calcio che si tenne ogni anno sempre nel mese di agosto fino al 2008.
Nel 1997 la Heineken, in seguito all’accusa mossa dall’Antitrust di avere sul mercato italiano una posizione dominante, cede lo stabilimento produttivo di San Giorgio di Nogaro che viene acquistato da una nuova azienda appena fondata: la Birra Castello s.p.a..
BIRRA CASTELLO
Il gruppo Birra Castello s.p.a è un’azienda produttrice di birra nata nel 1997 con sede a San Giorgio di Nogaro, nell’antico birrificio di Birra Moretti ceduto dal gruppo Heineken.
Negli anni Duemila tra i soci è presente il gruppo Beverage Service Europe che nel 2003 diventa socio di maggioranza. Nel 2006 la Birra Castello acquisisce il marchio e il birrificio di Pedavena, subentrando al gruppo Heineken.
La linea Birra Castello comprende:
La Decisa, birra bionda lager dai riflessi dorati
La Forte, birra bionda strong lager a doppio malto
L’Intensa, birra doppio malto dal colore ambrato
La Radler, un cocktail di birra e succo di limoni di Sicilia a moderato tenore alcolico.
Ad aggiungersi sono anche altre birre prodotte per i marchi di alcune catene della grande distribuzione organizzata, come la Coop.
Beverage Service Europe (BSE)
È uno storico consorzio nazionale di distributori di bevande con sede a Bergamo, che si è costituito nel 1998 su iniziativa di un numero ristretto di imprenditori, ognuno leader nella proprio territorio. L’obiettivo era quello di creare una rete di distribuzione indipendente e qualificata indirizzata verso il mercato Ho.Re.Ca.
Tra il 2003 e il 2006 BSE ha avviato un processo di diversificazione anche nel settore produttivo, acquisendo due storiche aziende birrarie: la friulana Birra Castello e la bellunese Pedavena a cui è stato garantito piena libertà d’azione rispetto alle logiche commerciali imposte dalle multinazionali della birra operanti in Italia.
Nel 2008 la BSE si rinnova e prende il nome di Beverage Network, gli obiettivi a cui mira sono la coesione e l’etica commerciale dei soci, innovazione, qualità ed efficienza del consorzio.
BIRRA VON WUSTER
Nel 1879 Heinrich von Wunster proveniente dalla Germania, aprì a Seriate in provincia di Bergamo la prima fabbrica di birra a cui diede il nome di famiglia: Von Wunster.
Con la Prima guerra mondiale la fabbrica venne chiusa, per poi riaprire trasferendosi a Bergamo nel 1936, quando in Italia era in vigore l’autarchia e la propaganda fascista esaltava l’“italianità” dei prodotti, cosicchè l’azienda prese il nome in Birra Orobia fino a metà degli anni Sessanta, quando il birrificio riprese l’antica denominazione.
La birra Von Wunster, una Lager a bassa fermentazione con un gusto leggermente amaro e un aroma di malto, conobbe un continuo sviluppo e aumento della produzione.
Nei primi anni Ottanta Enrico e Giancarlo von Wunster spostarono la produzione a Comun Nuovo e nel 1986 cedettero il marchio alla belga Stella Artois per poi passare nel 1995 alla Heineken.
Alla quarta generazione, Alberto von Wunster spronato dal padre riporta in vita nel 2011 il marchio Orobia, continuando così la tradizione di famiglia.
Un diploma di birraio preso a Monaco di Baviera e i svariati anni di esperienza nella fabbrica di famiglia e alla birra Menabrea di Biella, consentono ad Alberto di lanciare sul mercato due birre artigianali: una doppio malto chiara e una rossa, entrambe non filtrate e non pastorizzate e rifermentate in bottiglia, appoggiandosi a un birrificio amico della Lombardia. Ma l’idea è quella di produrre altre birre direttamente a Bergamo.
BIRRERIA MENABREA
Nel 1846 il Signor Welf di Gressoney con i fratelli Antonio e Gian Battista Caraccio del Canton Ticino, avviarono insieme un laboratorio per la produzione della birra a Biella, a quel tempo città sabauda del Regno di Sardegna nota per la sua antica tradizione laniera, sfruttando l’acqua sorgiva del torrente Oropa delle Alpi Biellesi.
Nel 1854 la birreria venne ceduta in affitto ad Anton Zimmermann e Jean Joseph Menabrea, divenuti già soci della Brasserie Zimmermann.
Una volta diventati proprietari della birreria essi introducono per la prima volta nel Regno di Sardegna la tecnica a bassa fermentazione (1864), che diventerà il metodo più usato per la produzione della birra.
Nel 1872 Anton Zimmermann esce dalla società e ne viene costituita una nuova fra Giuseppe Menabrea e i figli Carlo e Alberto: la G. Menabrea e figli.
La birra Menabrea riscontra un certo successo sia del tipo Pilsener che del tipo Monaco. Quest’ultima era particolarmente apprezzata dall’allora Ministro delle Finanze Quintino Sella, scienziato, politico e alpinista italiano, fondatore del Club Alpino Italiano.
Rimasto solamente Carlo alla guida dell’azienda piemontese, egli ricevette nel 1882 da re Umberto I la nomina di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Alla sua morte il birrificio passò in eredità alla moglie Eugenia Squindo e alle tre figlie, due delle quali, Eugenia e Albertina sposarono rispettivamente Emilio Thedy e Agostino Antoniotti, i quali nel 1896 fondarono una nuova società per proseguire la tradizione birraria in modo attento alle innovazioni tecnologiche e qualitative.
ORDINE DELLA CORONA D’ITALIA
L’Ordine della Corona d’Italia era un’onorificenza del Regno d’Italia, la prima onorificenza a carattere “nazionale” del neonato regno italiano. Venne istituita nel 1868 da re Vittorio Emanuele II in occasione delle nozze del figlio Umberto con la principessa Margherita, per consacrare la quasi consolidata unità d’Italia, grazie all’annessione dei territori veneti.
L’Ordine poteva essere conferito sia a civili che a militari, senza distinzione di religione. Il decreto del 1868 stabiliva le classi dell’ordine e il loro limite di numero che nel tempo subì delle variazioni. Si distinguevano in:
Grand’Ufficiale
Commendatore
Ufficiale
Cavaliere
La croce dell’Ordine era composta da una croce smussata in smalto bianco, i cui bracci erano uniti da nodi sabaudi d’oro. La decorazione, al centro, portava un tondo raffigurante la Corona Ferrea su campo blu. Sul retro, nello stesso tondo, era raffigurata l’aquila sabauda di nero su fondo oro.
Il nastro dell’ordine era rosso con una striscia bianca centrale.
Dopo la fine della monarchia (1946), il re Umberto II continuò a conferire l’Ordine della Corona d’Italia fino alla sua morte avvenuta il 18 marzo 1983. L’ordine ufficialmente cessò quindi di esistere.
Quando in Italia si sta definendo il processo delle grandi concentrazioni birraie alla guida dell’azienda, che è sempre in continua espansione, vi è Paolo Thedy .
Per un’antica amicizia birraria con la famiglia Fuchs nel 1991 viene favorita l’entrata della birra Menabrea nel Gruppo Forst. Lo stabilimento di Biella rimane sotto la guida della famiglia Thedy.
Dal 2005 subentra il figlio Franco, l’attuale amministratore delegato che incarna la IV generazione della famiglia Thedy.
Accanto alla fabbrica a Biella vi è oggi una birreria e un Museo che espone macchinari dei primi del Novecento e altri oggetti legati al marchio Menabrea.
BIRRA BUDWEISER BUDVAR
In Europa la Budweiser Budvar è un marchio di birra prodotta nella Repubblica Ceca, a cui nel 2004 è stato riconosciuto lo status protetto di IGP (Indicazione Geografica Protetta) come prodotto tipico ceco.
La birra Budweiser Budvar venne commercializzata dal 1895 quando venne creato il birrificio statale nella città di Budweis in Boemia, che a quel tempo apparteneva all’Impero austro-ungarico, divenuta poi nel 1918 parte della Cecoslovacchia.
Il maggiore birrificio della città, il Budějovický Budvar Národní Podnik (BBNP) rivendica una tradizione ancora più antica di secoli che risale al 1265, quando venne fondata la città di Budweis (in ceco České Budějovice) dal re Ottocaro II di Boemia, che autorizzò la produzione della birra.
Nel 1531 Ferdinando II di Asburgo, re di Boemia, ordinò che la bevanda fosse prodotta esclusivamente per la corte reale. Probabilmente da ciò deriva il detto: “Birra Budweiser, la birra dei Re“. Ben presto conquistò il mondo divenendo una birra di fama mondiale.
La birra Budweiser Budvar è una birra Lager dal gusto delicato prodotta secondo ricette antiche con il malto migliore della Moravia, con il luppolo Saaz varietà tra le più pregiate al mondo proveniente da Žatec, una città della Boemia, e con l’acqua sotterranea che attraverso un pozzo artesiano zampilla in superficie.
Negli Stati Uniti, in Canada e in alcuni Paesi latino-americani, e per un periodo anche in Italia, la Budweiser Budvar è stata commercializzata con il nome di Czechvar per la presenza della Budweiser americana, anche se quest’ultima comunemente è conosciuta come Bud (che peraltro è il nome di una birra ceca di qualità superiore per il mercato interno).
L’omonimia del marchio e il motto: “King of Beers” (sovrana delle birre) usato dalla Budweiser americana, hanno dato luogo a una controversia poichè ciò può generare equivoci e trarre in inganno il consumatore.
BIRRA BUDWEISER
Nel 1857 il diciottenne Adolphus Busch, la cui famiglia benestante aveva un commercio all’ingrosso di vini e di fornitura di birra, dalla Germania emigrò negli Stati Uniti d’America. Con l’eredità lasciatagli dal padre, avviò a Saint Louis nello stato del Missouri, un commercio di fornitura di birra entrando in affari nel 1865 con il suocero Eberhard Anheuser, proprietario di una birreria. Nel 1876 iniziarono a produrre la Budweiser Lager Beer, una birra Lager leggera che riscosse un discreto successo.
Nel 1879 l’azienda venne rinominata Anheuser-Busch, alla cui guida l’anno successivo subentrò Adolphus Busch, il quale aperto alle innovazioni scientifiche e tecnologiche e abile nella strategia di vendita, organizzò il trasporto della birra con la linea ferroviaria in vagoni refrigerati, adottando poi la tecnica della pastorizzazione per conservare la birra per lunghi periodi di tempo, portando così il marchio Budweiser ad essere il più popolare a livello nazionale.
Negli Stati Uniti, una volta abolito il proibizionismo degli alcolici, la Anheuser-Busch riprese vigore e si impose rapidamente in America e successivamente anche in Europa divenendo una delle più grandi fabbriche di birra del mondo.
Adolphus Busch dedicò parte delle sue ricchezze ad azioni di sostegno all’istruzione e ai bisogni umanitari.
August Busch IV è stato l’ultimo della famiglia a controllare la società Anheuser-Busch prima della fusione con InBev.
La Budweiser è la birra ufficiale della Coppa del Mondo FIFA.
Anheuser-Busch InBev
È una azienda multinazionale attiva nella produzione di bevande alcoliche e analcoliche nata dalla fusione tra il colosso belga InBev e quello americano Anheuser-Busch avvenuta nel 2008.
La compagnia è leader mondiale nel settore. Tramite le proprie società controllate è proprietaria di oltre 200 marche di birra, suddivise tra loro in Globali, Internazionali e Locali. Tra gli altri, il gruppo produce i marchi Stella Artois, Beck’s, Quilmes, Corona e Budweiser.
InBev a sua volta era nata da un’operazione di fusione aziendale tra:
• Interbrew, una grande Compagnia belga costituita nel 1988 quando le industrie fiamminghe di Stella Artois, con sede a Lovanio in Belgio, si fusero con la distilleria Piedbœuf di Jupille sempre in Belgio; era in possesso di molte marche di birra, anche di fama internazionale;
• e la AmBev (Companhia de Bebidas das Americas) il più grande produttore di birra del Sudamerica, nata nel 1999 con la fusione delle due aziende brasiliane Companhia Antarctica Paulista e Brahma.
Oltre a produrre vari marchi di birra, l’azienda è il più grande imbottigliatore di Pepsi al di fuori degli USA, vende in Sudamerica anche altri prodotti come Lipton Ice Tea e Gatorade.
La Anheuser-Busch InBev è diventata quindi la compagnia madre e la InBev e la Anheuser-Busch sono diventate semplici consociate controllate dalla società capogruppo.