Neve e fango

I camion hanno rallentato la corsa: forse è per farci ammirare questo lago grande e azzurro; l’acqua è limpidissima, le sponde nette e deserte; sull’altra riva le montagne cilestrine sembrano trasparenti come il cielo: ci appaiono anche delle piccole case e un minareto. Nemmeno il laghetto del presepio era così bello.

Andavo con Nino a raccogliere il muschio nel bosco del Prunno: si sceglieva quello sui sassi a nord, il più basso e intensamente verde, e a casa, in soffitta, si faceva il presepio. Grande, con tante cose. Alla vigilia di Natale chiamavamo le ragazze della contrada per ammirare. C’era anche un lago come questo: uno specchio grande era l’acqua, il muschio verdissimo i prati, i sassi rósi da piogge millenarie le montagne, e, in un’ansa, le casette bianche con il minareto. Mettevamo il minareto anche se una signorina che studiava da maestra diceva che era sbagliato, perchè Gesù era venuto prima di Maometto, e non c’entrava. Ma a noi piaceva così.
Questo lago di oggi è come quello di allora, ma prima che lo popolassimo di personaggi: quando tutto era da abitare.

di Mario Rigoni Stern da Quota Albania
Giulio Einaudi Editore, 1971

 

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