EARTH DAY – La Giornata della Terra

GIORNATA DELLA TERRA

22 APRILE – GIORNATA DELLA TERRA

Oggi si celebra la giornata della Terra. E’ un evento internazionale nato il 22 aprile 1970 quando 20 milioni di americani parteciparono a una grande manifestazione ambientalista, organizzata dal senatore del Wisconsin Gaylord Nelson, per sottolineare l’assoluta necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Sviluppatosi poi in ambito universitario, l’Earth Day (questo è il nome con cui è conosciuto a livello mondiale) col passar del tempo, è divenuto un avvenimento educativo ed informativo. In onore della Terra infatti oggi si tengono manifestazioni, concerti e dibattiti.

LE DONNE DELLA POLIZIA DI STATO

 

un po’ di storia dell’Earth Day…

L’idea della creazione di una «Giornata per la Terra» fu discussa per la prima volta nel 1962. In quegli anni le proteste contro la Guerra del Vietnam erano in aumento, ed al senatore Nelson venne l’idea di organizzare un “teach-in” sulle questioni ambientali. Nelson riuscì a coinvolgere anche noti esponenti del mondo politico come Robert Kennedy, che nel 1963 attraversò ben 11 Stati del Paese tenendo una serie di conferenze dedicate ai temi ambientali.
L’Earth Day prese definitivamente forma nel 1969 a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California, a seguito del quale il senatore Nelson decise fosse giunto il momento di portare le questioni ambientali all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico.

“Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”.

Il 22 aprile 1970, ispirandosi a questo principio, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra. I gruppi che singolarmente avevano combattuto contro l’inquinamento da combustibili fossili, contro l’inquinamento delle fabbriche e delle centrali elettriche, i rifiuti tossici, i pesticidi, la progressiva desertificazione e l’estinzione della fauna selvatica, improvvisamente compresero di condividere valori comuni. Migliaia di college e università organizzarono proteste contro il degrado ambientale: da allora il 22 aprile prese il nome di Earth Day, la Giornata della Terra.

Il 26 Febbraio 1971, il segretario generale delle Nazioni Unite, U Thant, firmò il proclama che ufficializzava la partecipazione delle Nazioni Unite alla celebrazione annuale dell’Earth Day nell’equinozio di marzo, stabilendo il 21 marzo come data ufficiale dell’evento internazionale – successivamente sostituita con la data del 22 aprile.
Le Nazioni Unite hanno ricoperto in questi anni un ruolo di grande importanza per la creazione e lo sviluppo dell’Earth Day nel mondo, supportando numerose iniziative in campo globale, e continuando ogni anno a celebrare l’Earth Day suonando la campana della pace nel quartier generale dell’ONU a New York nel giorno dell’equinozio d’inverno.

L’importanza dell’evento e della partecipazione a questa giornata da parte delle Nazioni Unite venne testimoniata dallo stesso Maha Thray Sithu U Thant nella sua dichiarazione del 21 Marzo 1971, in occasione dell’Earth Day:

“Possano arrivare giorni pacifici e gioiosi, per la nostra bella navicella spaziale Terra, che continua a correre e a girare per lo spazio freddo col suo caloroso e fragile carico di vita”

con l’intenzione di ricordare a tutti l’importanza di non danneggiare e lasciare intatto il nostro Pianeta.
La copertura mediatica della prima Giornata Mondiale della Terra venne realizzata da Walter Cronkite della CBS News con un servizio intitolato “Giornata della Terra: una questione di sopravvivenza”. Fra i protagonisti della manifestazione anche alcuni grandi nomi dello spettacolo statunitense tra cui Pete Seeger, Paul Newman e Ali McGraw.
La Giornata della Terra diede una spinta determinante alle iniziative ambientali in tutto il mondo e contribuì a spianare la strada al Vertice delle Nazioni Unite del 1992 a Rio de Janeiro.

Nel corso degli anni l’organizzazione dell’Earth Day si dota di strumenti di comunicazione più potenti arrivando a celebrare il proprio ventesimo anno di fondazione con una storica scalata sul monte Everest in cui un team formato da alpinisti statunitensi, sovietici e cinesi, realizzò un collegamento mondiale via satellite. Al termine della spedizione tutta la squadra trasportò a valle oltre 2 tonnellate di rifiuti lasciati sul monte Everest da precedenti missioni.

Nel 2000, grazie alla diffusione di internet, lo spirito fondante dell’Earth Day ed in generale la celebrazione dell’evento vennero promosse a livello globale. L’evento che ne conseguì riuscì a coinvolgere oltre 5.000 gruppi ambientalisti al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone in 183 paesi, fra cui noti personaggi dello spettacolo come l’attore Leonardo Di Caprio.

Nel corso degli anni la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta superando oltre il miliardo di persone in tutto il mondo: è l’affermazione della “Green Generation”, che guarda ad un futuro libero dall’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.

La terra non è un’eredità ricevuta dai nostri padri,
ma un prestito da restituire ai nostri figli.

Proverbio indiano

 

Il nostro bellissimo pianeta, consiglio la visione del video
a tutto schermo e con l’uso di cuffie

Terramacchina e il suolo minacciato

TERRAMACCHINA –  è un viaggio in quello che è considerato il centro della food valley italiana: il territorio della provincia di Parma.
L’analisi parte dalla storia della rivoluzione agricola di fine ‘800, per arrivare alla realtà odierna, caratterizzata dall’emergere di forti criticità, non soltanto ambientali ma anche sociali ed economiche.

Il documentario racconta esempi di utilizzo del territorio e delle sue risorse, per promuovere una cultura della responsabilità nella loro gestione.
Il filo narrativo del documentario è costituito alla figura di Febe, simbolo delle nuove generazioni, grazie alla quale il racconto si apre anche a momenti di fantasia.
Il titolo scelto, Terramacchina, evoca l’elemento conduttore di tutta la narrazione: la meccanizzazione dell’agricoltura che ha determinato, oltre ai ben noti benefici in termini di qualità della vita e di produttività, anche un cambiamento di prospettiva nel rapporto uomo-ambiente.

Per approfondire: CIREA – Università degli Studi di Parma

IL SUOLO MINACCIATO – mostra senza veli quanto sta accadendo al territorio e al paesaggio evidenziando l’importanza di preservare una risorsa finita e non rinnovabile come il suolo agricolo.

Il documentario illustra in maniera molto chiara la cosiddetta “capannizzazione” del territorio, ossia il fenomeno del continuo ampliamento delle aree urbanizzate a danno dei terreni agricoli che avviene tramite la costruzione di edifici e aree cementificate non per reale necessità di disporre di aree di questo tipo, ma con l’unico scopo di trarre profitto. Il film propone anche modelli alternativi di sviluppo urbano sulla scorta delle esperienze di altri paesi europei, come la Germania e la Francia, o di piccoli Comuni italiani, come Cassinetta di Lugagnano (MI).
Film realizzato dalla sezione di Parma di Legambiente e WWF.

STORIA UNIVERSALE

In principio la Terra era tutta sbagliata,
renderla più abitabile fu una bella faticata.
Per passare i fiumi non c’erano i ponti.
Non c’erano sentieri per salire sui monti.
Ti volevi sedere?
Neanche l’ombra di un panchetto.
Cascavi dal sonno? Non esisteva il letto.
Per non pungerti i piedi, nè scarpe, nè stivali.
Se ci vedevi poco non trovavi gli occhiali.
Per fare una partita non c’erano palloni:
mancava la pentola e il fuoco
per cuocere i maccheroni,
anzi a guardare bene mancava anche la pasta.
Non c’era nulla di niente.
Zero via zero, e basta.
C’erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare,
e agli errori più grossi si potè rimediare.
Da correggere, però, ne restano ancora tanti:
rimboccatevi le maniche,
c’è lavoro per tutti quanti!

Gianni Rodari – Favole al telefono, Einaudi 1962

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