Epifania. La storia della befana

Epifania

Epifania è un termine di origine greca che significa “manifestazione”. In senso religioso per i Greci indica l’azione di una divinità che palesa la sua presenza attraverso un segno.

In tempi antichi al periodo natalizio corrispondeva un momento dell’anno ricco di rituali e usanze legati alla terra, all’inizio del nuovo raccolto e all’idea di propiziarsi fortuna e prosperità nell’anno nuovo.

Gli antichi Romani celebravano l’inizio dell’anno con feste pagane in onore a Giano, in origine un dio legato ai cicli naturali della raccolta e della semina. Nel calendario romano riformato da Numa Pompilio a Giano venne dedicato gennaio, il primo mese aggiunto e successivo al solstizio d’inverno (l’anno cominciava con il mese di marzo); solo con la riforma giuliana passerà ad essere il primo mese dell’anno.
Il mito di Giano assunse quindi un significato più complesso: divinità prettamente romano-italica è il cosiddetto Giano Bifronte con due facce che vegliano nelle due direzioni, una al futuro e una al passato, custodiscono entrata e uscita,  proteggono tutto ciò che riguarda un inizio e una fine, ogni forma di passaggio e mutamento.

Nei giorni di festa i Romani usavano scambiarsi le strenae, specie alle calende di gennaio, quale augurio per il nuovo anno. In tempi remoti erano donativi di carattere simbolico e di significato religioso; si dice fossero ramoscelli sacri colti nel boschetto che circondava il tempio della dea Strenia, dea di origine sabina personificazione della salute (da cui strenna natalizia).

Con l’avvento del Cristianesimo il 6 gennaio divenne il giorno dell’Epifania, in cui si commemora la venuta e l’adorazione dei Magi; ad essa sono associati anche il ricordo del battesimo di Gesù e delle nozze di Cana, due episodi nei quali si è manifesta un segno divino.

L’Epifania è una tradizione molto radicata nella cultura italiana.
Anche se, in nome del dio denaro con la Legge n. 54 del 5 marzo 1977 venne soppressa insieme ad altre festività civili. L’Epifania rimase come festa religiosa, ma spostata alla domenica successiva al 6 gennaio.

La storia della befana

La Befana, una specie di strega, brutta e vestita di stracci che vola su una scopa sopra i tetti.

Dal termine epifania è derivato quello popolare di befana, l’etimologia del nome è una derivazione delle forme dialettali usate dal popolo. La tradizione della befana ha colto suggestioni da diversissime leggende e trasposizioni culturali, arricchendosi di superstizioni e aneddoti magici.

Inizialmente, nel periodo romano pagano e politeista la popolazione venerava Diana, la dea della caccia e della fecondità che nelle notti, si diceva, passasse con un gruppo nutrito di donne sopra i campi proprio per renderli fertili e fecondi al nuovo raccolto.

Nel corso del Medioevo il succedersi di calamità e sciagure come le carestie e la peste, le continue guerre, alimentò irrazionalità, superstizioni e un fervore religioso tale che si tramutò in un’isteria di massa. I segni funesti interpretati come frutto di stregonerie, scatenarono vere e proprie persecuzioni, come la caccia alle streghe.

La bella Diana, dea della caccia divenne una donna brutta; così come il rito del falò che chiudeva l’anno vecchio e salutava quello nuovo divenne un vero e proprio rogo che brucia la strega.

L’usanza di accendere i falò nella notte del 6 gennaio è comune ad altri paesi d’Europa, un’usanza che si ritiene risalga alle tradizioni magiche pre-cristiane.

La befana divenne così un personaggio mitico, popolare tra le gente come un’orribile vecchia che passa sulla terra dall’1 al 6 gennaio.

L’ultima notte il mondo si riempie di prodigi: “gli alberi si coprono di frutti, gli animali favellano, le acque dei fiumi e delle fonti si tramutano in oro. I bambini attendono regali; le fanciulle traggono al focolare gli oroscopi sulle future nozze ponendo foglie di ulivo sulla cenere calda; ragazzi e adulti in comitiva vanno per il villaggio cantando…”.
E ancora, c’è chi prepara fantocci con cenci e stoppa da esporre alle finestre, pare fosse un’usanza antica di Firenze e Roma, e chi li porta in giro su un carretto come i contadini della Romagna toscana che con urli e fischi vanno ad accendere i falò nella piazzetta del villaggio dove bruciano la Befana…
(Enciclopedia Treccani)

Una leggenda narra che i Re Magi in viaggio per Betlemme incontrarono una vecchia, le chiesero di indicare loro la strada per portare i doni al Salvatore. Insisterono affinchè lei si unisse a loro, ma la vecchia rifiutò.
Poco dopo ella si pentì e preparò un cestino di dolci, mettendosi in cammino per raggiungerli. Lungo la strada bussando ad ogni porta dava i dolci ai bambini sperando così di farsi perdonare.

Se Babbo Natale è un paffuto rubicondo nonnino che accontenta tutti i bambini,  la befana invece, che è la sostanza femminile pagana di una lunga tradizione rituale contadina, porta dei regali modesti, e tanto carbone a chi non è stato buono.
Ella non porta soldi, e non ha neppure un gruppo di elfi artigiani per fare regali. La Befana tradizionale porta arance, noci, piccoli dolci casalinghi e carbone, ultimamente zuccherato ma comunque carbone, e ci ricorda che dopo le feste si torna a lavorare a “sgobbare” per i frutti del terreno.
Non a caso c’è l’usanza di dire: “l’epifania tutte le feste porta via!” perché è proprio dopo il sei gennaio che il contadino ricomincia con la nuova semina, si riprendono i fervori casalinghi per dar vita ad un nuovo, si spera, prosperoso raccolto.

Il dualismo affascinante che sta sotto alla figura di questa vecchia è forse il motivo per cui non è mai diventata un vero e proprio oggetto commerciale, fatta esclusione per gli ultimi anni.

La leggenda della befana trova comunque riscontri anche nelle tradizioni precristiane olandesi e tedesche. E così presso i tedeschi del nord troviamo un personaggio simile in Frau Holle (La leggenda di Frau Holle) che nella Germania del sud, diventa Frau Berchta.

Entrambe queste ‘signore’ portano in sé il bene e il male: sono gentili, benevole, sono le dee della vegetazione e della fertilità, le protettrici delle filatrici; ma nello stesso tempo si dimostrano cattive e spietate contro chi fa del male o è prepotente e violento. Si spostano volando su una scopa o su un carro, seguite dalle ‘signore della notte’, le maghe e le streghe e le anime dei non battezzati.

La vera storia della befana

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