La R.N. Garibaldi è stato un incrociatore della Regia Marina italiana e successivamente della Marina Militare diventando dopo radicali lavori di trasformazione la prima unità navale missilistica italiana.

Alla sua entrata in servizio il “Garibaldi” era classificato incrociatore leggero secondo il Trattato navale di Londra del 1930.
Oggi nel mondo gli incrociatori leggeri sono stati preservati e destinati a diventare navi museo.

La costruzione della R.N. Garibaldi avvenne nel Cantiere navale San Marco di Trieste e iniziò il 28 dicembre 1933. La nave, varata il 22 aprile 1936 venne consegnata alla Regia Marina il 1º dicembre 1937. Madrina del varo la Signora Gina Federzoni, moglie dell’allora Presidente del Senato Luigi Federzoni.
La bandiera di combattimento venne consegnata il 13 giugno 1938 dalla città di Palermo e dalla Federazione Nazionale Volontari Garibaldini, dopo che il 5 maggio la nave aveva preso parte nel golfo di Napoli alla parata navale in onore del Cancelliere tedesco Hitler in occasione della visita in Italia.

L’unità faceva parte della classe Duca degli Abruzzi, ultima evoluzione degli incrociatori leggeri della classe Condottieri, navi che presentavano un perfetto equilibrio fra protezione, velocità, tenuta di mare e armamento, La prima operazione bellica cui partecipò l’unità fu nell’aprile 1939 l’occupazione dell’Albania. Nell’occasione la Regia Marina schierò davanti alle coste albanesi una squadra navale al comando dell’ammiraglio Arturo Riccardi. Le forze italiane incontrarono scarsissima resistenza e in breve tempo tutto il territorio albanese fu sotto il controllo italiano, con re Zog costretto all’esilio. Il Garibaldi trovò poi ampio impiego durante la Seconda guerra mondiale, inquadrato nella VIII Divisione Incrociatori nell’ambito della I Squadra di base a Taranto.

Nel Dopoguerra insieme al gemello Duca degli Abruzzi, al Cadorna e al Montecuccoli, costituì la dotazione degli incrociatori concessi alla Marina Militare Italiana dalle clausole del Trattato di pace, con il Cadorna messo però quasi subito in disarmo e il Montecuccoli trasformato in nave scuola per gli allievi dell’Accademia Navale di Livorno.
Negli anni Cinquanta il Garibaldi venne sottoposto a dei lavori di ammodernamento; a bordo dell’unità venne anche eretta una piattaforma per elicotteri, ciò indusse la Marina Militare a dotarsi di unità navali polivalenti equipaggiate di elicotteri antisommergibile e dotate delle relative attrezzature quali ponte di volo e hangar del tipo fisso o telescopico. La necessità di questo tipo di unità che consentivano di estenderne il raggio di azione, derivava anche dalla percezione della minaccia sempre più concreta rappresentata dalla flotta subacquea sovietica, i cui battelli avevano iniziato proprio in quegli anni a fare la loro comparsa nel Mediterraneo operando dalla base albanese di Valona. Venne così avviato lo sviluppo di una nuova categoria di unità navale, di cui l’Italia precorse i tempi. Da lì a poco infatti nacquero le fregate classe Bergamini, le prime unità portaelicotteri al mondo, e gli incrociatori classe Doria, le cui sistemazioni elicotteristiche divennero di fatto uno standard per tutte le costruzioni successive.

A partire dal 1957 l’unità venne avviata ai lavori di ricostruzione/trasformazione come incrociatore lanciamissili, in seguito al delinearsi dell’importanza del missile, come strumento unico e necessario, per la difesa a lungo e medio raggio per affrontare la costante e seria minaccia aerea, rappresentata da velivoli di nuova generazione sempre più sofisticati, per i quali l’artiglieria di bordo non era più in grado di costituire un mezzo di contrasto efficace. Ma i quattro missili balistici statunitensi Polaris dotati di testata nucleare, che avevano lo scopo di fornire alla Marina Militare Italiana una capacità di deterrenza strategica, non vennero però mai forniti dagli Stati Uniti, poiché motivazioni di natura politica ne impedirono la prevista acquisizione. Successe infatti che in seguito alla crisi di Cuba dell’ottobre 1962 il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy concesse al Premier sovietico Krusciov il ritiro dei missili Polaris e Jupiter dall’Italia e dalla Turchia in cambio del ritiro dei missili sovietici da Cuba.
L’Italia decise in alternativa di sviluppare un suo programma nucleare e il progetto di missile balistico italiano denominato Alfa, venne sviluppato dalla Marina Militare a partire dal 1971 con alcuni lanci effettuati con successo nella prima metà degli anni Settanta dal poligono di Salto di Quirra. Il programma ebbe termine il 2 maggio 1975 quando su pressione degli Stati Uniti l’Italia aderì al Trattato di non proliferazione nucleare.

Al termine dei lavori di trasformazione il Garibaldi venne riconsegnato alla Marina Militare nel 1961 raggiungendo la sua base operativa di Taranto e dopo una crociera di rappresentanza negli Stati Uniti svolta nell’ultima parte del 1962, fece il suo rientro in squadra nel 1963. La bandiera di combattimento venne consegnata a Napoli il 10 giugno 1964.
Il Garibaldi venne messo in disarmo nel 1971 non tanto per l’età, ma per motivi di ordine economico che all’inizio degli anni Sessanta si evidenziarono in maniera preoccupante per il futuro della Marina Militare Italiana.
Sebbene l’unità da poco ristrutturata, fosse nelle condizioni ideali per essere utilizzata come nave museo, vista anche la sua grande storia, il R.N. Garibaldi venne invece ufficialmente radiato il 16 novembre 1976 e due anni dopo con l’apertura del Ponte Girevole attraversò a rimorchio per l’ultima volta il canale navigabile di Taranto per raggiungere La Spezia, dove sarebbero avvenuti i lavori di demolizione a cura dei Cantieri del Tirreno di Genova, dopo essere stato parzialmente smantellato dopo la sua messa in disarmo a partire dal 1972.

Le due bandiere di combattimento che l’unità ha ricevuto sono conservate in due cofanetti al Sacrario delle Bandiere del Vittoriano. Il motto “OBBEDISCO è invece alla base de La Maddalena.

La nave è stata intitolata al condottiero e patriota Giuseppe Garibaldi che è stato uno dei più grandi protagonisti del Risorgimento e che per le sue imprese in Europa e in Sud America era stato definito “Eroe dei due mondi“. In precedenza altre due navi della Regia Marina, avevano portato il nome “Giuseppe Garibaldi”:

  • la pirofregata napoletana “Borbone” che, passata ai Garibaldini nel settembre 1860, partecipò all’epica impresa dei Mille. Fu convertita nel 1893 in nave ospedale;
  • l’incrociatore corazzato classe Garibaldi costruito nel Cantiere Ansaldo di Sestri Ponente. Varato il 28 giugno 1899, entrò in servizio nel 1901 ricevendo la bandiera di combattimento a Genova nel 1902, insieme con un labaro (drappo) sul quale era miniata la “Preghiera del Marinaio“, composta dal poeta Antonio Fogazzaro che venne recitata per la prima volta sull’unità alla fonda nella rada di Gaeta.

Attualmente a portare il nome Giuseppe Garibaldi nella Marina Militare è un incrociatore porta aeromobili costruito a Monfalcone in servizio dal 1985 che, come il suo predecessore, ha ricoperto il ruolo di nave ammiraglia della flotta, sino all’entrata in servizio della portaerei Cavour.