I Patti Lateranensi (1929) posero fine alla Questione Romana, una controversia originatasi durante il Risorgimento sul ruolo di Roma in quanto sede del potere temporale del Papa, ma al contempo agognata capitale d’Italia.
LA QUESTIONE ROMANA
Nel 1870, alcune settimane dopo la caduta di Napoleone III nella battaglia di Sedan, l’esercito italiano si fece più ardito e guidato dal generale Raffaele Cadorna, entrò in Roma, non più difesa dalle truppe francesi, attraverso una delle porte delle mura aureliane.
L’episodio è per questo noto come la Breccia di Porta Pia, un’opera creata tra il 1561 e il 1565 da Michelangelo Buonarroti, nonostante fosse in età avanzata, su ordine di papa Pio IV. Il fatto decretò la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica e una profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi.
Potere temporale – indica il governo degli uomini, oggi definito “potere politico”, termine che viene spesso giustapposto a “potere spirituale”, ovvero governo delle anime. Nel periodo suddetto, il Papa oltre ad essere sommo pontefice della Chiesa cattolica, è stato anche sovrano dello Stato Pontificio (752-1870).
Nel 1871 la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma. Tre mesi dopo venne approvata la legge delle Guarentigie, la quale, come dice il suo nome, stabiliva precise garanzie per il papa e la Santa Sede.
Ma dal 1871, sia Pio IX sia i suoi successori, non uscirono più dai Palazzi Vaticani in segno di protesta e ciò si protrasse per quasi sessant’anni, fino alla stipula nel 1929 dei Patti Lateranensi, che resero possibile il riallacciarsi delle relazioni tra Stato e Chiesa.
La “Questione Romana”, dunque, non si limitava al solo problema dell’annessione territoriale di Roma, ma chiamava in causa il complesso tema delle relazioni tra Chiesa cattolica e Regno d’Italia, già gravemente compromesse dalla permanente opposizione al Risorgimento, manifestata da Pio IX a partire dal 1849.
Fu infatti l’anno in cui in Italia sorse uno Stato Repubblicano. In seguito ai moti del 1848, la Primavera dei Popoli che sconvolse tutta Europa e mirava ad abbattere i governi della Restaurazione, nei territori dello Stato Pontificio le tensioni sfociarono in una rivolta interna e papa Pio IX, esauriti tutti i mezzi che erano in suo potere, si trovò costretto a fuggire a Gaeta.
Venne così proclamata la Repubblica Romana con capitale Roma. Ma ebbe vita breve in seguito all’intervento militare della Francia che ristabilì l’ordinamento pontificio garantendole protezione.
I PATTI LATERANENSI
I Patti Lateranensi furono accordi di mutuo riconoscimento tra il Regno d’Italia e la Santa Sede firmati nel 1929 dal cardinale Gasparri per Papa Pio XI e da Benito Mussolini come capo del governo italiano, si poterono così riallacciare le relazioni tra Stato e Chiesa. Si tratta di tre atti distinti:
- un Trattato che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano; a sua volta la Santa Sede riconosceva il Regno d’Italia con la capitale a Roma;
- una Convenzione finanziaria che prevedeva un risarcimento di 750 milioni di lire a beneficio della Chiesa per i danni subiti a causa delle leggi eversive di una politica anticlericale (Ordini e Corporazioni religiose furono soppressi, e i beni espropriati e liquidati)
- un Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa e il Governo.
Fu riconosciuta la religione cattolica come religione di Stato (l’insegnamento della religione nelle scuole era già stato introdotto nel 1923), si acconsentì che le leggi sul matrimonio e il divorzio fossero conformi a quelle della Chiesa cattolica di Roma, il clero fu esentato dal servizio militare e venne confermato l’obbligo dei nuovi vescovi a giurare fedeltà al Governo italiano, ad eccezione del vescovo di Roma che fa le veci del Pontefice, cioè il cardinale vicario, in segno di rispetto dell’indipendenza del Papa da parte dell’Italia.
Dei tre atti solo il Concordato è stato rivisto. Dopo lunghe e difficili trattative fu firmato nel 1984 dall’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi, per lo Stato italiano, e dal cardinale Agostino Casaroli Segretario di Stato, in rappresentanza della Santa Sede. Tra le varie clausole fu rimossa quella che definiva la Chiesa cattolica come religione di Stato e fu prevista nelle scuole la possibilità di esenzione dall’ora di religione.
Poichè era necessario stabilire intese successive tra le parti, la gestione diretta dei termini dell’accordo fu affidata alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana).
Fino al 1952 era invece direttamente la Santa Sede a instaurare i rapporti con le autorità governative, ciò a conferma dell’importanza data a questo organismo particolare di governo ecclesiastico.
La CEI (Conferenza Episcopale Italiana) è l’unione permanente dei Vescovi e Arcivescovi di qualsiasi rito, delle diocesi e delle altre Chiese cattoliche che sono in Italia. Originariamente fu pensata per sollecitare i vescovi a uscire dall’abituale isolamento diocesano e favorire il confronto e i reciproci rapporti personali, teologici e culturali, al fine di maturare una coscienza di comunione.
È articolata in conferenze episcopali regionali che dipendono da quella nazionale, e fa parte del Consiglio europeo delle Conferenze episcopali.
Essa opera come persona giuridica (pubblica), il cui Presidente a partire dallo Statuto del 1959 viene nominato personalmente dal Papa, a differenza delle Conferenze Episcopali di altri paesi dove sono gli stessi membri a nominarlo.
Dal 2007 ad oggi il Presidente della CEI è il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova.
PERSONA GIURIDICA
La persona giuridica è un soggetto di diritto a cui la legge riconosce la capacità di essere titolare di diritti e doveri (capacità giuridica) e la capacità di poterne disporre (capacità di agire).
La persona fisica è soggetto di diritto, che ha fin dalla nascita la capacità giuridica.
La Persona giuridica intesa come pubblica, è un insieme di persone fisiche e di beni organizzato per il conseguimento di determinati obiettivi di interesse collettivo.
In base alla struttura si possono classificare in:
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associazioni: costituite da persone fisiche che perseguono uno scopo comune non economico, e i beni costituiscono il patrimonio dell’associazione, ovvero il mezzo per il raggiungimento del fine prefissato;
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fondazioni: costituite da beni, un patrimonio preordinato al perseguimento di un determinato scopo.
Non va confusa con la personalità giuridica caratteristica di quell’ente che gode di autonomia patrimoniale perfetta, operazione di separazione fra patrimonio degli aderenti all’associazione e il patrimonio dell’associazione o dell’ente.
Esempi di società o enti dotati di personalità giuridica costituite secondo le forme e le modalità previste dalla legge sono: le S.r.l. (società a responsabilità limitata), le S.p.A. (società per azioni), le società cooperative, gli istituti scolastici.
La CEI è un organismo che assume rilievo particolare nei rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica, ovvero nei rapporti tra vescovi cattolici italiani e politici membri delle istituzioni italiane. È suo compito studiare i problemi che interessano la vita della Chiesa cattolica in Italia ed elaborare orientamenti nel campo dottrinale e pastorale.
Inoltre gestisce l’otto per mille versato dagli italiani e destinato alla Chiesa cattolica. Il suo territorio comprende Italia, San Marino e Città del Vaticano. È editore di TV2000, un’emittente televisiva autonoma. La CEI collabora inoltre con la Rai per la realizzazione del programma televisivo A sua immagine e con Mediaset per la realizzazione del programma televisivo Le frontiere dello spirito.
Pontificia Opera di Assistenza (POA)
Un vasto movimento di cattolici partecipò alla ricostruzione di un Italia che alla fine della Seconda guerra mondiale era un paese in ginocchio, sfigurato dagli eventi bellici.
Nel 1944 a conflitto ancora in corso, papa Pio XII incaricò monsignor Ferdinando Baldelli di costituire la Pontificia commissione di assistenza (Pca) per fornire assistenza e distribuire gli aiuti ai profughi.
Dopo la guerra, nel 1953 mutò il proprio nome in Pontificia Opera di Assistenza (POA) la cui azione di assistenza materiale e morale era diretta ai poveri, secondo i principi cristiani di Carità e Solidarietà in un mondo in trasformazione.
La POA venne ufficialmente sciolta da papa Paolo VI nel 1970.
Le sue funzioni sono state assorbite dalla Caritas Italiana, organismo pastorale della CEI per la promozione della carità e della solidarietà, secondo lo spirito di rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II.