Storie di bande criminali, di mafie e di persone oneste

Storie di bande criminali, di mafie e di persone oneste.
Dai «Misteri d’Italia» di «Blu notte»
Autore: Carlo Lucarelli
Genere: storico, biografie e memorie
Editore: Einaudi, 2008

L’Italia non è un paese normale. La sua storia viaggia su due binari paralleli: uno alla luce del sole, l’altro sommerso. In alcuni casi i due binari si sono avvicinati pericolosamente fino a incrociarsi.

Carlo Lucarelli torna a raccontare l’Italia nascosta e oscura e i pesanti intrecci con quella ufficiale, rassicurante, che tutti conosciamo. Scoprire cosa c’è dietro le attività della banda della Magliana, che ha trasformato Roma in un crocevia di affari sporchi; ricostruire le vicende della Cosa nostra trapanese; capire come funziona la dittatura armata della camorra; conoscere piú a fondo la struttura della ‘ndrangheta, a lungo sottovalutata dallo Stato; apprendere la storia del cuore nero di Milano; e quella di tre uomini emblematici che in Sicilia si opponevano a mafia e latifondisti; infine raccontare l’anomalia dell’anonima sarda. Prendere, insomma, la Storia contemporanea e trasformarla in un patrimonio che è anche letterario, fatto di trame e di personaggi che meritano di essere narrati non solo nei libri di testo.

«Credo sia giusto raccontarle ancora, queste storie che stanno alla base di ciò che sta accadendo anche oggi e servono a spiegarlo, mostrandocene il meccanismo. Raccontarle cercando di riprodurre il ritmo e anche le imperfezioni delle testimonianze, che proprio grazie a quelle imperfezioni riescono a essere cosí vere».

Carlo Lucarelli


I capitoli:

L’ANOMALIA SARDA
Le amare cronache dall’Hotel Supramonte. Mentre un giudice siede in una stanza, testa china.

MILANO CALIBRO 9
C’era una volta la nebbia, a Milano. E la banda di Renato Vallanzasca.

LA BANDA DELLA MAGLIANA
Dalla mala di coltello alla presa di Roma. Mentre in città scorre un fiume. Di cocaina.

LA STORIA DELLA CAMORRA
Silvia, don Peppino, Giancarlo che non sanno di andare alla guerra.

LA STORIA DELLA ‘NDRANGHETA
«Una palla di sangue che gira tutto il mondo, calda come il fuoco, fredda come il ghiaccio…»

TERRA E LIBERTÀ
Placido Rizzotto nel buio, una sera di tanti anni fa. Si spegne, intanto, l’eco della grande Cavalcata.

TRAPANI, COPPOLE E COLLETTI BIANCHI
Barbara che sta portando a scuola Salvatore e Giuseppe, entrambi di sei anni.


Carlo Lucarelli
Giallo, noir e blu notte

Nato il 26 ottobre 1960 a Parma, lo scrittore “noir” ormai di culto del patrio panorama letterario (a giudizio di molti assai stantìo), attualmente vive tra Mordano, in provincia di Bologna, e San Marino. La sua capacità di mescolare sapientemente generi diversi tra loro ottenendo risultati sorprendenti è ormai nota e lo ha ampiamente accreditato non solo presso il pubblico ma anche fra gli “addetti ai lavori” (registi e sceneggiatori).
La conseguenza è che ormai Carlo Lucarelli, abituato a muoversi fra torbidi intrighi con quella sua faccia da bravo ragazzo non più solo sulla carta ma da qualche anno anche in televisione – con la fortunata trasmissione “Blu notte” – non ha più il tempo neanche per guardarsi allo specchio.

Il suo percorso narrativo parte da lontano, e un’occhiata alla sua scheda biografica lo conferma: si va dai racconti brevi sparsi nelle varie antologie del “Gruppo 13” (di cui fa parte) alla fortunata trilogia giallo-storica con il commissario De Luca pubblicata da una casa prestigiosa come Sellerio (si tratta dei tre bei romanzi: “Carta bianca”, “L’estate torbida” e “Via delle Oche”).

Carlo Lucarelli è un vulcano. Non è certo il classico scrittore chiuso nella sua torre d’avorio uso ad osservare il mondo da una splendida distanza, ma è uno che si sporca le mani, che viaggia e che fa una miriade di cose. E’ membro della sezione italiana dell’AIEP (Associazion Internazional Escritor de Poliziaco, fondata a Cuba da Paco Ignatio Taibo II) e dell’Associazione Scrittori-Bologna, ma è anche docente di scrittura creativa sia alla Scuola Holden di Alessandro Baricco a Torino, che nel carcere “Due Palazzi” di Padova. E’ inoltre curatore della rivista telematica “Incubatoio 16”.

Lucarelli ha vinto il “Premio Alberto Tedeschi” con il romanzo “Indagine non autorizzata” nel 1993, il “Premio Mistery” con “Via delle Oche” nel 1996 e con il romanzo “L’isola dell’Angelo Caduto” è stato finalista al “Premio Bancarella” nel 2000, anno in cui ha portato a casa il “Premio Franco Fedeli”. I suoi romanzi sono stati tradotti per la prestigiosa Série noir della Gallimard, in Francia.
Collaboratore della collana “Stile libero” di Einaudi – nella quale sono inseriti i suoi romanzi “Il
giorno del lupo”, “Almost Blue” e “Guernica” – ne cura la selezione noir insieme a Luigi Bernardi.
Come ricordato, il più venduto scrittore giallo del momento ha condotto per la RAI il programma televisivo “Mistero in Blu” successivamente intitolato “Blu notte”. In ogni puntata Lucarelli narra di un caso insoluto di omicidio come fosse un giallo. Il successo della trasmissione e del suo conduttore è confermato dalla spassosa imitazione che Fabio De Luigi, insieme al trio Aldo, Giovanni e Giacomo, hanno fatto nell’edizione 2003 di “Mai dire domenica”.

Tra le sue numerose altre attività Lucarelli scrive sceneggiature di fumetti e soggetti per videoclip (uno dei più recenti: per Vasco Rossi, con la regia di Roman Polanski) e canta talvolta con il gruppo post-punk “Progetto K”.
Dal suo racconto “La tenda nera” è stato tratto uno sceneggiato televisivo con Luca Barbareschi, e dal suo romanzo “Almost blue”, il regista Alex Infascelli ha tratto il film omonimo. Carlo Lucarelli ha inoltre collaborato con Dario Argento per il film “Non ho sonno”. Il suo libro “Lupo mannaro” è diventato un film di Antonio Tibaldi, con sceneggiatura sua e di Laura Paolucci.

Lucarelli è sempre in movimento da un capo all’altro dell’Italia, senza contare le presenze estere. Partecipa volentieri a quante più manifestazioni e incontri letterari può (soprattutto se dedicati alla letteratura gialla e noir). Quasi tutti i suoi romanzi sono stati tradotti e pubblicati in Francia, Olanda, Grecia, Spagna, Germania e Norvegia.
Uno dei suoi lavori più recenti è “Un giorno dopo l’altro” nel quale riprende il personaggio Grazia Negro apparso per la prima volta in “Lupo mannaro” e successivamente in “Almost blue”.

Tratto da: biografieonline


Carlo Lucarelli ha una grandissima abilità: quella di prendere una storia talmente ingarbugliata che, se fosse finta, nessuno scrittore riuscirebbe a concepire, ed a raccontarla come se fosse semplice e lineare, senza bisogno di ripetizioni o omissioni.

Carlo Lucarelli ha anche un’altra grandissima abilità: quella di delineare con poche parole una situazione, un contesto, un’epoca. Sa mettere insieme quei pochi dettagli che servono al lettore per trovarsi esattamente nel luogo in cui si svolgono i fatti, pur stando ancora a casa sua, per poi cominciare a raccontare in modo sobrio, scorrevolissimo, pacato, ma diretto ed estremamente pregnante le vicende di cui vuole parlare, tenere vivo il ricordo. Riesce a trasmettere la sua rabbia, il suo dolore per le vittime al lettore. Sottolinea con maestria i punti essenziali della narrazione, arricchendola di dettagli sottili, quasi sfumati, ma efficacissimi nel contesto narrativo.

di Diego (readers-bench)


BANDA DELLA MAGLIANA


Dee Giallo – Puntata 4 – La storia della banda della Magliana

La banda della Magliana torna come un piccolo buco nero tutte le volte che nella storia d’Italia si affrontano gialli dal risvolto particolarmente complesso, come il caso Moro, l’uccisione del giornalista Mino Pecorelli, la strage di Bologna, l’omicidio del banchiere Roberto Calvi, di nuovo e recentemente il rapimento di Emanuela Orlandi, solo per citarne qualcuno. A torto o a ragione non importa, la banda della Magliana salta sempre fuori.

Eppure dal punto di vista banalmente criminale la storia è abbastanza semplice.

A metà degli anni Settanta un esponente della malavita di Trastevere che si chiama Franco Giuseppucci mette assieme altri personaggi emergenti della mala romana soprattutto quelli provenienti dalla zona di via della Magliana, con un’idea abbastanza precisa: prendersi la città.
La città è Roma, la Roma degli anni Settanta e Ottanta, una città che sta crescendo, che costruisce, che fa affari e non sempre puliti, che fa politica e non sempre pulita neppure quella, una città in cui in un modo o nell’altro, legale o illegale, pulito o sporco, scorre un fiume di soldi. Bene, quella è la città su cui mettere le mani.

E per riuscirci bisogna fare come i siciliani, e cioè la mafia: unirsi, organizzarsi e controllare il territorio, e soprattutto sparare.
Prendersi la città. E ci riescono. Non solo sparando, anche corrompendo, distribuendo soldi e cocaina alla gente che gli può dare una mano. E per una quindicina di anni la banda della Magliana controlla le principali attività criminali che si svolgono a Roma, soprattutto il traffico di droga, e reinveste parte degli utili nell’organizzazione stessa, anche corrompendo esponenti delle istituzioni per coprirsi le spalle ed elimina tutti quelli che si oppongono a questa specie di monopolio criminale.

Tratto da DeeGiallo

 

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