Malcolm X

 

Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente.
Si limitano a piangere sulla propria situazione.
Ma quando si arrabbiano,
allora si danno da fare per cambiare le cose.

Malcolm X,Malcolm X Speaks, 1965

 

Malcolm X, leader religioso e attivista per i diritti umani viene ucciso nel 1965 a New York mentre tiene un discorso davanti a quattrocento persone. Ventun colpi d’arma da fuoco pongono fine alla vita di una delle figure più importanti nella storia degli Stati Uniti del secondo dopoguerra, uno degli esponenti più importanti del movimento dei diritti civili dei neri.

Malcolm nacque a Omaha nel Nebraska nel 1925 in una famiglia numerosa. I suoi genitori aderirono al movimento pan-africanista di liberazione dei neri fondato nel 1914 dal politico giamaicano Marcus Garvey, che si proponeva di ottenere condizioni più umane di lavoro per i neri, e predicava il ritorno in Africa di tutta la popolazione nera sparsa nel mondo, perché potessero sentirsi tutti cittadini africani. Negli Stati Uniti d’America era molto attivo il movimento White Power (potere bianco), la cui ideologia affermava la supremazia bianca; il padre di Malcolm colpevole di aver predicato nei quartieri segregati dei neri, venne ucciso nel 1931 quando Malcolm aveva solo 6 anni. Egli ebbe un’infanzia difficile, la sua famiglia si disgregò quando alcuni anni dopo la madre sviluppò una malattia psichiatrica, per cui venne affidato a dei tutori.

Presa una brutta strada, nel 1946 Malcolm viene arrestato per rapina e condannato a otto anni di prigione. Ed è in carcere che entra in contatto con la Nazione Islamica, un movimento fondato nel 1930 a Detroit, che predica l’emancipazione dei neri e il ritorno alle tradizioni e alla fede islamica. Passa il suo tempo leggendo libri e studiando, quando esce dal carcere nel 1952 diviene un membro importante dell’organizzazione, oltre che uno dei suoi leader religiosi. Malcolm decide allora di eliminare il suo cognome: Little, la cui origine è riconducibile agli usi e costumi dei padroni bianchi di dare un nuovo cognome agli schiavi deportati dall’Africa, egli lo sostituisce con una X, l’incognita matematica.  Comincia a mobilitarsi per i diritti civili e a prendere posizioni forti contro le discriminazioni operate dalle autorità nei confronti dei neri. Il film biografico Malcolm X di Spike Lee del 1992 interpretato da Denzel Washington, racconta quando nel 1957  Malcolm radunò centinaia di persone davanti alla stazione di polizia per potersi accertare delle condizioni (peraltro molto gravi) di Johnson Hinton, un membro della Nazione Islamica che fu picchiato e arrestato dalla Polizia che negava di averlo in custodia.

Malcolm diventato famoso in tutti gli Stati Uniti, le sue dichiarazioni vengono pubblicate dai mass media, la propaganda della Nazione Islamica esalta la supremazia dei neri sui bianchi e l’idea che la malvagità sia insita nei bianchi, considerati indiscriminatamente tutti colpevoli dell’oppressione sui neri. Malcolm, pur condividendo lo stesso sogno, fu molto critico nei confronti di Martin Luther King, l’altro grande leader del movimento per i diritti civili, per le sue azioni e le sue teorie sulla non violenza, considerando una farsa la Marcia su Washington (1963) una delle più grandi manifestazioni per i diritti civili nella storia degli Stati Uniti. Egli infatti riteneva necessario lottare per i propri diritti “con tutti i mezzi necessari”.«Nessuno vi può dare la libertà, nessuno vi può dare l’uguaglianza o la giustizia. Se siete uomini, prendetevela».

Nel 1963 Malcolm inizia a collaborare con Alex Haley, futuro autore di Radici (1977), per la stesura di una sua autobiografia. L’anno successivo annuncia di essere uscito definitivamente dall’organizzazione della Nazione Islamica, in seguito all’incrinarsi dei rapporti con gli altri leader del movimento, in particolare con Elijah Muhammad che tanto lo aveva affascinato, non era egli un esempio di rettitudine essendo stato accusato di avere dei figli illegittimi.

Si reca quindi in Arabia Saudita e un pellegrinaggio a La Mecca pare lo avesse molto cambiato, resosi conto che non è il colore della pelle o l’appartenere a una religione che accomuna gli uomini, e che esistevano altri modi per risolvere i problemi dei diritti umani.

Dopo un lungo viaggio durante il quale visitò diversi paesi del mondo, ritornò negli Stati Uniti e qualche giorno dopo, il 21 febbraio 1965 venne ucciso  in un hotel di New York da alcuni membri della Nazione Islamica.

 

Malcolm X di Spike Lee (1992)

 

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