Prima di tutto

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Questo testo, di cui esistono numerose varianti,  è stato spesso (anche da me, sic!) erroneamente attribuito a Bertolt Brecht.
Il suo contenuto allude all’apatia della società nei confronti dei pregiudizi e delle persecuzioni che sono accadute e che accadono tutt’ora. Come a dire “fintanto che non tocca a me… lascio fare”, arrivando a capire l’errore solo quando è troppo tardi.

Molto probabilmente fa riferimento a un testo enunciato da Martin Niemöller, pastore a Berlino-Dahlem nel 1931, durante i suoi sermoni, che si presume recitasse così:

Quando i nazisti presero i comunisti, io non dissi nulla perché non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico.
Quando presero i sindacalisti, io non dissi nulla perché non ero sindacalista.
Poi presero gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa

Martin Niemöller animò la resistenza luterana in opposizione al nazionalsocialismo (Bekennende Kirche) e per questo motivo fu internato in un campo di concentramento (1937-45); dopo la Seconda guerra mondiale ricoprì varie cariche nella Chiesa evangelica tedesca.

 

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