Dalle donne per le donne: Rita Levi Montalcini

«La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell’altro incoraggiato. Così pure tra popoli. È sempre un dato culturale.

Per la componente femminile del genere umano è giunto il tempo di assumere un ruolo determinante nella gestione del pianeta. La rotta imboccata dal genere umano sembra averci portato in un vicolo cieco di autodistruzione. Le donne possono dare un forte contributo in questo momento critico».

Rita Levi Montalcini

 

Rita Levi Montalcini (1909-2012) neurologa e ricercatrice di fama mondiale le è stato conferito il Premio Nobel per la medicina nel 1986, è stata senatrice a vita italiana.

Nata in una famiglia ebrea sefardita (discendente dai coloni ebrei originari del Vicino Oriente, che vivevano nella penisola iberica), entrambi i genitori molto colti instillarono nei figli il proprio apprezzamento per la ricerca intellettuale. A causa delle leggi razziali emanate dal regime fascista nel 1938, è costretta ad emigrare in Belgio insieme a Giuseppe Levi al quale deve la sua formazione in scienze biologiche e l’insegnamento ad affrontare i problemi scientifici in modo rigoroso. Sono anni assai travagliati per il mondo e per l’Europa. Infuria la seconda guerra mondiale ed è assai difficile trovare luoghi dove poter stare tranquilli, figuriamoci intraprendere delle ricerche. Finalmente, nel 1945 la guerra finisce, lasciandosi alle spalle milioni di morti e devastazioni inimmaginabili in tutti i Paesi.

Tornata a Torino, sua città natale, riprende con più serenità le sue importanti ricerche insieme a Levi attraverso un laboratorio domestico. Poco dopo riceve un’offerta difficilmente rifiutabile dal Dipartimento di Zoologia della Washington University (St. Louis, Missouri). L’America diventerà una sorta di sua seconda patria, vivendoci con incarichi prestigiosi per oltre trent’anni e precisamente fino al 1977.

Nel 1951 scopre il fattore di crescita nervoso noto come NGF, che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per le sue ricerche sul meccanismo d’azione del NFG condotte per trent’anni, le verrà conferito nel 1986 il Premio Nobel per la medicina insieme al suo studente biochimico Stanley Cohen.
Nella motivazione del Premio si legge: “La scoperta del NGF all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo”. La loro ricerca è stata di fondamentale importanza per la comprensione della crescita delle cellule e organi e svolge un ruolo significativo nella comprensione del cancro e di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.

Nel 1961 dirige il Centro di Ricerche di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Roma) in collaborazione con l’Istituto di Biologia della Washington University, e nel 1969 il Laboratorio di Biologia cellulare. Dopo essersi ritirata da questo incarico “per raggiunti limiti d’età” continua le sue ricerche come ricercatore e guest professor e dal 1989 ha lavorato presso l’Istituto di Neurobiologia del CNR con la qualifica di Superesperto.
Nel 1993 presiede l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. È stata membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia, l’Accademia delle Scienze detta dei XL, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society.
È stata molto attiva in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società.

Nel 1992 istituisce, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all’educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario. L’obiettivo è quello di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese.
In data 22 gennaio 2008 l’Università di Milano Bicocca le ha assegnato la laurea honoris causa in biotecnologie industriali.
Rita Levi Montalcini muore alla straordinaria età di 103 anni il 30 dicembre 2012 a Roma.

Donna è: essere coscienti del proprio ruolo e delle proprie potenzialità

 

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