Noi riusciremo a salvarci dalla terza guerra mondiale solo se noi impugneremo per la salvezza e l’unificazione dell’Europa, invece della spada di Satana, la spada di Dio; e cioè, invece della idea della dominazione colla forza bruta, l’idea eterna della volontaria cooperazione per il bene comune.
di Luigi Einaudi da La guerra e l’unità europea
Discorso alla Costituente, 29 luglio 1947, Roma, Tipografia Camera dei Deputati, 1947
L’evoluzione progressiva di un Mercato unico europeo con regolamentazioni comuni sui prodotti e libera circolazione delle merci, dei capitali, del lavoro e dei servizi, poneva come necessaria, al fine di favorire gli scambi intracomunitari, la riduzione dei margini di oscillazione fra le monete europee. Specie dopo l’elevata inflazione e l’instabilità dei cambi prevalenti che si verificarono a livello internazionale negli anni Settanta con la crisi del Sistema di Bretton Woods.
Di conseguenza a ciò, sotto l’impulso politico del presidente francese V. Giscard d’Estaing e del cancelliere tedesco Helmut Schmidt, si volle creare in Europa una zona di stabilità monetaria.
SISTEMA MONETARIO INTERNAZIONALE
Il sistema di Bretton Woods
Bretton Woods è una località nello stato del New Hampshire negli Usa. Lì si tenne dal 1º al 22 luglio 1944 la conferenza che stabilì le regole per le relazioni commerciali e finanziarie tra i principali paesi industrializzati del mondo. Gli accordi di Bretton Woods fissarono l’obbligo per ogni paese di adottare una politica monetaria tesa a stabilizzare il tasso di cambio ad un valore fisso rispetto al dollaro, che veniva così eletto a valuta principale. Il piano istituì sia il Fondo monetario internazionale (Fmi) che la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (detta anche Banca mondiale o World Bank) con il compito di ridurre gli squilibri internazionali.
da Il Sole 24 ore, febbraio 2016
Tasso di cambio – Si tratta della valuta di un Paese, espressa in termini di valuta di un altro Stato. Tale quotazione può essere a pronti oppure a termine. Nella prima ipotesi le parti regolano la negoziazione immediatamente. In quella a termine, invece, la negoziazione stessa avviene accordandosi sulla valuta ed il prezzo. A differenza dell’operazione a pronti, le controparti differiscono l’esecuzione del contratto ad una data futura. In questo modo i due contraenti, che hanno rinviato nel futuro l’esecuzione dell’intesa, si mettono al riparo dalle eventuali fluttuazioni dei cambi. Si tratta di una precauzione molto usata nella prassi commerciale, soprattutto con riferimento alle transazioni con Paesi emergenti le cui divise sono notoriamente volatili.
da Il Sole 24 ore, febbraio 2016
Intento delle Nazioni Unite era quello di evitare il ripetersi di ciò che era accaduto durante la grande depressione del 1929, quando molti paesi rapidamente innalzarono barriere verso il commercio di prodotti stranieri e adottarono pratiche protezionistiche nel tentativo di proteggere le proprie economie in difficoltà. Questo comportò la svalutazione delle monete nazionali e un declino del commercio mondiale, situazione che è stata considerata una delle cause del Secondo conflitto mondiale.
La Conferenza, con la partecipazione dei delegati di tutti i paesi alleati (Usa, Regno Unito, Urss, Cina e Francia, quegli stessi Paesi che avevano un seggio permanente presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) si prefisse di costituire un sistema monetario internazionale stabile che fosse il fondamento del nuovo ordine mondiale di pace.
I paesi partecipanti, che erano coinvolti nella ricostruzione dell’Europa e dell’economia mondiale del Secondo dopoguerra, si accordarono per una cooperazione economica internazionale.
Vennero fondate queste due importanti istituzioni esistenti ancora oggi, che diventarono operative nel 1946: la World Bank e il Fondo monetario internazionale.
La Banca mondiale (World Bank) fu istituita, nell’ambito degli accordi di Bretton Woods, il 27 dicembre 1945 con il nome Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo. La sua sede è a Washington. L’obiettivo originario era aiutare Europa e Giappone nella ricostruzione dopo la Seconda guerra mondiale. Negli anni ha messo i Paesi in via di sviluppo al centro della sua azione.
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) è un’organizzazione composta da 188 Stati membri. I suoi principali obiettivi, come si legge nell’articolo 1 dell’accordo istitutivo, sono: promuovere la cooperazione monetaria internazionale; facilitare l’espansione del commercio internazionale; promuovere la stabilità e l’ordine dei rapporti di cambio evitando svalutazioni competitive; ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti.
da Il Sole 24 ore, febbraio 2016
Ma già nel 1958, appena cominciò a operare pienamente, il sistema di Bretton Woods manifestava gravi difetti strutturali, il maggior difetto consisteva nell’eccessiva rigidità dei cambi e il cumularsi di profondi squilibri.
Nel 1971 il presidente USA Richard Nixon alle prese con la Guerra in Vietnam e il forte aumento della spesa pubblica e del debito americano, approvò la legge che sospendeva la convertibilità del dollaro in oro, introducendo al contempo una tassa del 10% sulle importazioni negli Stati Uniti.
Con l’abolizione del rapporto fisso fra il dollaro e il prezzo dell’oro, che aveva consentito di mantenere la stabilità monetaria dalla Seconda guerra mondiale in poi, termina il sistema dei tassi di cambio fissi e l’economia mondiale si trovò improvvisamente senza un sistema monetario internazionale.
Tutto ciò rischiava di provocare il caos nell’economia mondiale, così gli accordi di Bretton Woods vennero abbandonati dai membri del G10 (organizzazione internazionale fondata nel 1962 dalle dieci maggiori economie capitalistiche di allora) che firmarono un nuovo accordo: lo Smithsonian Agreement. Il dollaro venne svalutato e si diede il via alla fluttuazione dei cambi.
Le istituzioni create a Bretton Woods si trovarono costrette a ridefinire priorità e obiettivi.
Degli anni Sessanta, il principale frutto della cooperazione monetaria fu la creazione dei DSP (Diritti Speciali di Prelievo) l’unità di conto utilizzata dal Fondo monetario per le riserve e i pagamenti internazionali.
Creati nel 1969 per rimpiazzare l’oro come base delle transazioni, e per questo sono stati anche detti paper gold, non rappresentano alcuna moneta ma servono come misura del valore delle transazioni tra Paesi. Si aprì così la strada a un sistema basato non più sull’oro e sul dollaro, ma sui DSP.
I Diritti speciali di Prelievo (Dsp, in inglese Special drawing rights) sono un particolare tipo di valuta. Si tratta dell’unità di conto del Fondo monetario internazionale il cui valore è ricavato da un paniere di valute nazionali. Scopo dei Dsp era rimpiazzare l’oro nelle transazioni internazionali. Fino a qualche anno fa, le valute che costituivano il paniere erano: dollaro Usa, marco tedesco, franco francese, sterlina britannica e yen giapponese. Dal 1999 l’euro ha sostituito il marco e il franco (il valore approssimativo di 1 euro è pari a 0,76 Dsp).
da Il Sole 24 ore, febbraio 2016
Nell’ottobre del 2016, anche il renminbi cinese è entrato a far parte del paniere delle principali valute mondiali che costituiscono gli «Special Drawing Rights» gestiti dal Fondo monetario internazionale.
IL SERPENTE MONETARIO
Per cercare di contenere le fluttuazioni delle monete europee, quindi, nel 1972 venne stipulato un accordo tra gli Stati della CEE creando il cosiddetto “serpente monetario”: un meccanismo di fluttuazione concertata delle monete nazionali entro margini ristretti e rispetto al dollaro. Un meccanismo che però, ebbe vita breve perchè non si ottennero i risultati sperati. Specie con la crisi petrolifera del 1973 che innescò un forte e generale aumento dei prezzi, il quale causò fluttuazioni nei cambi oltre i margini prestabiliti, e generò un profondo disaccordo sulla politica economica da perseguire per contrastare gli effetti della crisi. Pochi mesi dopo l’accordo ci furono paesi che entrarono e altri che temporaneamente uscirono dal serpente monetario.
IL SISTEMA MONETARIO EUROPEO
Essendo completamente mutato l’ambiente economico-finanziario a livello internazionale, divenne necessario stabilizzare i rapporti di cambio fra le rispettive monete; i Paesi della CEE dovettero cercare un nuovo accordo, in seguito al quale nel 1979 venne adottato il Sistema Monetario Europeo (SME), un sistema flessibile e indipendente dal dollaro.
Per gli scambi tra i paesi della Comunità europea, venne introdotta L’ECU (European Currency Unit, detta anche scudo europeo, come traduzione dal francese écu) un’unità di conto comune (o moneta fittizia), determinata in rapporto al valore medio dei cambi del paniere delle valute dei paesi aderenti.
UNIONE ECONOMICA MONETARIA
Tutto ciò rappresentò il primo passo verso la realizzazione dell’Unione economica e monetaria (UEM), prevista nel primo pilastro del Trattato di Maastricht del 1992 riguardo le politiche comunitarie interne. Si voleva favorire così una crescita economica e sostenibile e un alto livello di occupazione, attraverso idonee politiche economiche e monetarie. Si intendeva agire attraverso:
– una politica monetaria avente per fine la stabilità dei prezzi;
– un ordinamento delle politiche economiche negli Stati membri;
– una garanzia del buon funzionamento del mercato interno.
Una volta superata la prima fase (1990-1993) di integrazione tra gli Stati europei, con l’abolizione delle restrizioni alla libera circolazione dei capitali, si entrò nella seconda fase (1994-98) con la costituzione dell’Istituto monetario europeo (IME) con sede a Francoforte (Germania). Il suo compito era quello di:
– favorire il coordinamento volontario delle politiche monetarie (che rimanevano ancora sotto la responsabilità dei singoli Paesi)
– rafforzare la cooperazione tra le Banche centrali europee e compiere i preparativi necessari per la graduale introduzione di una moneta unica. In questa fase le banche centrali nazionali dovevano diventare indipendenti.
– assumere le funzioni fino ad allora svolte dal FECOM.
Il Fondo Europeo di Cooperazione Monetaria (FECOM) era stato creato nel 1973 per assicurare il buon funzionamento del cosiddetto “serpente monetario” e per intensificare la cooperazione tra gli Stati membri impegnati a realizzare l’Unione economica e monetaria. Operando da Basilea (Svizzera), il suo scopo era quello di fornire finanziamenti ai paesi membri che si trovavano a dover fronteggiare problemi della bilancia dei pagamenti di breve o medio periodo.
Venne sciolto il 1 gennaio 1994 con il trasferimento delle sue funzioni all’Istituto monetario europeo (IME).
Per poter partecipare alla nuova valuta si era stabilito che si dovevano rispettare i cosiddetti parametri di Maastricht ed avere quindi i requisiti economici e finanziari necessari: stabilità dei prezzi, stabilità dei tassi di interesse, stabilità dei tassi di cambio e sanità della finanza pubblica.
In questa seconda fase si provvide a definire la disciplina di bilancio nell’ambito dell’UEM con l’adozione del Patto di stabilità e crescita.
Il Patto di stabilità e crescita è un accordo che venne stipulato tra i Paesi dell’Unione europea nel 1997 per coordinare le politiche di bilancio della Ue salvaguardando la stabilità delle finanze pubbliche. Il Patto – implementato nel corso degli anni – si attua attraverso il rafforzamento delle politiche di vigilanza su deficit e debiti pubblici, nonché un particolare tipo di procedura di infrazione, la “procedura per deficit eccessivo” che ne è il principale strumento.
da Il Sole 24 ore, febbraio 2016
Nel 1998 ci si avvia verso la terza fase dell’UEM prevista dal Trattato di Maastricht, con l’istituzione di un Sistema europeo delle banche centrali (SEBC) composto dalle preesistenti banche centrali dei singoli Paesi dell’UE e da una banca comune, la Banca centrale europea (BCE) con sede a Francoforte.
L’IME (Istituto monetario europeo) viene liquidato.
Nel 1999 viene coniata una moneta unica europea: l’Euro, che va a sostituire le valute nazionali nei paesi che adottano l’euro (la cosiddetta Eurozona).
Una volta definiti irrevocabilmente i tassi di conversione tra le monete nazionali e la nuova valuta, la Banca centrale europea diviene operativa. Viene introdotta una politica monetaria unica per l’Eurozona, affidata al Sistema europeo di banche centrali (SEBC).
La Banca centrale europea (BCE) gestisce l’euro e definisce e attua la politica economica e monetaria dell’UE. Il suo compito principale è mantenere la stabilità dei prezzi, favorendo in tal modo la crescita e l’occupazione.
Ne sono membri il presidente (attualmente è Mario Draghi) e il vicepresidente della BCE, e i governatori delle banche centrali nazionali di tutti i paesi dell’UE.
L’Euro diviene così la valuta ufficiale dell’UE. Ma bisogna attendere il 1º gennaio 2002 perchè l’euro venga effettivamente immesso in circolazione.
L’ECU viene convertito in Euro e cessa di esistere.
Giunti così alla fase finale dell’Unione economica e monetaria europea, lo SME (il Sistema Monetario Europeo) che regolava i rapporti tra le monete della Comunità Europea, cessa di esistere il 31 dicembre 1998.
BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI
Il trattato di Roma del 1957 considerò anche la necessità di erogare o garantire prestiti destinati allo sviluppo dei settori industriale, energetico e infrastrutturale nell’interesse generale dei paesi membri della Comunità europea attraverso una Banca europea per gli investimenti (BEI) distinta da quella della Comunità, che dispone di un proprio capitale. È un Istituto finanziario internazionale senza fini di lucro con sede in Lussemburgo.
La Banca europea per gli investimenti è proprietà dei paesi Ue e quest’anno celebra 60 anni di vita (è stata fondata nel 1958). La Bei fornisce finanziamenti erogando prestititi a condizioni favorevoli per progetti che contribuiscono a realizzare gli obiettivi dell’Ue, sia all’interno che al di fuori dell’Unione. Il suo consiglio di amministrazione comprende un membro per ogni paese Ue, più uno per la Commissione europea. Il suo obiettivo è l’aumento delle potenzialità dell’Europa su crescita e occupazione, il sostegno a iniziative per mitigare i cambiamenti climatici e la promozione di politiche Ue al di fuori dei suoi confini
da Il Sole 24 ore, febbraio 2018
Con il Trattato di Maastricht e la creazione dell’unione monetaria, l’attività della Banca europea per gli investimenti viene ampliata e intensificata.
Nel 1994 è stato creato un Fondo europeo per gli investimenti, di cui la BEI è il principale azionista, che concede prestiti alle piccole e medie imprese attraverso capitale di rischio e strumenti per la condivisione dei rischi. Altri azionisti sono la Commissione europea e Istituti finanziari di tutta Europa. Questo fondo è attivo in tutti i paesi dell’UE, in quelli in via di adesione all’UE, nel Liechtenstein e in Norvegia.
Scrivevo trent’anni fa e seguitai a ripetere invano e ripeto oggi, spero, dopo le terribili esperienze sofferte, non più invano, che il nemico numero uno della civiltà, della prosperità, ed oggi si deve aggiungere della vita medesima dei popoli, è il mito della sovranità assoluta degli stati. Questo mito funesto è il vero generatore delle guerre; desso arma gli stati per la conquista dallo spazio vitale; desso pronuncia la scomunica contro gli emigranti dei paesi poveri; desso crea le barriere doganali e, impoverendo i popoli, li spinge ad immaginare che, ritornando all’economia predatoria dei selvaggi, essi possano conquistare ricchezza e potenza. In un’Europa in cui ogni dove si osservano rabbiosi ritorni a pestiferi miti nazionalistici, in cui improvvisamente si scoprono passionali correnti patriottiche in chi sino a ieri professava idee internazionalistiche, in quest’Europa nella quale ad ogni piè sospinto si veggono con raccapriccio riformarsi tendenze bellicistiche, urge compiere un’opera di unificazione. Opera, dico, e non predicazione. Vano è predicare pace e concordia, quando alle porte urge Annibale, quando negli animi di troppi Europei tornano a fiammeggiare le passioni nazionalistiche.
di Luigi Einaudi da La guerra e l’unità europea
Discorso alla Costituente, 29 luglio 1947, Roma, Tipografia Camera dei Deputati, 1947
PROGETTO ERASMUS