Da un Mercato Unico a una Comunità Europea

Noi democratici vogliamo che l’uomo sia migliore di quanto egli è; che egli abbia più amore, un maggior senso del bello, del grande, del vero; che l’ideale che egli persegue sia più puro, più alto; che egli senta la propria dignità, e abbia più rispetto per la sua anima immortale. Che egli abbia, in una fede liberamente adottata, un faro che lo guidi, e le sue azioni corrispondano a questo credo.

Giuseppe Mazzini, in Peoples Journal (Londra), n. 35, 28 agosto 1846

UN MERCATO UNICO EUROPEO

Nel 1950 le nazioni europee erano impegnate a risollevarsi dalla miseria e dalla distruzione lasciate dalla Seconda guerra mondiale, conclusasi cinque anni prima. Determinate a impedire il ripetersi di un simile terribile conflitto, si pensava al costituirsi delle basi comuni per lo sviluppo economico.

Decisi a voltare pagina, l’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman in un discorso tenutosi il 9 maggio 1950, passato alla storia come la dichiarazione Schuman, annunciò la proposta elaborata insieme a Jean Monnet di mettere insieme la produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.

La fusione della produzioni di carbone e di acciaio.. cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime. (dal testo della dichiarazione Schuman)

Si sperava così che una guerra tra Francia e Germania, storicamente rivali, diventasse – per citare Robert Schuman – “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”. La creazione di una “comunità del carbone e dell’acciaio” venne rapidamente accettata dai paesi che vi aderirono, e viene considerata come una prima tappa per un Mercato unico europeo.

Trattato di Parigi, 1951

Con il Trattato di Parigi del 1951 venne istituita la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA) che aveva lo scopo di mettere in comune le produzioni di queste due materie prime. Vi aderirono sei paesi: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Insediatasi a Lussemburgo, la CECA entrò in vigore nel 1952 e la sua durata fu stabilita di cinquant’anni (fino al 2002).

Per garantire il rispetto del diritto comunitario, farlo applicare uniformemente da tutti gli Stati membri e risolvere le controversie provocate dalla sua applicazione, fu creato nello stesso anno un organo giurisdizionale: la Corte di giustizia della CECA.

Fu la premessa per giungere a un’integrazione settoriale più ampia.

Trattati di Roma, 1957

Il principio di condivisione, infatti, è stato alla base  dei  successivi Trattati di Roma del 1957 con cui venne istituito il Mercato Comune Europeo (MEC), con cui si volle creare un mercato unico con alla base 4 libertà fondamentali:

  1. unione doganale
  2. rimozione delle barriere
  3. libera circolazione del lavoro e dei capitali
  4. libera iniziativa d’impresa e d’offerta di servizi

TRE COMUNITÀ ECONOMICHE EUROPEE

I Trattati di Roma del 1957 diedero vita effettiva ad altre due comunità a fianco della CECA, che raggruppavano i principali paesi europei:

  • alla Comunità Economica Europea (CEE), un’organizzazione internazionale a carattere regionale, un unico territorio, quindi, senza frontiere interne o altri ostacoli normativi alla libera circolazione di beni e servizi, e
  • alla Comunità Europea per l’Energia Atomica (CEEA o EURATOM) allo scopo di coordinare i programmi di ricerca degli stati membri relativi all’energia nucleare ed assicurare un uso pacifico della stessa. La CEEA è distinta dalla CEE.

Entrambe hanno durata illimitata ed entrambe sono riconosciute personalità giuridiche sia di diritto internazionale sia di diritto interno negli Stati membri.

Con un trattato di fusione firmato a Bruxelles (Belgio) nel 1965, le Commissioni esecutive di ognuna delle 3 Comunità vennero fuse in un unico organismo: la Commissione europea.
È una delle principali istituzioni comunitarie, un organo collegiale che ha funzioni esecutive e di controllo del rispetto del Diritto comunitario, che ha sede a Bruxelles (Belgio) e a Strasburgo (Francia).
La Commissione è composta da un delegato per ogni Stato membro dell’Unione europea, detto Commissario, a cui viene richiesta la massima indipendenza dal governo nazionale che lo ha indicato. Tra i suoi membri è compreso il Presidente e l’Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica estera.

Da questo momento le 3 Comunità europee avranno anche un unico Consiglio.
Il Consiglio delle Comunità europee e la Commissione europea continueranno a operare in conformità delle norme che governano ciascuna Comunità.

Anche l’organo giurisdizionale istituito nel 1952, divenne comune per le tre Comunità con la denominazione: Corte di giustizia delle Comunità europee (CGCE).

CONVENZIONE DI STOCCOLMA

Nel 1980 viene firmata a Stoccolma (Svezia) la convenzione sull’Accordo europeo di libero scambio (EFTA, European Free Trade Association) allo scopo di rimuovere gli ostacoli al commercio e promuovere una stretta collaborazione economica con i paesi europei che non erano membri della CEE.
L’EFTA è un’organizzazione internazionale con sede a Ginevra a cui inizialmente vi aderirono Austria, Danimarca, Gran Bretagna, Norvegia, Portogallo, Svezia e Svizzera. La Finlandia, l’Islanda e il Liechtenstein si associarono successivamente e altri ne uscirono optando per l’ingresso nella CEE e quindi nella UE.
Membri attuali sono quattro stati: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Per permettere a questi paesi di partecipare al Mercato comune europeo senza dover essere membri dell’Unione, nel 1992 viene firmato un accordo tra l’Unione Europea e l’EFTA, in conseguenza del quale nacque nel 1994 lo Spazio economico europeo (SEE).

Tale convenzione permise al Regno unito di mantenere la sua posizione di privilegio negli scambi commerciali con il Commonwealth.

 

Non basta predicare gli Stati Uniti di Europa ed indire congressi di parlamentari. Quel che importa è che i parlamenti di questi minuscoli stati i quali compongono la divisa Europa, rinuncino ad una parte della loro sovranità a pro di un Parlamento nel quale siano rappresentati, in una camera elettiva, direttamente i popoli europei nella loro unità, senza distinzione fra stato e stato ed in proporzione al numero degli abitanti e nella camera degli stati siano rappresentati, a parità di numero, i singoli stati. Questo è l’unico ideale per cui valga la pena di lavorare; l’unico ideale capace a salvare la vera indipendenza dei popoli.

di Luigi Einaudi da La guerra e l’unità europea
Discorso alla Costituente, 29 luglio 1947, Roma, Tipografia Camera dei Deputati, 1947

Una nuova legittimazione democratica al processo di integrazione fu data nel 1976 con la decisione di formare un’Assemblea (unica per le tre Comunità europee, pur mantenendo le funzioni diverse ad essa attribuite da vari trattati) composta dai rappresentanti dei cittadini dell’Unione (Cittadinanza europea). Eletta a suffragio universale per la prima volta nel 1979 con scadenza ogni 5 anni, esercitava più che altro poteri di controllo.
L’Assemblea fu il predecessore del Parlamento europeo che nel corso del tempo ha assunto maggiore responsabilità e importanza nel rappresentare gli interessi dei cittadini. Oltre a dare forma e decidere la nuova legislazione, ha anche il compito di sorvegliare le istituzioni dell’Unione europea e promuovere i diritti umani all’interno e all’esterno dell’Europa.

Nel 1983 a Stoccarda, in occasione del Consiglio europeo viene approvata la Dichiarazione solenne sull’Unione Europea, detta anche dichiarazione di Stoccarda adottata dai 10 capi di Stato e di Governo delle allora Comunità europee.

Nel 1984 viene approvato dal Parlamento europeo un Trattato su un’Unione europea federale, un progetto promosso dal politico italiano Altiero Spinelli. Seppur successivamente bocciato dal Consiglio Europeo, il progetto fu determinante per i successivi sviluppi dell’integrazione europea.

Atto unico europeo, 1986

Il Consiglio europeo è un’istituzione comunitaria sorta dalla prassi di tenere riunioni informali, instaurata fin dal 1961 tra i capi di Stato o di governo degli Stati membri CEE, per dare impulso alla cooperazione politica. Tali vertici vennero formalizzati per la prima volta nei Trattati comunitari nel 1986 con l’Atto unico europeo, documento sottoscritto a Bruxelles teso ad approfondire l’integrazione del continente europeo e a realizzare il programma di mercato unico previsto dai Trattati di Roma del 1957.
Le funzioni del Consiglio europeo sono essenzialmente di indirizzo politico (non ha potere legislativo) nel definire priorità e orientamenti generali e coordinare le politiche economiche generali degli Stati membri, vincolato nelle decisioni al principio dell’unanimità. Ha un suo Presidente eletto ogni 2 anni e mezzo.


Non va confuso con il Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale (estranea alla Comunità europea) con sede a Strasburgo (Francia) fondata nel 1949 con il Trattato di Londra, il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali per la salvaguardia della qualità della vita dei popoli. Suo compito è predisporre e favorire la stipulazione di accordi o convenzioni internazionali tra gli Stati membri e, spesso, anche fra Stati terzi, presenti nel continente europeo e non.
I governi degli stati membri, in questo caso, sono rappresentati direttamente dai Ministri degli affari esteri che compongono il Comitato dei Ministri, un organo decisionale che si riunisce due volte all’anno e la cui presidenza si alterna ogni sei mesi. Dal 1989 al Consiglio d’Europa è stato riconosciuto lo status di osservatore dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.


La CEE dal 1973 allargò in maniera consistente la propria area con l’ingresso di altri paesi, specie dopo la caduta dei regimi autoritari degli anni Ottanta e Novanta del Novecento con lo smantellamento della Cortina di ferro e l’abbattimento del muro di Berlino. In un quadro europeo completamente mutato, la Comunità sentì l’esigenza di ripensare il proprio ruolo così come gli obiettivi e le competenze, che dalla originaria sfera economica si erano allargati anche a quella politica; ciò determinò la decisione di rimuovere la parola “economica”.

Ora le nazioni europee devono congiungersi con un altro nodo; non con l’unità materiale del dominio, ma col principio morale della eguaglianza e della libertà.

Carlo Cattaneo, Corollarii alle Memorie, 1849

LA COMUNITÀ EUROPEA

Trattato di Maastricht, 1992

La nuova denominazione di Comunità Europea (CE) venne quindi adottata a seguito del Trattato di Maastricht del 1992, che sancì i tre pilastri dell’unione europea, con la suddivisione delle politiche comunitarie in tre aree fondamentali:
1° pilastro: area interna alla Comunità, ovvero una serie di  politiche comuni come un Mercato comune europeo, l’Unione economica e monetaria, Cittadinanza europea, accordi di Schengen e altro ancora,
2° pilastro: area esterna, ovvero la costruzione di una comune Politica Estera e di Sicurezza dell’Unione Europea (PESC),
3° pilastro: area di cooperazione di Polizia e Giudiziaria in materia penale (GAI).

Il nome del trattato che ha istituito la CEE nel 1957, con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht viene cambiato in “Trattato che istituisce la Comunità europea“, unione che restava tuttavia una struttura anomala in quanto priva di personalità giuridica e di risorse proprie, a parte quelle della CEE di cui tuttavia non avrebbe potuto disporre. Tale trattato precisò e aumentò i poteri del Parlamento europeo e riconobbe ufficialmente il Consiglio europeo come organo incaricato dello sviluppo politico dell’Unione.
Il compito di garantire che le Normative della Comunità fossero interpretate e applicate allo stesso modo in ogni paese europeo venne affidato alla Corte di Giustizia suddivisa in:

  • Corte di giustizia, creata nel 1952
  • Tribunale, creato nel 1988
  • Tribunale della funzione pubblica, creato nel 2004 e cessato nel 2016

La Corte di giustizia non va confusa né con la Corte internazionale di giustizia dell’Aia organo dell’ONU, né con la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che è parte del Consiglio d’Europa.


Nel trattato di Maastricht oltre alle funzioni della Corte di Giustizia, furono precisate anche quelle di altri organi minori, come la Corte dei Conti europea: istituita nel 1977 con sede in Lussemburgo, il cui compito è controllare che i fondi dell’UE siano raccolti e utilizzati correttamente, e contribuire a migliorare la gestione finanziaria dell’UE. In quanto revisore esterno indipendente dell’UE, la Corte dei conti europea tutela gli interessi dei contribuenti dell’UE.

Il Trattato di Maastricht fissò anche i cosiddetti “vincoli di Maastricht”, ossia le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti nella suddetta Unione. Una serie di obiettivi da raggiungere prima di entrate nell’ultima fase che precedeva l’adozione dell’euro tra cui:

  • l’inflazione, non superiore all’1,5 per cento rispetto alla media degli altri paesi
  • il tasso di cambio stabile delle varie monete (niente svalutazione della propria moneta)
  • il tasso di interesse pagato sui propri titoli di stato, omogeneo a quello degli altri paesi.
  • il deficit (si verifica quando le uscite superano le entrate) non superiore al 3 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL)
  • il debito pubblico non superiore al 60 per cento del PIL

Tuttora, i paesi che vogliono entrare a far parte dell’euro devono soddisfare questi criteri e la BCE pubblica ogni due anni un rapporto per verificare chi li soddisfa.
Nel 1993 venne introdotta la Marcatura CE per i prodotti che rispettano e soddisfano elevati requisiti di sicurezza, salute e protezione ambientale conforme ai parametri previsti dalle direttive o regolamenti comunitari.

Trattato di Amsterdam, 1997

Il successivo Trattato di Amsterdam del 1997, in vista dell’allargamento dell’Unione, introdusse gli adeguamenti necessari volti a garantire un funzionamento più efficace e democratico dell’Unione sulla base dei valori fondanti dell’Unione stessa: i principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti della persona e delle libertà fondamentali, oltre che dello Stato di diritto, la cui violazione da parte di uno Stato membro potrebbe comportare la sospensione dei diritti di voto.

Alcuni punti contenuti nel Terzo pilastro del Trattato istitutivo della Comunità Europea stabilito a Maastricht, come  visti, asilo, immigrazione e cooperazione giudiziaria in materia civile, migrano e diventano oggetto delle politiche comuni del Primo pilastro. Inoltre gli Accordi di Schengen, inizialmente nati al di fuori del contesto comunitario, vengono integrati nei Trattati europei.
Vengono infine introdotte le cooperazioni rafforzate, un importante strumento che consente ad alcuni Stati membri, previa autorizzazione del Consiglio e nel quadro delle competenze dell’Unione, avviare tra loro forme di integrazione più profonda in un determinato settore, con l’utilizzo di istituzioni, procedure e meccanismi stabiliti dai trattati.

Trattato di Nizza, 2001

Con il trattato di Nizza del 2001 si punta all’individuazione delle riforme istituzionali che gli Stati devono attuare in vista dell’adesione alla Comunità Europea. Vengono aggiornate le istituzioni comunitarie con la modifica della composizione della Commissione europea e il numero dei deputati del Parlamento europeo, con una nuova ponderazione dei voti in Consiglio e l’estensione del voto a maggioranza qualificata (il raggiungimento dell’unanimità risultava sempre più problematico in un’Europa sempre più allargata).
Si rese infine più flessibile il sistema delle cooperazioni rafforzate tra gli Stati membri, estendendole anche al settore della Politica Estera e della Sicurezza Comune (PESC). Venne infine introdotta una nuova ripartizione riguardo le competenze  della Corte di Giustizia e del Tribunale.

Nell’ambito del Consiglio europeo a Nizza fu solennemente proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Pur non essendo entrata a far parte del Trattato, la Carta di Nizza ha fornito un quadro più chiaro dei diritti e principi tutelati dall’Unione nell’applicazione del diritto comunitario, definendo la via da seguire per l’allargamento e il parallelo rafforzamento dell’unione europea.

UNA COSTITUZIONE PER L’EUROPA

Il lungo processo di revisione dei trattati europei precedenti, avviato a metà degli anni 1980 con lo scopo di dare alla Comunità Europea un assetto politico chiaro riguardo alle sue istituzioni, alle sue competenze, alle modalità decisionali, alla politica estera, giunse a conclusione nel 2003 con un progetto: un Testo Unico in cui venivano recepiti e riordinati testi giuridici preesistenti con alcune innovazioni e senza alcun trasferimento di sovranità, denominato formalmente “Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa.
Nel trattato vennero previsti 5 simboli che identificano l’identità europea e l’Europa come entità politica:

  • la bandiera dell’Unione, costituita da un cerchio di dodici stelle dorate su sfondo blu;
  • l’inno dell’Unione, tratto dall’Inno alla gioia della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven;
  • il motto dell’Unione: “Unita nella diversità”, in latino “In varietate concordia“;
  • la moneta dell’Unione, che diviene l’euro;
  • la festa dell’Europa, celebrata il 9 maggio, giorno della dichiarazione Schuman, in tutta l’Unione.

Questo Trattato-Costituzione non è mai entrato in vigore poiché non venne ratificato da tutti i paesi. Nel 2005 venne infatti respinto nei referendum francese e olandese e nel 2007 il progetto venne quindi definitivamente abbandonato.
Non essendo pertanto giunti a redigere un unico trattato, si è proceduto a riformare quelli precedenti con il Trattato di Lisbona.

Trattato di Lisbona, 2007

Una parte sostanziale delle innovazioni previste dal Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa venne ripresa dal Trattato di Lisbona del 2007 entrato in vigore nel 2009, con cui la CE viene sostituita dall’Unione Europea (EU) che viene dotata di personalità giuridica e rileva le competenze precedentemente conferite alla Comunità europea. Il nome del trattato che ha istituito la CEE nel 1957 cambia ancora e assume la denominazione: “Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea“.

Con il Trattato di Lisbona vengono riformate le politiche interne ed esterne, viene abolita la precedente struttura a pilastri e sostituita da una nuova ripartizione delle competenze tra Unione e Stati membri: l’Unione in alcune aree avrà competenza esclusiva, in altre avrà competenza concorrente, in altre ancora avrà competenza di sostegno.
Si rafforza il principio democratico e la tutela dei diritti fondamentali dettati dalla Carta di Nizza (Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), di cui è custode il Parlamento; Carta che assume il medesimo valore giuridico dei trattati, ai sensi dell’art. 6 del Trattato di Maastricht, e si pone dunque come pienamente vincolante per le istituzioni europee e gli Stati membri.

Accanto ma distinta dall’Unione europea, continua ad esistere la Comunità europea dell’energia atomica (CEEA detta anche Euratom).

Nell’ambito dell’Unione europea i principali organi decisionali sono:

  • Il Parlamento europeo è composto dagli eurodeputati eletti direttamente dai cittadini dell’UE. Il numero dei seggi varia in base al peso demografico di ogni Stato membro. Gli eurodeputati sono raggruppati per affinità politiche e non per nazionalità, e si riuniscono a Strasburgo (Francia) e Bruxelles.
    Il Parlamento tra i suoi membri nomina un Presidente (attualmente è Antonio Tajani) che resta in carica per un periodo di due anni e mezzo e ha poteri di rappresentanza all’esterno e nelle relazioni con le altre istituzioni. In quanto unica istituzione dell’UE direttamente eletta dai cittadini, ha il potere e la responsabilità di chiamare le istituzioni dell’UE a rendere conto del loro operato.
  • Il Consiglio dell’Unione Europea (istituzione nata nel 1958 come Consiglio della CEE), noto anche come Consiglio dei ministri europei. Con sede a Bruxelles, esso si riunisce in varie formazioni per discutere, modificare e adottare la legislazione e coordinare le politiche basandosi sulle proposte della Commissione europea.
    Non ha membri permanenti, infatti a seconda della questione all’ordine del giorno per ciascuno Stato membro sarà presente un rappresentante a livello ministeriale responsabile di quel specifico settore di attività dell’UE: Affari generali, Affari esteri, Agricoltura e pesca, Trasporti, Economia e finanza (cosiddetto ECOFIN), Giustizia e affari interni, ecc., più il Commissario europeo responsabile del tema in esame.
    Ciascun paese dell’Unione europea esercita la presidenza, a rotazione, per un periodo di 6 mesi.Il Consiglio dell’Unione Europea detiene il potere legislativo assieme al Parlamento europeo (che godendo di nuovi poteri è ora posto su un piano di parità), con il quale approva il bilancio annuale dell’UE. Inoltre elabora la politica estera e di sicurezza dell’UE sulla base degli orientamenti dati dal Consiglio europeo, firma accordi tra l’UE e altri paesi o organizzazioni internazionali.
  • Il Consiglio europeo viene ora riconosciuto formalmente come un’istituzione dell’Unione europea. Con sede a Bruxelles, esso stabilisce gli orientamenti politici e le priorità generali (non ha potere legislativo). È composto dai leader dell’UE (i capi di Stato o di governo), dal presidente della Commissione europea e dal Ministro degli Esteri europeo ora rinominato Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
    Viene confermata la figura del presidente del Consiglio europeo che viene eletto dal Consiglio stesso, non più a rotazione e per un mandato semestrale, ma per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. Il presidente (attualmente è Donald Tusk) rappresenta l’UE nei confronti del mondo esterno.
  • La Commissione europea (istituita nel 1958) con sede a Bruxelles (Belgio), è l’organo esecutivo politicamente indipendente dell’UE. È guardiano dei Trattati. È l’unico organo cui compete redigere le proposte di nuovi atti legislativi europei. Inoltre, attua le decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea.
    È formata da un gruppo o “collegio” di commissari, uno per ciascun paese dell’UE, che sono sotto la direzione del presidente della Commissione che assegna le diverse competenze politiche.
    Il Presidente della Commissione europea viene eletto dal Parlamento europeo, su proposta dei leader del Consiglio europeo, tenendo conto dei risultati delle elezioni.

Con il Trattato di Lisbona la Corte di giustizia creata nel 1952 diventa la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) con sede in Lussemburgo. È suddivisa in 2 sezioni: la Corte di Giustizia e il Tribunale. È suo compito garantire che il diritto dell’UE venga interpretato e applicato allo stesso modo in ogni paese europeo, garantire che i paesi e le istituzioni dell’Unione rispettino la normativa dell’UE.

UNIONE ECONOMICA MONETARIA

PROGETTO ERASMUS

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