LA CORTINA DI FERRO
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale in seguito agli accordi avvenuti tra le potenze vincitrici: Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito, l’Europa si trovò divisa in due zone delimitate da una linea di confine denominata: la Cortina di ferro.
Tale termine fu usato da Winston Churchill in un suo lungo discorso tenuto negli USA nel 1946, in cui riconoscendo la Russia tra le più grandi Nazioni del mondo, si sentì anche in dovere di testimoniare la reale situazione europea.
“…da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell’Europa Centrale e Orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia…”
In questi Stati furono instaurate le cosiddette “Repubbliche popolari”, ossia dei regimi fantoccio controllati da Mosca. La cortina di ferro servì a tenere la gente all’interno e l’informazione all’esterno, e a impedire il propagarsi del comunismo sovietico.
I due blocchi internazionali erano infatti contrapposti dal punto di vista politico, ideologico e militare:
- da una parte l’Occidente sotto l’influenza degli Stati Uniti, con gli alleati del Patto Atlantico e Paesi amici;
- dall’altra l‘Oriente o “blocco comunista”, sotto l’influenza dell’Unione Sovietica, con gli alleati del Patto di Varsavia e Paesi amici.
Entrambi i Patti, stipulati separatamente nei rispettivi blocchi, erano a carattere difensivo: in caso di aggressione a un paese membro dell’alleanza gli altri sarebbero intervenuti a difenderlo.
Pur disponendo di armi nucleari che avrebbero potuto distruggere l’intero Pianeta, e forse proprio questo fu il deterrente, non si arrivò mai a uno scontro diretto. Per questo fu definita Guerra Fredda, una guerra di tensione crescente che perdurò per circa mezzo secolo caratterizzata da una corsa agli armamenti (armi di distruzione di massa d’inaudita potenza) e da un’assidua competizione su vari aspetti (militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico, sportivo).
Già nel 1945 George Orwell riflettendo sulla bomba atomica, previde uno scenario in cui le due grandi potenze, non potendo affrontarsi direttamente, avrebbero finito per dominare e opprimere tutti gli altri. La continua tensione influì significativamente non solo sulle relazioni internazionali, alimentando la paura e una reciproca diffidenza che portò a un’assidua attività di spionaggio e a una fitta rete di agenti segreti, ma anche sulla vita delle persone in tutto il mondo sottoposte a un continuo deleterio stato di apprensione. Furono necessarie molte attenzioni e una buona dose di diplomazia per sedare sul nascere alcuni conflitti armati.
Fautore della pace e della distensione tra i blocchi nel clima della guerra fredda fu Sandro Pertini, segretario del Partito Socialista Italiano dal 1945. Egli condivise l’orientamento prevalente nella sinistra italiana nel considerare l’URSS, vincitrice contro il nazismo e il fascismo, la paladina degli equilibri seguiti alla fine del secondo conflitto mondiale. Una posizione che esprimeva la volontà e la ricerca di un dialogo tra est e ovest, più che una pregiudiziale adesione all’universo sovietico. Pertini infatti riaffermò il diritto all’autodeterminazione dei popoli e della sovranità nazionale principi palesemente violati dai carri armati sovietici; così come esprimeva una costante denuncia contro ogni tipo di colonialismo, sia aperto o mascherato.
Egli aspirava all’unità e fu favorevole all’alleanza politica con il PCI, difendendo sempre l’autonomia della tradizione socialista, intesa come esaltazione della democrazia e della libertà, della tutela degli interessi delle classi più disagiate e in particolare della classe operaia. In questa ottica, il ruolo del PSI sarebbe stato quello di “coscienza democratica in mezzo alle masse lavoratrici“
ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE (ONU)
Nel 1945 viene fondata l‘ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). Le nazioni che vi aderirono s’impegnarono a preservare la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale. Precedentemente, un’organizzazione simile fu operativa dal 1920 al 1946, con il nome di Società delle Nazioni.
Oggi, praticamente, fa parte dell’ONU ogni nazione del pianeta, 193 Paesi che si sono impegnati a rispettare i principi fondamentali delle relazioni internazionali.
L’ONU svolge principalmente quattro funzioni:
- mantenere la pace e la sicurezza internazionali,
- sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni in base al principio di uguaglianza tra gli Stati e di autodeterminazione dei popoli,
- cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto per i diritti umani,
- rappresentare un centro per l’armonizzazione delle diverse iniziative nazionali.
Le Nazioni Unite non sono un governo mondiale e non legiferano. Esse, tuttavia, forniscono i mezzi per aiutare a risolvere i conflitti internazionali e formulano politiche appropriate su questioni di interesse comune.
Tra i suoi organi vi è:
l’Assemblea Generale che si occupa delle questioni fondamentali, dà voce e diritto di voto a Stati grandi e piccoli, ricchi e poveri, con differenti visioni politiche e diversi sistemi sociali, per dar forma alle politiche della comunità internazionale;
il Consiglio di Sicurezza che gestisce le relazioni diplomatiche tra paesi e in caso di guerra interviene al fine di ristabilire la pace, sviluppando strategie diverse a seconda della situazione e può applicare sanzioni economiche (tra cui i cosiddetti embarghi);
la Corte Internazionale di Giustizia situata all’Aja, nei Paesi Bassi, la cui funzione è quella di dirimere le dispute e ottemperare all’applicazione e interpretazione del diritto internazionale da parte degli Stati membri .
Il Segretario Generale è il leader dell’Organizzazione, supportato da un vasto apparato svolge funzioni di diplomatico e amministratore, viene eletto ogni 5 anni.
L’ONU dal 1956 dispone di un contingente militare messo a disposizione dai paesi membri, denominato i Caschi blu dal colore dell’elmetto indossato. È operante sotto le insegne ONU e il suo intervento non può aver luogo senza il consenso degli Stati in conflitto. Neutrali e imparziali, i Caschi blu hanno il compito di separare i contendenti, mantenere l’ordine, sorvegliare il rispetto della tregua e la cessazione delle ostilità, una forza deterrente che agisce per il mantenimento della pace, il cosiddetto peacekeeping.