Tiro a segno
È una pratica sportiva che consiste nel colpire un bersaglio il più possibile vicino al centro da una determinata distanza con un’arma da sparo.
In Italia, la prima società di Tiro a Segno nasce a Trieste, con il nome di Società del Bersaglio e il poligono situato a Opicina, nel 1799. È la più antica società sportiva italiana.
Altre società di tiro a segno nascono nella seconda metà dell’ottocento sulla spinta di iniziative ispirate da Giuseppe Garibaldi. In particolare, con un decreto del 1861, Vittorio Emanuele II istituiva una società allo scopo di promuovere, annualmente, uno o più tiri a segni nazionali.
Il primo Tiro a segno fu inaugurato nel 1863 presso Castello del Valentino, a Torino con il motto “Italiani Unione è forza“: erano previste sette categorie, ciascuna delle quali contrassegnate da armi e bersagli diversi.
Nacquero vari poligoni di TSN (Tiro a Segno Nazionale) che oltre a favorire e sviluppare la pratica sportiva e ludica del tiro, sono gli unici autorizzati al rilascio della certificazione di abilitazione all’uso delle armi (TULPS – Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), sotto il controllo e la vigilanza del Ministero della Difesa.
Attualmente il tiro a segno indica l’attività di tiro ad un bersaglio di carta o elettronico, con armi che sparano proiettili. È sport olimpico sin dalla prima edizione dei Giochi olimpici moderni (Atene – 1896) ed è disciplina olimpica all’interno delle paralimpiadi. È previsto sia l’utilizzo di armi da fuoco che ad aria compressa o a gas compresso (CO2).
Tiro a volo
È una pratica sportiva che consiste nel colpire un bersaglio in volo con un’arma da fuoco.
Il termine più specificatamente nasce per definire il tiro al piattello, un bersaglio piatto che viene colpito da una determinata distanza con un fucile a canna liscia. È una delle due discipline olimpiche (l’altra è il tiro a segno) dello sport definito “tiro”.
Il bersaglio è sempre in movimento e può essere sia predeterminato in base ad una sequenza nota che selezionato a caso al momento del lancio. Un tempo il tiro a volo si suddivideva in due categorie, il tiro al piccione e il tiro al piattello: oggi esiste solo il tiro al piattello, in quanto il tiro al piccione è vietato ed è stato sostituito dal “tiro all’elica”.
Le prime gare si svolsero in Sicilia, verso la metà del XIX secolo. Il primo circolo sportivo nacque in Gran Bretagna nel 1857. La prima società in Italia di tiro a volo fu creata a Milano nel 1872.
In Italia la FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo) è nata nel 1926 per interessamento di un appassionato industriale del settore, Ettore Stacchini.
La Legislazione italiana disciplina l’acquisto e la detenzione di armi – DECRETO LEGISLATIVO emanato dal Presidente della Repubblica del 10 agosto 2018, n. 104
Tiro con l’arco
È uno sport di antiche origini. L’arco, come strumento di offesa (arma) ma anche come strumento di caccia, svago e di sport, è uno dei primi congegni primitivi evoluti e certamente una tra le invenzioni più originali dell’umanità, che lo ha sviluppato, nelle varie aree del pianeta, in tempi diversi e indipendenti.
Si ritiene che la prima raffigurazione di un arco si possa indicare in un graffito di circa trentamila anni fa. Sicuramente sin dal Paleolitico l’umanità si serviva di questo strumento come sistema di caccia per tentare di colpire le prede mantenendosi a distanza di sicurezza.
Alcuni esempi letterari di tiro con l’arco sono nell‘Odissea, quando Penelope sfida i Proci, promettendosi in sposa e il regno di Itaca a colui che riuscirà a tendere l’arco di Ulisse con le proprie mani.
La leggenda medievale di Guglielmo Tell, eroe nazionale svizzero per antonomasia, racconta che egli, in cambio della vita, fu costretto con la sua balestra a tirare una freccia che avrebbe dovuto centrare una mela posta sul capo del suo figlioletto. Conosciuta in tutto il mondo con il dramma di Friedrich Schiller, divenne nel 1829 un’opera composta da Gioachino Rossini.
L’arco è un tutt’uno con Robin Hood, il principe dei ladri eroe popolare d’Inghilterra. Personaggio per metà storico e per metà leggendario a cui sono ispirate innumerevoli opere di ogni genere. Imperdibile il film Robin Hood di Ridley Scott del 2010 con l’intrigante Russell Crow e l’affascinante Cate Blanchett.
«Ribellarsi e ribellarsi ancora,
finché gli agnelli diverranno leoni»
Il tiro con l’arco comparve per la prima volta ai Giochi olimpici del 1900 a Parigi. Escluso dopo il 1920 è stato riammesso a partire dalle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972; da allora è una delle specialità olimpiche. È disciplina olimpica anche all’interno delle paralimpiadi.
In Italia il tiro con l’arco fu a lungo considerato poco più di un passatempo per ragazzi; iniziò ad essere praticato come sport negli anni trenta, sotto il regime fascista, questa era infatti la disciplina riservata alle “Giovani Italiane”. Fu organizzato anche un campionato femminile promosso dall’Accademia di Educazione Fisica di Orvieto. Nel 1956 a Treviso prese forma la prima società (“Compagnia”) italiana e iniziarono a essere organizzate le prime competizioni, aperte a entrambi i sessi.
La Federazione Italiana Tiro con l’Arco (FITARCO) fondata nel 1961 e la Federazione Italiana Arcieri Tiro di Campagna (FIARC) fondata nel 1983, promuovono e organizzano il tiro con l’arco in Italia.
Una tipologia di tiro con l’arco è quella in cui viene praticata un’attività venatoria simulata. Le competizioni si svolgono a piedi su percorso naturale, in boschi o radure con macchie dove viene creata un’ambientazione ben curata con bersagli tridimensionali molto realistici. Un’attività fisica sana e completa, praticabile a qualunque età.
Un’ambientazione simile è nei circuiti dei cosidetti “Roving”, una disciplina in cui si fa uso solo di archi tradizionali e in cui la simulazione venatoria è ancora più realistica e più divertente, pensata con lo spirito “ludico” che è sempre apprezzato dalla maggioranza degli arcieri tradizionali. È frequentata da arcieri di altissimo livello, come da entusiasti con minor esperienza.
L’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) promuove la pratica del tiro con l’arco in tutte le fasce di età, favorendo un approccio a questa disciplina che ha al suo centro la socializzazione, la condivisione di esperienze, l’attività di gruppo. In tutte le varianti del tiro con l’arco praticate, l’attenzione è focalizzata molto più sull’arciere che non sul bersaglio.
L’importante non è vincere ma partecipare.
La cosa essenziale non è la vittoria
ma la certezza di essersi battuti bene.
Pierre de Coubertin