Premessa: in breve sul Rap

Il Rap (Rhythm And Poetry) è uno stile musicale che pur affondando le sue radici nella cultura orale nera americana, ma anche nel blues, nei sermoni religiosi, nasce tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70 a New York, come genere completamente nuovo che va dal semplice gioco musicale alla dura protesta sociale e politica ed è diventato parte di spicco della cultura moderna ed è tutt’ora in espansione.

Il termine è stato inventato dal cantante di colore Joe Tex che a volte sembrava parlare più che cantare i suoi testi, intercalando spesso in questi suoi interventi un linguaggio “popolare”, stile che lui per primo ha chiamato Rap.

 


All The Heaven A Man Really Needs – Joe Tex (1972)

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Il Rap consiste essenzialmente nel “parlare” seguendo un certo ritmo, una scansione ritmica e metrica di versi su un tempo di 4/4 incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze e allitterazioni (Le figure retoriche). Molte canzoni rap assomigliano a degli scioglilingua parlati molto velocemente.

Il rapper esegue questa tecnica vocale con o senza base musicale.

L’ MC (Master of Ceremonies, letteralmente “maestro di cerimonie”) è un rapper che esegue questa tecnica vocale. Ma non tutti i rapper possono definirsi tali: un vero MC deve essere capace, infatti, di:
– fare freestyle, cioè improvvisare delle rime su qualsiasi base, sul silenzio, o con accompagnamento, e
– avere il flow (letteralmente flusso, inteso come il ritmo) necessario per riuscire a “trascinare” la folla che sta ascoltando.
Solitamente un MC è accompagnato da qualcuno che possa fornirlo di una base (beat), che può essere il dj o il beat boxer (colui che imita con la voce tutti i suoni della batteria e di altri strumenti).

 


The Message – Grandmaster Flash & The Furious Five (1982)

A volte un brano rap può essere solo strumentale e ciò viene fatto a scopo dimostrativo.
I testi delle canzoni per lo più affrontano tematiche a sfondo sociale.

Inizialmente il rap ebbe lo scopo di incanalare gli impulsi aggressivi della comunità nera che viveva un forte disagio sociale. Questo ruolo fu stabilito in modo deciso dal brano The message di Grandmaster Flash & The Furious Five.

GLI ANNI OTTANTA

Inizialmente, il rap consisteva in brevi brani manipolati da un disk-jockey che interveniva bloccando e rilasciando manualmente l’avanzamento del disco, utilizzando anche due giradischi contemporaneamente, mentre un rapper cantava o recitava un testo, rimato e molto veloce, in slang (rap significa “chiacchierare” nello slang americano). Ben presto si afferma una naturale suddivisione dei compiti: i dj costruiscono grooves ritmici e musicali sempre più complessi, i rapper si concentrano nella creazione di testi in rima.

La tradizione a cui il Rap si richiama è costituita dai “griot” (cantastorie popolari), i “dozens” cioè duelli verbali dove non si rinunciava ad un linguaggio anche offensivo e lo scat cioè il parlato della musica jazz; la reazione del pubblico determinava la vittoria, riconoscendo il migliore “poeta”.
Il Rap raggiunge un’audience più vasta uscendo dai pochi quartieri di NY dove si era affermato. Si va verso la creazione di una struttura musicale autonoma (mentre prima si aveva fatto uso soprattutto della disco-music).

 


The Breaks – Kurtis Blow (1980)

Ehi…questi sono i miei anni della disco…yeah!

FASE DI COMMERCIALIZZAZIONE

Nel 1985 un produttore bianco, Rick Rubin e il rapper Russel Simmons crearono una piccola etichetta indipendente, la DEF JAM, con la quale pubblicarono un singolo assolutamente rivoluzionario: Walk this way dei RUN-DMC.
Poco dopo un altro lavoro fondamentale: Licensed to Ill dei Beastie Boys.

 


Walk This Way (1975) – Run DMC ft. Aerosmith

DISAGIO SOCIALE

La nuova generazione dei rapper era decisa a cantare apertamente rabbia, alienazione, voglia di riscatto e violenza. I quartieri neri erano, malgrado le lotte per i diritti civili degli anni Sessanta, i più poveri, quelli dove avvenivano più omicidi e che fornivano il maggior numero dei detenuti alle carceri americane.
Il disagio dei ghetti neri aumentò con l’arrivo del crack, una variante meno costosa della cocaina. I rapper si misero immediatamente in prima linea contro la sua diffusione.

Melle Mel realizzò nel 1983 un hit antidroga di grande successo: “White Lines (Don’t Do It)”. Il rap è la CNN dei ghetti.

Alla fine degli anni Ottanta esplode il rap “rivoluzionario” e politicizzato che si rifà agli insegnamenti di Malcolm X e mette nuovamente in scena le divise delle Black Panther Party. Già nel 1983 era stato pubblicato un rap dedicato a Malcolm X, “No Sell Out” firmato da Keith LeBlanc.

BLACK PANTHER PARTY

Il Black Panther Party o Pantere Nere, storica organizzazione rivoluzionaria afroamericana degli Stati Uniti d’America, fu fondato nel 1966 con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente il movimento di liberazione degli afroamericani fino ad allora pesantemente discriminati, socialmente, politicamente e legislativamente.

Il movimento di liberazione si sviluppò rapidamente grazie all’opera di attivisti come Malcolm X e Martin Luther King, ed ebbe grande risalto internazionale in occasione dei giochi olimpici di città del Messico (1968), quando i due velocisti neri Tommie Smith e John Carlos ricevendo la medaglia sul podio, fecero il gesto del pugno chiuso e mano guantata di nero, simbolo della lotta delle Black Panthers. I due atleti neri ottennero la solidarietà di molti atleti bianchi, ma vennero sospesi ed espulsi dalle autorità sportive, che ritennero inadeguato il gesto.
Come strumento di lotta, il Movimento sostituì alle istanze nonviolente e integrazioniste di Martin Luther King, il principio dell’autodifesa praticando il “Patrolling“, ossia un pattugliamento con le armi sempre in vista quando la polizia era in azione, così da condizionarne l’operato, impedendo abusi di potere sulle persone di colore fermate. Il Movimento si poneva come lotta di classe all’interno di un’ottica marxista-leninista, in opposizione alla struttura capitalistica della società statunitense.

Ben presto il Black Panther Party entrò nel mirino dell’FBI che mise in atto un’azione di repressione, infiltrando agenti sotto copertura, organizzando blitz e arresti nelle sedi, provocando divisioni interne tali da decretarne la fine. Ma indelebile rimane il segno lasciato nella storia contemporanea della società america, come simbolo della rivolta contro la discriminazione razziale e dell’emancipazione degli afroamericani.

WHITE PANTHERS PARTY

In un’intervista, Huey P. Newton cofondatore del Black Panther Party ebbe da esprimersi riguardo ai bianchi su cosa avrebbero potuto fare per sostenere la loro causa. Per tutta risposta, nel 1968 venne fondato il White Panthers Party, un partito politico di estrema sinistra, antirazzista di americani bianchi per volontà di Pun Plamondon, Leni Sinclair, e John Sinclair. Di ispirazione socialista rivoluzionaria, il White Panthers Party dedicò le sue energie per una “rivoluzione culturale” che superasse il modello di supremazia dei bianchi, cooperando con gli attivisti per i diritti civili di altri gruppi di minoranze etniche nella Coalizione Arcobaleno; s’impegnò inoltre nella lotta per un pianeta pulito e la liberazione dei prigionieri politici.

 

Il nuovo genere musicale prende forza anche per l’apparizione di nuove tecnologie. Esse consistono principalmente nel campionatore e nelle tastiere elettroniche (a basso costo).

Durante gli anni Ottanta la scena pop internazionale era stata dominata dalle “drum machine” con i loro suoni meccanici. E’ in questo campo che i rapper hanno trovato ispirazione ed è per questo che su di loro ebbero grande influenza un gruppo molto lontano dalla cultura rap come i Kraftwerk.

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Il Rap, linguaggio di un’intera generazione

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