Il Montenegro è uno Stato del continente europeo, situato nella penisola balcanica si affaccia sul mare Adriatico.

Durante il Medioevo la regione denominata Zeta fu un principato indipendente (Principato di Doclea) a capo del quale si avvicendarono numerose dinastie e numerosi governanti.
Nel XV secolo con l’avanzata dei turchi, divenne parte dell’Impero ottomano, ad eccezione della parte costiera che rimase stabilmente in mano alla Repubblica di Venezia, legami di un’antica alleanza e un’influenza culturale che tutt’ora permangono.
Nel XVII secolo con il declino del dominio ottomano, il Montenegro godette di una certa autonomia governato da principi-vescovi (vladika) dipendenti dalla Chiesa ortodossa serba, i quali detenevano sia il potere temporale che quello spirituale.
L’incarico di vladika nel 1697 venne assegnato alla famiglia dei Petrović-Njegoš, i cui esponenti formarono una vera e propria dinastia di vescovi. Poichè nella tradizione ortodossa era previsto il celibato per i vescovi, il titolo venne tramandato di zio in nipote assumendo così carattere ereditario.
Nel 1852 il vladica sempre appartenente alla dinastia Petrović Njegoš, volendo rinunciare al celibato e quindi alla carica ecclesiastica, conservò il solo potere temporale e assunse il titolo di Principe.
Dopo secoli di governo teocratico quindi, in Montenegro si optò per la secolarizzazione (emancipazione dal controllo religioso) divenendo di fatto un Principato, la cui indipendenza da l’Impero ottomano venne confermata durante il Trattato di Berlino del 1878.
Il successivo erede il principe Nicola I, avendo assicurato al suo paese un certo rilievo internazionale grazie al matrimonio della figlia Elena con Vittorio Emanuele III di Savoia, nel 1910 si proclamò re e il Montenegro divenne un Regno. Il re venne successivamente spodestato dagli austro-ungarici quando invasero e occuparono il Montenegro.

Con la fine della Prima guerra mondiale e il dissolvimento dell’Impero austro-ungarico, nel 1918 il Montenegro venne annesso al Regno dei serbi, croati e sloveni (che comprendeva anche la Bosnia ed Erzegovina) con cui si vollero riunire i popoli slavi liberati dal dominio austriaco salvaguardando le reciproche culture. Riconosciuto ufficialmente all’indomani della Conferenza di pace di Parigi del 1919, il Regno si protrasse con forti contrasti tra le diverse nazionalità fino al 1929, quando in seguito a una forte crisi istituzionale il sovrano Alessandro I instaurò una dittatura personale che portò alla creazione del Regno di Jugoslavia.

Dopo la Seconda guerra mondiale, durante la quale venne occupato dalle potenze dell’Asse, il Regno di Jugoslavia divenne una Repubblica federale socialista composta da Serbia, Montenegro, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, e Macedonia, a lungo guidata dal maresciallo Josip Broz, noto come Tito.
Egli durante gli anni della Guerra fredda perseguì una politica estera di neutralità e diede un forte impulso al Movimento dei cosiddetti paesi non allineati, ossia Stati non aderenti né al blocco occidentale (USA) né a quello orientale (URSS).

Dopo la morte di Tito emersero forti tensioni che sfociarono una decina di anni dopo (1991) in una serie di guerre civili, conflitti etnici e disordini determinando la dissoluzione della Jugoslavia. Il Montenegro fu l’unico a restare unito alla Serbia, con la quale diede vita ne l’aprile 1992 alla Repubblica federale di Iugoslavia che durò fino al  2006, quando con un referendum popolare proclamò la propria indipendenza dalla Serbia.

Il Montenegro è membro dell’ONU e dal 2017 ha aderito alla NATO.

MOVIMENTO DEI PAESI NON ALLINEATI

Il Movimento dei paesi non allineati è un gruppo di 120 Stati, più altri 17 Stati osservatori, che si considerano non allineati con, o contro, le principali potenze mondiali.

Il Movimento si ritiene nasca nel 1955 con la Conferenza di Bandung (Indonesia), durante la quale 29 Stati asiatici e africani sottoscrissero una dichiarazione a sostegno della pace e del disarmo internazionale, per il superamento del colonialismo e il rispetto dei principi di autodeterminazione dei popoli, di uguaglianza fra gli Stati e di non ingerenza nei reciproci affari interni.
Si costituì ufficialmente nel 1961 con la Conferenza di Belgrado a cui parteciparono anche 24 Stati di Asia, Africa e America Latina che, oltre a respingere la logica dei due blocchi contrapposti, si proponevano di dare impulso al processo di decolonizzazione e al miglioramento delle condizioni economiche del Terzo Mondo. Al Movimento contribuirono attivamente lo iugoslavo Tito, l’indiano Javāharlāl Nehru uomo politico e padre di Indira Gandhi, e l’egiziano Nasser leader de l’anticolonialismo e del panarabismo, i quali promossero una politica di ‘neutralismo attivo’, volta soprattutto a favorire la distensione internazionale.

Il movimento continua a esistere e mira a rappresentare le istanze politiche, economiche e culturali dei paesi in via di sviluppo. Dal 2016 ad oggi il suo segretario generale è Nicolás Maduro, presidente del Venezuela.