La Giustizia

 

LA GIUSTIZIA: UN BENE E UN VALORE SOCIALE

La giustizia [Ciò che è giusto e dovuto altrui] non è solo una virtù personale, una qualità etica del singolo individuo. È anche un bene e valore sociale.
Trasgredire, disattendere, disconoscere la giustizia non costituisce solo “colpa” per il soggetto in causa, ma rappresenta una ferita per l’intera comunità, per la società tutta.
Il fatto che l’ingiustizia del singolo si ripercuota sul sistema sociale, creando talora strutture d’iniquità e vuoti di diritto, è però tanto più evidente nei casi di responsabilità pubblica.
Chi ricopre una funzione pubblica “politico, amministratore, insegnante, educatore che sia” risponde infatti a una doppia istanza etica. Non è tenuto all’onestà solo nella sfera privata della propria coscienza, ma è chiamato a farlo in una dimensione di pubblica testimonianza, come rappresentante di quella comunità i cui interessi deve tutelare e promuovere attraverso lo strumento della legalità.

Luigi Ciotti

 

CONDANNATO A LEGGERE PER AVER RUBATO DEI LIBRI

Sì, è accaduto: un diciassettenne che aveva rubato quattro libri a un antiquario, è stato condannato dal giudice alla lettura del Marcovaldo di Calvino, del Sergente nella neve di Rigoni Stern e di altri due libri a scelta. È accaduto all’Aquila nel 1996.

Articolo: Ruba 4 libri condannato alla lettura

Ai miei giovani lettori

Alla vostra età giocavo e leggevo molto. Ogni volta che si presentava l’occasione. Sempre.
In primavera, però, ora che ci penso, giocavo di più che nelle altre stagioni: la lippa, gli aquiloni, il rincorrersi e il saltare nelle pozzanghere dai mucchi di neve accumulati dall’inverno.
Certo che la mia, da ragazzo, fu una vita libera e felice come vorrei fosse ora la vostra.
Ho consumato strade e prati a giocare, e libri a leggere. A volte leggevo anche tre libri in una settimana, sbrigliavo la fantasia in mille avventure e non saprei dirvi il divertimento maggiore: se il leggere o il giocare.

Mario Rigoni Stern, Introduzione a Il sergente nella neve, 1953

LA GIUSTIZIA E LA FORTEZZA

Certo è che per vivere in questo mondo, è necessaria una buona dose di “fortezza”, più che esteriore, interiore, non per costruirsela intorno a difesa del proprio mondo e del proprio essere, ma per acquisirla e coltivarla dentro di sé come energia spirituale e forza morale. Allora sì che diventa possibile affrontare ogni male, ogni sbaglio e disagio della vita, con accettazione, ma senza rassegnazione, vivendolo con amore, e non con rancore. Allora sì che sarà possibile scegliere di far valere i propri valori morali e le proprie ragioni etiche, di subire torti e ingiustizie, di sopportare dolori e umiliazioni, anche nel silenzio, quando non resta altra possibilità per la propria coscienza; lasciando che l’ordine naturale e quello soprannaturale, che poi in fondo sono lo stesso, compiano la propria opera; aspettando che la giustizia umana e quella divina seguano il proprio corso, e che, dopo il buio e la tempesta, torni il sereno e trionfi la luce.

Estratto da: Riflessioni sulla giustizia, di Sara Dicorato

 

Non ingannare la tua coscienza
della vita sei il servitore
chiamami ancora più forte
mi troverai dentro il tuo cuore.

Salve sono la Giustizia – Nomadi (2000)

 

 

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