15 novembre 1856
Cade ammalata mamma Margherita. Una polmonite violenta che si manifesta subito micidiale per i suoi 68 anni logorati dal gran lavorare. Per un attimo, la vita dell’oratorio pare arrestarsi. Come si fa ad andare avanti senza di lei?
Attorno al letto si alternano i ragazzi più grandi. Quante volte sono entrati nella sua cucina chiedendo:
— Mamma, me la date una mela?
— Mamma, è pronta la minestra?
— Mamma, non ho più il fazzoletto
— Mamma, ho strappato i pantaloni.
L’eroismo di questa grande donna che si sta spegnendo è stato tutto a base di stracci da rammendare, di fieno e grano da falciare, di bucato e pentole. Eppure in quelle umili faccende c’era la fortezza del non stancarsi mai, la fiducia nella Provvidenza. Tra le patate da sbucciare e la polenta da rimestare venivano fuori gli insegnamenti della fede, il buon senso pratico, la bontà dolce della mamma.
Don Bosco da lei imparò il suo sistema educativo. È stato lui per primo ad essere educato con ragione, religione e amorevolezza.
Direttori e assistenti sono come padri amorosi: parlano, servono da guida, danno consigli e amorevolmente correggono, escludendo ogni castigo violento e cercando di tenere lontani gli stessi castighi leggeri.
La pratica di questo sistema è tutta appoggiata sopra le parole di san Paolo che dice: «La carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque disturbo».
La Congregazione Salesiana è stata cullata sulle ginocchia di mamma Margherita, che ora si va spegnendo come una candela.
Testo parzialmente rielaborato tratto da:
Don Bosco – Una biografia nuova di Teresio Bosco, 1979