Carnevale di Acireale

Il Carnevale di Acireale ha delle origini molto antiche. Le prime notizie risalgono infatti, al 1500 anche se in realtà non si trattava di una vera e propria manifestazione organizzata. Tuttavia era molto sentita e la partecipazione del popolo era totale.

È nel 1600 che si diffuse l’usanza di organizzare vere e proprie battaglie con lanci di agrumi e questo gioco durò per molti anni, finchè nel 1612 un Bando della Corte Criminale di Jaci vietò categoricamente ai cittadini di giocare al tiro di arance e limoni durante il periodo di ‘carnelivari’ a causa di gravi incidenti che si erano verificati. Tale usanza è tutt’oggi in voga nella lontana Ivrea con la battaglia delle arance che ha per teatro le principali piazze della città.

Nel 1667 comparve una delle prime maschere del carnevale acese, l’Abbatazzu, (detto anche Pueta Minutizzu).
Poeti popolari, abili nell’improvvisare spassose rime per le strade e nelle piazze portando un grosso libro e facendo finta di leggere, in realtà sentenziavano battute satiriche, facendo il verso ai nobili e ai membri del clero. Nacque così questa tradizione di far satira con l’autorizzazione del Vescovo di Catania, Bonadies.
Nel 1693 a causa di un terremoto che sconvolse la zona furono vietati i festeggiamenti, ma il lutto durò molto poco.

Nell’Ottocento il carnevale compì un salto di qualità con l’introduzione della “cassariata o landaus“: una sfilata di landò, carrozze trainate da cavalli, riservati ai nobili della città che lanciavano raffiche di confetti agli spettatori. Negli angoli di ogni strada bizzarri e spiritosi giochi popolari, come l’albero della cuccagna, il tiro alla fune e la corsa con i sacchi, giochi tornati alla ribalta da diversi anni.

Entrarono in scena alcune maschere nuove, come u baroni (il barone), che facevano il verso alla nobiltà ed i famosissimi Manti che celavano l’identità, paragonabili al Baùta veneziano.

Nel 1880 con l’esperienza artistica degli artigiani acesi, esperti fin dal 1600 nella lavorazione della cartapesta con cui si costruivano statue, si da inizio alla realizzazione dei primi carri allegorici. Tirati da buoi, sfilando per le strade cittadine, suscitarono la curiosità di molti turisti e non.

Dal 1929, anno in cui venne fondata l’Azienda Autonoma e Stazione di Cura, il Carnevale acese viene organizzato così come  lo si può ammirare oggi. La tradizione dei carri non è una peculiarità acese, ma era un’usanza in voga nella vicina Palermo fin dal 1601 quando vi circolavano già i primi carri allegorici. Gli acesi hanno invece il privilegio di aver aggiunto un tocco di eleganza e di vivacità al carnevale e l’aver creato la variante dei “carri infiorati “.

Nel 1930, per la prima volta, si fecero sfilare le autovetture ricoperte di fiori, richiamando il ruolo ricoperto dai landò durante l’Ottocento. Vengono introdotte le maschere in cartapesta, le stesse che negli anni a venire si trasformeranno nei carri allegorici ormai famosi in tutta Italia.

Nel 1948 il Carnevale di Acireale entra nel novero delle più rinomate manifestazioni a livello internazionale.
Ma l’artigiano acese non finisce mai di stupirci, negli anni ’50 – ’60 ha un’altra trovata: quella di realizzare i “lilliput “, carri allegorici o infiorati in miniatura per la gioia dei bambini.

Da oltre 60 anni il Carnevale di Acireale viene considerato come “il Più Bel Carnevale di Sicilia”. In occasione della sfilata carnascialesca estrosi e creativi artigiani acesi, conosciuti come i maestri della cartapesta, creano con passione e fantasia originalissimi carri allegorico-grotteschi, estremamente complessi per luci e movimenti, dai colori vivacissimi e dai temi satirici ispirati alla cronaca del momento, alla storia del passato e alle favole. Lo stesso avviene per le maschere indossate dai gruppi che animano il corso carnevalesco di Acireale.

Ancora oggi al carnevale si affianca la parata medievale dei Rioni di Motta Sant’Anastasia denominata “Tre re a corte di re Carnevale”, oltre ai gruppi folkloristici e quelli di majorettes.

La parata di Re Carnevale si completa e si arricchisce con l’inimitabile sfilata dei carri infiorati realizzati con un’impalcatura in ferro, legno, reti metalliche e polistirolo, su cui vengono applicati fiori freschi, solitamente garofani per le loro naturali sfumature di colore, rappresenta la punta esclusiva dell’evento, affascinando il pubblico per la bellezza delle illuminazioni e i loro spettacolari movimenti.

Il Carnevale di Acireale è gemellato con il Carnevale di Viareggio e a volte partecipano anche alcuni personaggi in costume del Carnevale di Venezia.

Da diversi anni, la sfilata dei carri allegorici si ripete in estate (primo fine settimana di agosto), per mostrarsi anche alle migliaia di turisti che affollano Acireale e dintorni nel periodo di villeggiatura.

Il vento del mercoledì
spazza via tutti i coriandoli superstiti
e l’aria colma di festa, grida e fischi
torna ad essere quella fresca
di una splendida giornata di sole acese.

DOLCI DI CARNEVALE

In occasione del Carnevale acese vengono preparati cibi squisiti e dolci tradizionali italiani come le chiacchiere, e dolci particolari come la pignolata. È un dolce tipico di queste zone, ricoperta con salsa bianca e salsa scura; oppure decorata con il miele e codette di cioccolato o di zucchero colorato, come si usa fare in Calabria.

La pignolata si prepara impastando 300g di farina, 8 uova, 20 gr di burro, 1 bicchiere di marsala vergine.

Quando l’impasto è omogeneo e soffice si ricavano delle palline che vengono fatte dorare in olio per friggere abbondante e ben caldo, e andranno a formare una montagnola.

A parte vengono fatti caramellare 300gr di zucchero da versare sulle palline, coprendo metà delle quali con una salsa bianca preparata con tuorli d’uovo montati con lo zucchero e poca farina che verranno fatti addensare aggiungendo latte caldo con panna e vaniglia; l’altra metà viene ricoperta con la stessa salsa a cui viene aggiunto il cioccolato fondente.

LA CARTAPESTA: ARTE E STORIA

 

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