Dalle donne per le donne: Betty Friedan

Una ragazza non dovrebbe aspettarsi speciali privilegi per il suo sesso, ma neppure dovrebbe adattarsi al pregiudizio e alla discriminazione. Deve imparare a competere… non in quanto donna, ma in quanto essere umano.

Betty Friedan

Betty Friedan (1921-2006) è stata un’attivista statunitense, teorica del movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta. Di famiglia benestante, studiò allo Smith College e si laureò in Psicologia. All’inizio della sua carriera lavorò come giornalista, ma nel 1957 decise di tornare alla psicologia e di condurre uno studio sulla vita post college di alcune laureate, indagando soprattutto il grado di soddisfazione nelle loro vite.

Da questa ricerca scaturì l’opera per cui Betty Friedan è diventata famosa: La mistica della femminilità (1963). Con questo saggio fu la cronista del malessere delle donne americane degli anni Cinquanta, anni nei quali dominava la mistica della femminilità (marito, figli, casa). L’immagine e i valori di quegli anni erano quelli di una donna che predilige la famiglia al lavoro fuori casa. Ma questa immagine di donna ideale non funzionava. Il problema era il malessere diffuso tra moltissime donne, di classe media e media cultura, che avevano scelto la famiglia. Queste donne soffrivano di una profonda insoddisfazione, di problemi di identità e soprattutto un senso di vuoto.
Come scrive la Friedan:

Non possiamo più ignorare quella voce interiore che parla nelle donne e dice: «Voglio qualcosa di più del marito, dei figli e della casa».

Nell’ottobre del 1966 fondò il NOW (National Organization for Women), la prima organizzazione che raccolse un ampio numero di collettivi e gruppi femministi degli Stati Uniti. Negli anni Settanta si impegnò nella battaglia per l’approvazione delle leggi sull’aborto, sul lavoro femminile ed altri provvedimenti per i diritti delle donne.

La mistica della femminilità, pubblicato per la prima volta proprio quando iniziarono le marce su Washington, i sit-in nel sud degli Stati Uniti e il risveglio politico e sociale degli studenti, fu un saggio che stimolò profondamente il Movimento per la liberazione della donna che, dopo decenni di silenzio e oblio, riprese il tema dell’emancipazione femminile.

Quest’opera influenzò notevolmente il femminismo internazionale e gettò le basi per la nascita del femminismo di seconda ondata del 1968, richiamando l’attenzione sulla condizione della donna la cui aspirazione a una vita professionale e civica paritaria era in diretto conflitto con la cultura dominante.

Il suo invito rivolto alla classe dirigente maschile ad aprire la strada alle donne in tutti i campi è ancora oggi un tema cruciale nell’agenda della politica dei Paesi occidentali e nello specifico, una grave lacuna nel sistema-paese italiano. Questo testo ha un valore storico e sociologico inestimabile e, nonostante siano passati cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione, la sua tesi e i suoi richiami al senso di responsabilità sono drammaticamente ancora attuali.

Tratto da: wikipedia e Castelvecchi Editore

 

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