«Sì, sarò madre: voglio sapere che cos’è la maternità».
«Una delle ragioni per cui ho voluto dei figli è che desideravo avere un posto nella vicenda dell’umanità. È un’esperienza elementare, universale. Volevo sentirmi parte della continuità della vita. Mi piace pensare che la gente ha avuto e avrà figli per generazioni e generazioni prima e dopo di me.
Per loro sento un vero orgoglio possessivo all’antica, l’orgoglio che siano figli miei: vorrei dire “Guardate tutti, non sono splendidi?” Altre volte è una sorta di meraviglia o di curiosità quasi distaccata perchè quei neonati indifesi che cullavo poco tempo fa si stanno trasformando in esseri umani autonomi, che io amo e rispetto profondamente.
Quando erano piccoli, mio marito e io eravamo completamente responsabili per loro, potevamo, entro certi limiti, imporre una struttura alle loro esperienze, formarli, selezionare i loro amici e così via. Ora vanno a scuola, ed è una liberazione per me ma anche per loro, imparano cose che anch’io ricordo di avere imparato, e a volte tornano a casa con nuove scoperte che vogliono spiegarmi. Mi interessano moltissimo, queste idee nuove e la vita scolastica che dividono con me: è un po’ come quando una donna che ha sempre vissuto in casa si impiega o lavora in comunità, e ha nuovi interessi di cui parlare. Allo stesso tempo, i bambini sono curiosi del mio lavoro e sembrano identificarsi profondamente con il nostro impegno politico, soprattutto con il femminismo.»
da “Noi e il nostro corpo – scritto dalle donne per le donne“, 1974
Donna è: saper apprezzare e poter scegliere la maternità, avere un rapporto dinamico con i figli, che muta col crescere nostro e loro.
