«Ho un’endometriosi pelvica, una malattia non contagiosa che le donne possono contrarre a causa di un aborto mal fatto o di una scarsa produzione di progesterone. Questa malattia non è molto comune e i medici non ne sanno molto. Quando scoprii ciò che avevo, mi resi conto che avrei dovuto chiedere al dottore consigli sulla mia attività sessuale. Egli mi disse: «Si astenga dall’aver rapporti sessuali per qualche tempo.» Non ebbi il coraggio di dirgli che ero lesbica. A parte questo, pensai che se glielo avessi detto, egli non avrebbe saputo cosa rispondermi, poichè l’omosessualità è qualcosa di cui non si parla mai, figurarsi poi se le si dedicano delle ricerche scientifiche.
Circa due mesi più tardi pensai che avrei dovuto cercare di scoprire qualcosa di più al riguardo, così chiesi consiglio a un ginecologo che sembrava avere un atteggiamento comprensivo. Ero spaventatissima e mi sentivo come se avessi ingoiato pietre. Invece di rispondere alla mie domande, egli assunse un’espressione dura e professionale e mi disse: “Forse farebbe meglio a dirmi come si comporta sessualmente, così capirò meglio di cosa si tratta.” Rimasi inebetita. Ecco, quel bellimbusto di dottore se ne stava lì e voleva sapere come “lo facevamo”. Infine riuscii a dire: «Penso che questi non siano affari suoi. Tutto ciò di cui ho bisogno è sapere se ogni forma di attività sessuale mi può essere dannosa o se solo la penetrazione mi può nuocere.» Egli continuò a spostare il discorso su come facevo l’amore con le altre donne, che cosa si provava, se ero lesbica da sempre, ecc. Incominciai veramente ad arrabbiarmi, e incominciai a urlare che noi “lo facevamo” con le banane (del resto era ciò che lui pensava) e che tutti sapevano che la sola ragione per cui si è lesbiche è perchè si vuole un pene o perchè si ha paura degli uomini. Egli mi disse che la mia malattia era psicologica e non fisica. «Conosco un buon psichiatra che le raccomando vivamente di consultare. Ha curato molti omosessuali.» Gli risposi: «Vuol dire che ho trascorso cinque anni d’inferno, ho passato mesi fuori e dentro gli studi dei dottori, e infine ho subito un intervento per una malattia psicologica? Vuol forse dirmi che l’endometriosi che ho non è il frutto di un aborto mal fatto ma che è semplicemente una malattia psicologica?» Egli ritrattò subito tutto, dicendo che effettivamente avevo una forma di endometriosi e che non era un fatto psicologico, poi rapidamente cambiò discorso facendomi domande sull’aborto tipo: «Pensa che l’esperienza dell’aborto sia la ragione della sua ostilità verso gli uomini?» A questo punto era lampante che non sarei riuscita a ottenere alcuna informazione valida da quell’individuo. Quando uscii, piangevo e l’ultima cosa che egli mi disse fu: «Le raccomando vivamente di andare da uno psichiatra. Evidentemente lei è molto depressa per il fatto di essere lesbica e penso che occuparsi della sua malattia potrebbe aiutarla. Deve cominciare a capire le sensazioni che prova verso gli uomini. Lei è giovane, può cambiare.» A questo punto desiderai veramente ucciderlo, ma gli dissi semplicemente che soltanto una violenta rivoluzione femminista mi avrebbe aiutata a capire le mie sensazioni verso gli uomini e che egli sarebbe stato senz’altro il primo della lista.»
di Jody
da “Noi e il nostro corpo – scritto dalle donne per le donne“, 1974
Donna è: non subire e farsi condizionare dall’ignoranza e dai preconcetti
Endometriosi – issalute.it