E non hai neanche i baffi…

«Voi donne siete tutte uguali:
siete tutte dolci prima del matrimonio.»

«Invece tu non sei cambiato,
ed è per questo che mi sei sempre piaciuto:
ti credi di essere il padrone del mondo
e non hai neanche i baffi!»

Yuppi du (1975)

 

Adriano Celentano in occasione del suo film da lui diretto e interpretato partecipò come ospite a Punto e basta, un varietà televisivo trasmesso alla RAI nel 1975. Il programma che era condotto da Gino Bramieri e Sylvie Vartan andava in onda il sabato sera.
Gli autori erano Italo Terzoli ed Enrico Vaime, la regia di Romolo Siena e l’orchestra era diretta da Pino Calvi. La scenografia era molto particolare poichè riproduceva un locale di cabaret italiano con il pubblico seduto attorno ai tavolini.
Lo spettacolo verteva sulle esibizioni musicali di Sylvie Vartan, regina dello yéyé (un rock and roll molto leggero e un po’ pop in voga nei primissimi anni Sessanta), e sulla comicità dell’indimenticabile Gino Bramieri, molto gettonato da noi bambini dell’epoca per le sue barzellette fantastiche che ti mettevano di buon umore.
A conclusione di ogni puntata Gino Bramieri dava sfoggio al suo vasto repertorio di barzellette, in genere brevi, spesso un ‘botta e risposta’, battute con doppi sensi, le cosiddette freddure.
A molti in quell’epoca sarà rimasto il ricordo dell’ultima barzelletta che ripeteva a ogni puntata: un negro nudo sotto la pioggia entra in un bar, eee… e la barzelletta s’interrompeva (e già nella mente degli adulti s’insinuava un pensiero malizioso…) ma la trasmissione finiva. L’ultima puntata sembrò lasciare tutti a bocca asciutta, ma invece il finale fu detto da Bramieri, con il suo solito stile …entra in un bar e ordina: un bianco secco per favore!
Questo gioco personalmente l’ho inteso come una specie di provocazione nei confronti della censura, che in  Rai in quegli anni infieriva non poco e su tutti i campi.

Leda

La censura è una forma di controllo sociale che limita la libertà di espressione e di accesso all’informazione, basata sul principio secondo cui determinate informazioni e le idee e le opinioni da esse generate possono minare la stabilità dell’ordine sociale, politico e morale vigente. Applicare la censura significa esercitare un controllo autoritario sulla creazione e sulla diffusione di informazioni, idee e opinioni.

di Victor Zaslavsky da Dizionario di Storia (2010) – Treccani

 

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