La società in cui noi ci formiamo ha nei confronti del sesso, idee confuse e repressive, soprattutto per quanto riguarda la donna. Riviste e televisione non fanno che insegnarci a diventare attraenti e sexy, e allo stesso tempo ci ammoniscono che una “brava ragazza” non ha rapporti sessuali prima del matrimonio. Il sesso è incentrato sulla genitalità: sul coito e in primo luogo sull’orgasmo. I ruoli sessuali rispecchiano l’immagine di maschio e di femmina fornita dalla società: l’uomo deve sapere e noi dobbiamo apprendere da lui; l’uomo guida e noi lo seguiamo. Non c’è da stupirsi se, sommersi da questi linguaggi contraddittori, tutti noi, maschi e femmine, finiamo per accettare le idee altrui invece di ascoltare i ritmi e le risposte del nostro corpo.
Una vita sessuale non soddisfacente riflette la vergogna e l’ignoranza che circondano il sesso e le limitazioni imposte a noi tutti dalla definizione corrente di femminilità e di virilità. Troppo spesso il sesso ci divide invece di unirci.
Noi cominciamo ora a districarci a poco a poco dalla rete dei miti, di ignoranza, di confusione, di esigenze legate al ruolo, in cui la società ci avvolge. Siamo grate a tutte le donne che hanno avuto il coraggio di cominciare ad aprirsi sulle proprie esperienze e le proprie sensazioni sessuali nei piccoli gruppi di autocoscienza nati quando, otto anni fa, riemerse il movimento femminista, e a quelle che hanno continuato questo processo di comunicazione.
Dobbiamo moltissimo alle ricerche di Virginia Johnson e William Masters e siamo state influenzate e aiutate dal volume crescente di lavoro creativo sulla sessualità, in gran parte dovuto alle donne. Tuttavia, come ieri Freud e Kinsey non rappresentarono la parola definitiva, così non la rappresentano oggi nemmeno Masters e Johnson: il loro studio sulla donna americana contemporanea è legato alla situazione odierna, e le loro scoperte non rappresentano norme perenni. Le nostre figlie, nipoti e pronipoti si comporteranno forse diversamente da noi. È difficile per gran parte delle donne parlare apertamente della sessualità. Eppure indagando insieme le nostre esperienze, fantasie, interrogativi e sensazioni erotiche, scopriamo che parlare del sesso diventa gradualmente più semplice; comunicando le proprie sensazioni a piccoli gruppi di donne ci si può liberare dell’inibizione e di un’errata informazione. La comunicazione ci fa scoprire di essere in molte a condividere le stesse preoccupazioni.
L’informazione cui noi miriamo si estende a una vasta gamma di sentimenti e di azioni. La sessualità va ben oltre il coito, e la nostra sessualità appartiene innanzitutto a noi stesse: è piacere che vogliamo dare e ricevere, è una potente espressione fisica del legame che ci unisce ad altri esseri umani, è una comunicazione ora spensierata e gioiosa, ora seria e appassionata. Noi ci proponiamo di conferire legittimità a una serie di emozioni e di esperienze, all’idea che siamo in grado di crescere.
Cerchiamo di godere serenamente delle nostre personali reazioni sessuali, sia nella fantasia che nella realtà. È un processo che dura una vita, lo sappiamo: accettando noi stesse potremo imparare ad esprimere ciò che sentiamo così da rafforzare il senso della nostra identità, arricchire il nostro piacere e favorire la creazione e il rinnovamento dell’intimità con gli altri.
Il sesso è per me una sensazione primordiale che risale al più remoto passato, ai tempi della Bibbia e più lontano ancora. Ha la forza della nascita, della morte, della vita stessa. È una delle forze propellenti dell’essere, e come tale ha un senso molto profondo. Per me è una delle esperienze centrali della vita.
Le sensazioni della sessualità
Noi siamo il nostro corpo: sensazioni e risposte sessuali sono un’espressione centrale del nostro essere emotivo, spirituale, fisico, coinvolgono il nostro corpo intero.
Quando mi sento eccitata mi batte più forte il cuore, mi si arrossa il volto, gli occhi mi risplendono. Sento le labbra della vagina inumidirsi, tutta la zona genitale piena, i seni che fremono. Se sono in piedi, mi si illanguidiscono le gambe; se sono sdraiata, mi sento come tutta tesa, inarco il dorso, le sensazioni mi fanno vibrare tutta fino alle dita delle mani e dei piedi. Sono sensazioni specifiche, indipendentemente dal mio obbedire loro o no.
Dovremo in qualche caso, imparare a lasciarci andare alle sensazioni sessuali rinunciando al giudizio critico e al controllo, ad accettarle come parte di noi stesse; sono sensazioni ed emozioni che hanno un ritmo e un fluire proprio, che vanno e vengono senza lasciarsi forzare, che esistono e basta. Quando le sensazioni sono in arrivo, tuttavia, ci sono aperte alcune scelte – se agire e come agire – e la responsabilità dell’azione che scegliamo. Pur essendo semplici di per sè, le sensazioni sessuali sono inserite nel contesto della nostra società e destano in noi reazioni complesse. Purtroppo abbiamo conosciuto e accettato troppo a lungo certi nostri sensi di colpa e di autonegazione.
Certe volte mio marito e io eravamo svestiti e lui mi chiedeva di alzarmi e di girare per la stanza, per potermi vedere bene: e questo mi metteva a disagio, non capivo perchè gli piacesse tanto vedere il mio corpo.
L’atteggiamento ambivalente verso il nostro corpo e il conflitto di emozioni nei riguardi del sesso sono ostacoli al piacere sessuale. Insieme noi lavoriamo per dare sfogo a questi atteggiamenti ed emozioni e contemporaneamente per agevolare quelle sensazioni della sessualità che ci fanno partecipare alla vita degli altri e della natura intera.
Il linguaggio della sessualità
Il linguaggio autentico del sesso innanzitutto è non verbale. Parole e immagini evocano le sensazioni profonde e complesse che proviamo dentro di noi e in rapporto con gli altri. Paura e imbarazzo e il facendoci dubitare del tatto come mezzo di comunicazione, hanno ristretto le vaste possibilità di comunicazione non verbale e la maggior parte di noi comincia solo ora a indagarne il potere.
Volendo parlare del sesso fra di noi o pensarci per conto nostro, ci capita sovente di aver bisogno delle parole adatte e di fronteggiare un dilemma imbarazzante: quali termini usare? Siamo in molte a pensare che le parole esatte non esistono, perchè ciascuna trasmette certi atteggiamenti e valori. I termini clinici più appropriati (vagina, pene, coito) suonano freddi, distanti, chiusi; i termini colloquiali, da strada (fica, cazzo, fottere) suonano rozzi e degradanti; eufemismi come “fare l’amore” sono sciocchi e imprecisi. Così noi usiamo parole diverse a seconda che ci rivolgiamo all’amante, ai bambini, agli amici, al medico. Ci sentiamo goffe, il che dimostra che se il sesso è uno strumento espressivo naturale, non ci riesce naturale parlarne.
In molte stiamo tentando di dare un significato sessuale più positivo alle parole vecchie.
Il sesso nell’immaginazione: le fantasie
Accettare le nostre fantasie sessuali ci riesce per lo più difficile.
Non mi sono mai sentita libera di esplorare quelle parti di me stessa che emergono nelle fantasie, nei sogni notturni o a occhi aperti, nel pensiero non espresso a parole. Avevo paura di essere colta di sorpresa, di capire di me stessa cose che non sapevo, specialmente cose brutte, e avevo fin troppe difficoltà ad affrontare la vita senza complicarmela con le mie fantasie. Il mio atteggiamento era “Ne ho già abbastanza”.
Consentirci di divagare con la fantasia ci sembra una perdita di tempo, pensare al sesso come altro dal rapporto con l’uomo, incrina l’immagine che ci siamo fatte di noi stesse, fantasticare su una persona diversa dal nostro partner ci pare un’infedeltà.
Tutti abbiamo delle fantasie che balenano come immagini istantanee o che si prolungano in storie particolareggiate. A volte possono riflettere squilibri emotivi del profondo, in chi ha il timore di fare del male con le sue fantasie a se stessa o agli altri, in questo caso è bene consultare uno specialista. Ma quasi sempre le fantasie riflettono soltanto bisogni, desideri, sogni. Sono profondità che si aprono dentro di noi e attendono di essere scoperte ed esplorate. Qui possiamo diventare tutto quello che vogliamo, tramite la fantasia ci leghiamo all’immaginazione collettiva del genere femminile e alle fonti creative che hanno dato vita a espressioni tra le più profonde e le più belle dell’umanità. Le fantasie sono un nostro tesoro, arricchiscono in noi la comprensione di noi stesse e del mondo.
Godere di una fantasia è un concetto nuovo e liberante per me. Mi sono sempre sentita repressa, perchè temevo che avrei anche potuto agire secondo le mie fantasie, qualsiasi esse fossero. Ora che so che non devo realizzarle per forza – nè ora nè mai – riesco a goderne.
Le fantasie, come i sogni, ci rivelano parti di noi stesse da sempre ignorate; ci consentono di tentare strumenti alternativi di autoespressione, danno colore e spirito ai nostri momenti più quotidiani.
Qualche volta quando sto facendo l’amore; penso all’oceano che rumoreggia e sento le onde che girano vorticosamente intorno a me. Forse questo significa che preferirei galleggiare nel mare piuttosto che stare nel mio letto. Ma è anche un modo per intensificare la mia esperienza. La fantasticheria mi fa sentire libera, sciolta, fluida, mi rende più rilassata, mi aiuta a lasciarmi andare.
La risposta sessuale femminile
La nostra sessualità viene sollecitata tramite l’udito, la vista, l’odorato, il tatto. Le sensazioni sessuali si possono esprimere in una varietà pressochè infinita di modi: scrivendo una poesia, rotolando giù da un pendio erboso nel sole, ballando un rock, carezzando un’amica, oppure masturbandosi o facendo l’amore con un uomo o con una donna.
Indifferentemente dalla fonte di eccitazione o dalla forma espressiva, il nostro corpo dal punto di vista fisiologico traversa una sequenza di reazioni detta “ciclo della risposta sessuale“, cioè i mutamenti fisici traversati dall’organismo quando ci eccitiamo e raggiungiamo, se arriviamo all’acme, l’orgasmo, ossia un improvviso culmine e allentamento della tensione sessuale, breve e intenso, esplosivo. La tensione sessuale si può allentare anche senza orgasmo, beninteso, ma ci vuole assai più tempo. A volte capita di eccitarsi ma di non lasciar svolgere il ciclo completo perchè non è il momento di cercare uno stimolo ulteriore e di raggiungere l’orgasmo, e ci si limita a godere delle sensazioni che ci pervadono. Volendo, con una stimolazione continua ed efficace, si può raggiungere l’orgasmo più volte. Dopo l’orgasmo il nostro corpo torna lentamente alla condizione non eccitata.
Benchè in ciascuna di noi la risposta sessuale si svolga secondo uno stesso schema, soggettivamente la reazione può essere diversa.
Durante la risposta sessuale nell’organismo si verificano due fenomeni: la “vasocongestione”, cioè la dilatazione e l’afflusso di sangue nelle vene, soprattutto delle pelvi e della vulva; e la “miotonia”, cioè la contrazione dei muscoli.
L’orgasmo è un improvviso, involontario e quasi istantaneo allentarsi della congestione pelvica e della tensione muscolare, tramite una serie di contrazioni muscolari che avvertiamo a volte nella vagina, nel retto e nell’utero. Anche nel caso dell’orgasmo il fenomeno è fisiologicamente sempre uguale.
L’orgasmo può essere un’esperienza molto blanda, come un brivido o un dolce sospiro, o un’esperienza molto sensuale, che irraggia calore in tutto il corpo, o un’esperienza intensissima accompagnata da grida e da gesti convulsi, o un’esperienza estatica, con perdita momentanea della coscienza.
Ho avuto orgasmi diversissimi. A volte devo impiegare energia per trattenermi. La reazione naturale, quando sono particolarmente incontrollata, è di lasciarmi andare, e allora l’energia non viene impiegata e non riesco a dormire per ore e ore. Altre volte arrivo al culmine ma non è un’esperienza fluida, senza sforzo: ho bisogno di sfruttare quell’energia, e poi mi sento bene e mi viene sonno. Sono due esperienze contrastanti.
Il sesso nel rapporto
L’espressione della nostra sessualità diventa sia uno scambio di piacere sia un modo per comunicare sentimenti affettuosi. Uno scambio sessuale soddisfacente approfondisce la relazione come poche altre esperienze comuni, e a sua volta una buona relazione migliora il piacere sessuale.
In una relazione il momento sessuale è complesso quanto il rapporto stesso e può variare di significato e d’intensità.
Certe volte faccio l’amore per sentirmi desiderata e coccolata. Certe volte sono così assorbita dalle sensazioni del tatto, del gusto, dell’odorato, della vista e dell’udito da sentirmi tornare al tempo dell’infanzia, quando sentirsi bene era l’unica cosa importante. Certe volte sono una monella e ci rotoliamo e ci facciamo i dispetti; certe volte mi faccio fottere per evadere dalla durezza e dalla serietà che ho dentro; certe volte lacrime e sudore si mescolano nell’orgasmo e mi sento una cosa sola con l’altro. Certe volte il sesso è più potente di un’ubriacatura, e mi sento travolgere dalla corrente d’amore che ci traversa tutti. Per me il sesso può essere qualunque cosa, tutto. Com’è bello!
In qualsiasi tipo di relazione, un buon scambio sessuale richiede fiducia, comunicazione senza ombre, tecniche adeguate, senso dell’humour, tempo e agio di stare insieme. La relazione deve fondarsi sul reciproco rispetto e senso di parità, deve impegnarsi a condividere i punti vulnerabili e gli spazi gioiosi.
Testo tratto da Noi e il nostro corpo – scritto dalle donne per le donne, 1974
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