Tutto quello che serve lo trovi
sulla EDT/Lonely Plan et “Berlino”
(in italiano, attenzione alla data di stampa).
Tutto quello che sogni nel film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders.
Tutto lo spirito dell’attesa, nel libro “Lettera a Berlino” di Ian McEwan.
Il resto non non ha importanza:
è già tutto vecchio nel momento in cui si è là.
Il mio è un viaggio solitario,
fitto di emotivi appunti serali e di fotografie
ed acquerelli forse già virati al seppia,
tanta è la velocità di rinnovamento di questa metropoli.
Spero di indurre ad un amore che per me non è stato immediato,
ma poi molto profondo: non è una città da “colpo di fulmine”.
Bisogna dimenticare le guide, le riviste, i servizi televisivi,
per allontanarsi dalla loro fastosa celebrazione che sa di finto
e provare a cedere con pazienza alla sottile seduzione che viene dalla testa.
Meglio se si è giovani o molto giovanili.
di Maria Grazia Frilli
Berlino, la seducente e tentatrice capitale della Germania, uno dei 16 Stati (Länder) che compongono la Repubblica federale Tedesca, è un luogo unico. Tra storia, cultura, architettura, cinema, musica e ancor di più, la bella Berlin vive immersa tra passato, presente e soprattutto, futuro. È grande, sterminata, tuttavia a dispetto delle sue dimensioni è una città accogliente e a misura d’uomo. È un luogo in cui è possibile divertirsi e apprezzare le sue molte bellezze e la sua varietà, ricavandone spunti, stimoli ed energia da accumulare.
Berlino è diventata nell’immaginario giovanile un punto di riferimento per la sua vivacità culturale, per la sua vita notturna, per i suoi numerosi bar, club e per i suoi numerosi luoghi di interesse storico-culturale.
Potrebbe bastare, ma c’è molto altro. Berlino è molto estesa, anche se non sembra guardando una cartina. Camminare, quindi, può essere un’attività piacevole ma limitata a pochi quartieri, meglio usare la metropolitana che ha una linea sotterranea e una in superficie. Occorre un po’ di pratica per capire quella confusione di intrecci, ma la gente si presta volentieri ad aiutare un turista in difficoltà. Il taxi, in compenso, non costa moltissimo.
Il quartiere Mitte corrisponde in massima parte al centro storico della città. Qui si trova una delle icone di Berlino: la Porta di Brandeburgo, l’imponente arco neoclassico alto 26 metri e largo 65 (Brandenburger Tor) è l’unica porta cittadina ancora esistente, il monumento più conosciuto della città e simbolo della Germania unita poiché un tempo, dal 1961 al 1989, segnava la linea di demarcazione tra Berlino Est e Berlino Ovest.
La porta costruita nel periodo tra il 1788 e il 1791 da Carl Gothard Langhans, si ispira ai Propilei dell’Acropoli di Atene. È sovrastata da una quadriga di rame, opera di Johann Gotfried Schadow.
La quadriga
Una curiosità: nel 1807 Napoleone portò la quadriga a Parigi come bottino di guerra, nel 1814 i prussiani dopo la disastrosa campagna napoleonica in Russia, la riportarono indietro ed aggiunsero la croce di ferro alla corona che sormonta l’asta in mano alla dea della pace.
La Porta e la quadriga vennero seriamente danneggiate durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il 13 agosto 1961 il monumento fu chiuso dai sistemi di sbarramento della Repubblica Democratica tedesca (DDR) rimanendo nella parte orientale della città. La quadriga, che guardava a ovest venne girata dalla parte opposta (e quindi contro il Muro di Berlino).
Alla ‘caduta del muro’ la Porta di Brandeburgo venne riaperta il 22 dicembre 1989, ma i cavalli continuano a guardare tuttora verso Est.
Il muro di Berlino
La piazza sulla quale si affaccia la Porta di Brandeburgo è la Parizer Platz, così chiamata dopo la conquista di Parigi da parte delle truppe prussiane nel 1814. La piazza era nel ‘800 il salotto buono della borghesia colta. La costruzione del muro nel 1961, la trasformò in una angosciante terra di nessuno e dopo la riunificazione si decise, non senza polemiche, di ricostruire la piazza con edifici che richiamassero per dimensione e aspetto quelli originali.
Fin dalla sua riunificazione nel 1990, Berlino è stata l’artefice di un nuovo e unico sentimento. La caduta del Muro di Berlino ha saputo creare un sentimento di ‘speranza globale’, un nuovo mondo e modus vivendi, senza confini di credo politico. Certo le difficoltà economiche della riunificazione sono state molte, ma hanno pagato nel medio periodo con la crescita economica e sociale.
Parizer Platz
Dalla Porta di Brandeburgo parte il lungo Viale dei Tigli, l’Unter den Linden, in origine una pista che collegava il palazzo reale con il Tiergarten, il terreno di caccia di corte; venne sistemato a viale nel 1647 e ornato da filari di tigli che gli hanno dato il nome. Nell’Ottocento divenne la passeggiata preferita dai berlinesi.
Agli inizi del Novecento l’area era ricca di alberghi, teatri e negozi che furono ridotti in macerie dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra la zona fu ricostruita con edifici anonimi, ora si sta cercando di ricrearne l’atmosfera di un tempo e di ricostruire la passeggiata al centro del viale con chioschi e panchine. Oramai le tracce di queste distruzioni e della divisione della città sono cancellate, anche se restano impresse nella memoria della gente.
la Gendarmenmarkt
Proseguendo si incontra la Gendarmenmarkt, pregevole piazza settecentesca molto estesa, al centro della quale si trova il Shauspielhaus, teatro costruito per i monarchi tedeschi da Karl Friedrich Schinkel nel 1818, ricostruito fedelmente dopo la guerra e oggi importante sala concerti per la città, conosciuta come Konzerthaus.
Ai lati della piazza si trovano due belle chiese gemelle, il Duomo Francese (Französischer Dom) e il Duomo Tedesco (Deuscher Dom).
Il Französischer Dom fu costruito per la comunità degli ugonotti, protestanti francesi che, dopo la revoca dell’Editto di Nantes, trovarono rifugio nella città verso la fine del ‘600.
L’edificio è sovrastato da una torre cilindrica con cupola, ci si può salire e ammirare il panorama della città. Oggi la chiesa ospita un museo dedicato alla storia degli ugonotti.
L’EDITTO DI NANTES
Fu un decreto emanato dal re Enrico IV di Francia nel 1598, ponendo termine alla serie di guerre di religione che avevano devastato la Francia dal 1562 al 1598. Con esso si riconosceva ai protestanti la libertà di coscienza e di culto (quest’ultima con alcune limitazioni), l’uguaglianza dei diritti civili con i cattolici, nonché l’amnistia totale per fatti di guerra.
L’editto suscitò vivacissime reazioni in Francia poiché risultava in contrasto con lo spirito assolutistico dei regnanti francesi, per cui trovò l’opposizione già di Luigi XIII; finché Luigi XIV lo revocò con l’Editto di Fontainebleau del 1685.
Ripresero quindi le persecuzioni contro i protestanti, ciò comportò una forte emigrazione di questi ultimi verso l’Inghilterra e le colonie inglesi della Virginia e della Carolina del Sud, la Germania, la Svizzera e i Paesi Bassi, in particolare verso le colonie nordamericane degli attuali stati di New York e New Jersey. Si trattava prevalentemente di artigiani o di membri della borghesia, il che favorì l’economia dei paesi accoglienti a scapito di quella francese.
La politica persecutoria si attenuò progressivamente. La restituzione piena dei diritti ai protestanti avverrà solo con la Rivoluzione francese.
Il Deuscher Dom venne invece costruito per la comunità calvinista di lingua tedesca. Oggi il suo interno, ricostruito in stile moderno, ospita una mostra permanente sulla democrazia parlamentare.
La piazza, che ospita anche la statua del poeta Schiller, è considerata una delle più belle di Berlino per l’armonia dei suoi monumenti.
Durante le festività natalizie, dall’Avvento a Capodanno, Gendarmenmarkt ospita un mercatino di Natale e una grande pista di pattinaggio sul ghiaccio.
la Zeughaus
Il più antico edificio della Unter den Linden arrivato sino a noi è la Zeughaus (Antico arsenale). Venne costruito dal Federico III di Brandeburgo dal 1695 al 1730 in stile barocco per essere usato come arsenale di artiglieria. Successivamente venne trasformato in un museo militare nel 1875.
Oggi dopo l’unificazione è diventato il Museo Storico della Germania. Il cortile dell’edificio è molto particolare con 22 drammatiche Maschere di guerrieri morenti, opera di Andreas Schluter.
la Bebelplatz
Un’altra bella piazza del quartiere Mitte è Bebelplatz. La piazza sarebbe dovuta diventare il centro del Forum Fridericiarum, un’area con edifici in stile romano antico progettato da Georg Wenzelaus von Knobelsdorff. Avrebbe dovuto costituire nell’idea classica di Federico il Grande il centro della sua Berlino, con una serie di edifici che simboleggiassero la libertà della scienza, delle arti e della religione. Il progetto non fu però portato a termine, ma la piazza resta una delle più belle di Berlino.
Tutti gli edifici, gravemente danneggiati durante la guerra, sono stati ricostruiti negli anni Cinquanta e Sessanta.
Al centro della piazza, dominata dalla mole della Alte Bibliotek, un monumento dell’israeliano Micha Ullmann: nella pavimentazione c’è un buco quadrato coperto da un vetro che fa vedere una stanza completamente bianca, tappezzata dagli scaffali di una libreria vuota.
In quel luogo, il 10 maggio 1933 i nazisti guidati da Josef Goebbels bruciarono 25.000 volumi ritenuti “pericolosi” dai nazisti.
Accanto al monumento di Ullmann è posta una targa che riporta una citazione di Heinrich Heine:
“Quando i libri vengono bruciati,
alla fine verranno bruciate anche le persone”
Museumsinsel – l’isola dei musei
Uno dei luoghi da non perdere nel quartiere Mitte è il Museumsinsel (Isola dei musei), nella parte settentrionale dell’isola sul fiume Sprea, al centro di Berlino, per le sue caratteristiche uniche dichiarata Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO. Il nome “Isola dei musei” è dovuto al gran numero di musei di livello mondiale presenti, musei che furono costruiti nell’arco di un secolo, dal 1822 al 1930, su un’area paludosa bonificata.
Questi musei che sono stati semidistrutti e ricostruiti dopo la guerra, oltre che delle opere d’arte in sé, sono dei luoghi piacevolissimi dove passare una giornata tra librerie, caffetterie e ristoranti e dove prendersi qualche pausa di riflessione durante la visita della città.
La Alexanderplatz
Nel vostro giro per il quartiere Mitte non potrete non passare per Alexanderplatz, un’altra piazza icona di Berlino, da sempre uno dei luoghi più animati dalla città. Punto di demarcazione tra la Berlino storica e la Berlino socialista, snodo quotidiano di centinaia di migliaia di persone. Prese il nome attuale nel 1805, in occasione della visita dello zar Alessandro I.
Negli anni ’20 del secolo scorso, la piazza era insieme a Potsdamer Platz, il cuore della Berlino notturna.
Ricostruita negli anni Sessanta, Alexanderplatz è circondata da diversi edifici famosi, tra i quali il Fernsehturm, la Torre della Televisione la seconda struttura più alta in Europa. Al centro della piazza l’Orologio Universale del 1969, una struttura che ruota continuamente mostrando l’ora nelle varie zone della Terra e la Brunnen der Völkerfreundschaft, la grande “Fontana dell’amicizia fra i popoli” inaugurata nel 1970, un tempo ritrovo dei giovani punk.
Il Reichstag
Non molto lontano dalla Porta di Brandeburgo si trova un’altro dei simboli della città, il Reichstag, la sede del parlamento federale tedesco, il Bundestag. Fu costruito come sede del Parlamento del Reich tedesco, prima della riunificazione tedesca si trovava proprio a ridosso del Muro di Berlino. La sua storia ha segnato la storia recente della Germania.
Nel 1933 un incendio lo distrusse in gran parte. Non fu mai chiaro come l’incendio divampò, ma la colpa venne data ai Comunisti. Questo diede una spinta decisiva al Partito Nazional Socialista Tedesco (Nazista) di Hitler per la presa del potere in Germania. L’edificio, ricostruito, fu danneggiato ancora di più al termine della guerra.
La foto con il soldato dell’Armata Rossa che mette sull’asta dell’edificio la bandiera sovietica, dopo la conquista della città da parte dei russi divenne una delle più famose icone del XX secolo come simbolo della fine del nazismo, la sconfitta della Germania e dell’incubo nazista.
Alla fine della Seconda guerra mondiale il Reichstag finì, nella divisione della città, a Berlino Ovest vicinissimo al muro.
Prima della riunificazione il parlamento della Repubblica Federale Tedesca vi si riuniva simbolicamente una volta all’anno, a indicare che Bonn era solo una capitale temporanea. Subito dopo la riunificazione tedesca venne subito presa la decisione di spostare il Bundestag di nuovo a Berlino, trasferimento che fu completato nel 1999.
Un ottimo modo per scoprire Berlino è attraverso una originale gita in battello. Pochi sanno che questa bellissima metropoli è circondata da numerosi corsi d’acqua, ed è ricca di ponti e canali.
Quando sarà il momento di divertirsi, sappiate che Berlino è una delle città europee dalla vita notturna più intensa. Ci sono una infinità di bar, locali, club e discoteche e ne ne nascono di nuovi ogni giorno. La maggior parte dei luoghi abituali sono nel centro (i quartiere di Mitte, Prenzlauer Berg, Kreuzberg), ma la parte orientale della città ha tutti i locali notturni. Berlino ospita anche la “Love Parade”, un rave all’aperto, che attira milioni di persone da tutto il mondo che ballano a ritmo techno e di musica elettronica. La capitale tedesca è inoltre una delle città più verdi d’Europa, con oltre il 60% della sua superficie verde.
La città ebraica
Magari è solo senso di colpa. Oppure legge della compensazione. Ma è un fatto che a Berlino, la città in cui è partita la sistematica distruzione del popolo ebraico, siano numerosi i monumenti, i memoriali o comunque i luoghi dedicati al popolo ebraico e alla sua cultura, di ieri ma anche di oggi.
A cominciare dal bellissimo e scioccante Judisches Museum, inaugurato nell’ottobre 2001, è un percorso nel dolore e nella conoscenza, che non lascia indifferenti. Niente a che vedere con un museo tradizionale: non ci sono quadri da ammirare ma brandelli di storia vera, reale, vissuta e, nella maggior parte dei casi, terminata in qualche campo di concentramento.
Già l’edificio è uno squarcio nella città: progettato dall’architetto Daniel Libeskind, è un imponente complesso di acciaio e vetro, solido, massiccio, trafitto da cinque grandi “tagli”, come cinque ferite che lo attraversano. Ha la forma di una stella di David spezzata e si distribuisce lungo delle assi dal nome significativo: l’asse della continuità, l’asse dell’esilio, che termina in un giardino i cui “alberi” di cemento danno luogo a una sensazione di totale spaesamento in chi lo attraversa, e l’asse dell’Olocausto, che termina in una torre di cemento alta, stretta e gelida: una volta dentro (e il tonfo della pesante porta dà un colpo allo stomaco) si intravede la luce da un’unica irraggiungibile fessura, e i rumori attutiti del mondo esterno, dove la vita continua, lasciano un profondo sgomento.
Se la visita al museo ha lasciato la curiosità di seguire da vicino le tracce della vita ebraica, passata e presente, si può continuare il viaggio vedendo la Nuova Sinagoga si trova nel Mitte, il quartiere oggi più trendy della città.
Consacrata nel 1866 fu per molto tempo il più grande luogo di culto giudeo d’Europa. In parte distrutta dalle bombe del 1943 è stata ricostruita in modo originale: la parte anteriore ha mantenuto l’antica struttura moresca, il retro è un inno alla più assoluta modernità. Alla Topografia del terrore dove un tempo si trovava il quartier generale della Gestapo, nei pressi del Checkpoint Charlie, ora si visita una mostra all’aria aperta sulle atrocità naziste.
Mentre passeggiando nel Bavarian Quarter, a Schoneberg, si legge la storia ebraica sui lampioni del quartiere, disseminati di piccoli messaggi sottoforma di foto o raffigurazioni della vita ebraica di tutti i giorni in contrasto con le leggi naziste volte al totale annientamento degli ebrei.
Commovente è il monumento della Grosse Hamburger Strasse, dove gli ebrei destinati ai campi di sterminio venivano riuniti, e quello della stazione Grunewald, da cui partivano i treni dell’olocausto.
Naturalmente la Berlino ebraica non è solo ricordo e dolore. Le molte sinagoghe e l’Associazione culturale ebraica testimoniano una tolleranza e un’accettazione totale degli ebrei tedeschi.