L’Unione Sovietica stalinista rappresentò una guida per altri regimi di paesi comunisti come la Cina di Mao Tse-tung, la Corea del Nord, l’Albania.

LA CINA

L’antica civiltà cinese, una delle prime al mondo, si sviluppò su strutture feudali e monarchie ereditarie, fino alla creazione di un Impero sotto la dinastia Qin (221–206 a.C.). Ma sarà la dinastia Han regnante per quattro secoli, che definirà l’identità culturale cinese affermandosi con gli insegnamenti di Confucio.

L’ultima dinastia dell’Impero cinese fu quella dei Qing, originaria della Manciuria, durante la quale diminuì la prosperità dell’intera Cina che si trovò ad affrontare l’espansione economica e coloniale delle nazioni europee. Il commercio con le Indie Orientali era monopolizzato dalla Compagnia delle Indie inglese, che esportava grandi quantità di merci dalla Cina e vi importava l’oppio proveniente dalle Indie britanniche. Il consumo di oppio era una pratica molto diffusa in Cina e quando l’imperatore decise di ridurne l’importazione (1838) si trovò a scontrarsi con l’Impero britannico nelle ”Guerre dell’Oppio”. La Cina ne uscì sconfitta e molto indebolita, l’Impero britannico ottenne il dominio coloniale su Hong Kong e l’accesso ai principali porti per il commercio.

Hong Kong rimase agli inglesi fino alla guerra del Pacifico, durante la quale fu brevemente occupata dal Giappone, per poi tornare sotto il controllo britannico. Hong Kong sviluppò una propria economia molto più aperta al capitalismo che influenzò la sua cultura per 156 anni, tanto da essere definita come “l’Oriente che incontra l’Occidente”. Nel 1997 è tornata ad essere territorio della Cina.

L’Impero cinese si trovò ad affrontare anche una gravissima crisi interna e una guerra civile nota come la rivolta dei Taiping. Fu un movimento rivoluzionario cinese che s’ispirò a Hong Xiuquan, il quale intorno al 1840 aveva elaborato una sua dottrina religiosa, fondendo elementi della tradizione cinese con contenuti tipici della morale cristiana.
Nel 1851 i seguaci proclamarono nel sud dell’Impero un loro stato indipendente, il “Regno Celeste della Grande Pace” (Taiping tianguo) con capitale Nanchino. I Taiping attuarono una riforma agraria che ripartiva le terre per nucleo familiare tenendo conto del numero dei membri, incluse anche le donne. Instaurarono un sistema di vita comune e di comunione di tutti beni, la popolazione venne organizzata in gruppi di venticinque famiglie (ku), una struttura di base che aveva nello stesso tempo competenze amministrative, militari, religiose e di produzione. Il commercio privato venne abolito.
Con l’intento di voler ridare prestigio e sovranità alla Cina si contrappose al regime imperiale corrotto, ma degenerò in una guerra civile che fu repressa dall’esercito imperiale, col supporto inglese nel 1864.

Il Celeste Impero affrontò altre ribellioni di massa, fino a cessare di esistere nel 1911, quando a Nanchino fu fondata la Repubblica di Cina, guidata dalle forze nazionaliste di Chiang Kai-shek. Queste a loro volta si scontrarono con le forze comuniste di Mao Tse-tung sostenute da Stalin. Fu una lunga guerra che ebbe fine nel 1949 con la fuga del governo nazionalista sull’isola di Formosa, nota come Taiwan, nella cui capitale Taipei ha tuttora sede l’attuale Repubblica di Cina.

La Repubblica Popolare Cinese

In piazza Tien An Men, quindi, il Partito Comunista cinese proclama la Repubblica Popolare Cinese di cui Mao Tse-tung (o Mao Zedong) è il Presidente.
La Cina è in forte arretratezza, essendo nemmeno stata sfiorata dalla rivoluzione industriale. Viene abolito l’insegnamento dei Quattro Libri e dei Cinque classici confuciani ed ha inizio una radicale trasformazione sulla base di un marxismo-leninismo compatibile con la realtà cinese, dove il proletariato è rappresentato dai contadini e non dalla classe operaia.
Nei primi anni 50 con una riforma agraria le terre vengono espropriate e collettivizzate a favore delle masse di contadini nullatenenti. Dal punto di vista economico, progetti di industrializzazione su grande scala danno origine a una moderna infrastruttura nazionale, attuando anche un controllo sui prezzi. Ne consegue un notevole miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita, e una maggiore alfabetizzazione. Il PCC adotta inoltre delle politiche intese a promuovere la scienza, i diritti delle donne e delle minoranze, combattendo la prostituzione e l’uso delle droghe. La coltivazione dell’oppio, che era stata legalizzata nel 1890, venne proibita da Chiang Kai-shek, mentre l’abitudine al suo consumo venne sradicata da Mao Tse-tung.

La Repubblica Popolare cinese consapevole del rischio di rimanere isolata iniziò una politica di avvicinamento all’Occidente, mirando a ottenere un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Ma il seggio della Cina era già occupato dalla Repubblica della Cina di Chiang Kai-shek, che fu uno dei membri fondatori delle Nazioni Unite, ed il blocco occidentale volle impedire al blocco comunista di ottenere un altro seggio permanente. Per protestare contro l’esclusione della Cina comunista, i rappresentanti sovietici boicottarono l’ONU dal gennaio all’agosto del 1950.
Nel frattempo l’ONU si trovò ad affrontare una grave crisi: nel mese di giugno l’esercito comunista della Corea del Nord invase la Corea del Sud, l’ONU si oppose all’invasione e fu autorizzato l’intervento di una forza militare su mandato ONU.

La Campagna dei “Cento fiori”

Nel 1956 nella Repubblica Popolare Cinese si volle invitare a ripensare la rivoluzione con la Campagna dei “Cento fiori”: la rivoluzione come un’opportunità, un cambiamento sul versante culturale, artistico, scientifico, politico che privilegiasse uno sviluppo creativo, aspetto che caratterizzò la versione maoista del marxismo.
Che cento fiori sboccino insieme, che cento scuole contendano” fu il motto della Campagna e a gran voce furono richieste maggiore libertà di stampa e di informazione e maggiore democrazia. Ma la richiesta di tanta libertà fece temere per la sorte della rivoluzione, tanto che Mao si affrettò a concludere l’esperienza dando inizio alla repressione e all’internamento nei campi di rieducazione. Si concluse così un’esperienza unica nel mondo comunista.
Nel 1958 con il “grande balzo in avanti” si procedette a una rapidissima industrializzazione del paese, convertendo i contadini in operai a danno dell’agricoltura. Il risultato fu una grande carestia, la scarsità di generi alimentari portò alla morte milioni di persone.

La Rivoluzione culturale cinese

In conseguenza alla grande carestia Mao Tse-tung  fu esautorato, ma ciò non gli impedì nel 1966 di attuare la Rivoluzione Culturale, passando il potere dal Partito Comunista alle Guardie Rosse. Fu distrutto molto del patrimonio culturale e storico cinese e imprigionato un gran numero di dissidenti. Intorno a Mao venne creato un culto della personalità, la sua immagine veniva mostrata ovunque e le sue citazioni propagandate.

Tutto ciò contrasterà con la politica di apertura, di smitizzazione, di destalinizzazione portata avanti da Chruščёv, con il quale in concomitanza ad altri fattori, si arriverà a un’inasprimento delle relazioni fino alla rottura. Tra URSS e Cina i rapporti rimarranno gelidi.
Nel frattempo si determinerà un progressivo distacco anche nei partiti comunisti internazionali. Mentre molti partiti comunisti asiatici resteranno dalla parte della Cina, gran parte dei partiti comunisti occidentali, fra cui anche quello italiano, si schiereranno a favore dell’URSS .

COREA

La Corea è una delle più antiche e ininterrotte civiltà del mondo, in passato è stata spesso oggetto di contesa tra diverse potenze vicine e non, di invasioni, di guerre. Ai primi del novecento fu conquistata dall’Impero giapponese, e con la sconfitta del Giappone alla fine della Seconda Guerra mondiale venne divisa in due stati:

  • la Corea del Nord (o Repubblica Democratica Popolare di Corea) in cui si instaurò una dittatura comunista e filocinese,
  • la Corea del Sud (Repubblica di Corea) dopo un alternarsi di periodi di governo democratico ed autocratico (potere illimitato nelle mani di una persona), si stabilì una democrazia capitalista filostatunitense.

Frequenti incidenti di frontiera aggravarono le tensioni militari già esistenti tra le due parti, tanto da determinare nel 1950 lo scoppiò della Guerra in Corea, in seguito all’invasione della Corea del Sud da parte dell’esercito nordcoreano. Ciò determinò una rapida risposta dell’ONU che diede mandato agli Stati Uniti (impegnati a difendere i paesi minacciati dal comunismo secondo quanto previsto dalla dottrina Truman), affiancati da altri 17 paesi, di intervenire militarmente nel tentativo di liberare il paese occupato. Fu un terribile conflitto che coinvolse anche i civili e rappresentò una delle fasi acute della Guerra fredda con il rischio di un conflitto globale ed il possibile utilizzo di bombe nucleari.

Tra le due Coree è in vigore un armistizio, ma non è mai stato firmato un accordo di pace. Da allora i rapporti reciproci conosceranno alti e bassi, oscillando sempre fra momenti di aperta ostilità e tentativi di dialogo e riavvicinamento. Nel 1991, in seguito ad un accordo, la Corea del Nord e quella del Sud entreranno a far parte dell’ONU e sottoscriveranno un’intesa per la de-nuclearizzazione della penisola; tutto ciò, con lo scopo di facilitare la distensione tra i due territori.

Seppur politicamente diversissime, per sistema economico e forma di governo — anche se in tempi recenti nella Corea del Nord si è imposto un “capitalismo autoritario” e una riforma agraria simile a quella attuata dalla Cina negli anni Settanta, aumentando così i raccolti e ovviando alle continue carestie, — culturalmente sono unite da una tradizione che ha ben 5.000 anni di storia, che la Corea del Nord ha saputo mantenere nonostante gli influssi della vicina Cina.

ALBANIA

L’Albania è la culla dell’antica Civiltà illirica, di impronta indoeuropea stanziatasi sul versante adriatico della Penisola Balcanica. Al crollo dell’Impero romano fu per secoli tra i principali centri culturali e religiosi dell’Impero bizantino. Divenuta Principato d’Albania, nel XV secolo dopo una lunga difesa del popolo albanese, cadde sotto il dominio dell’Impero ottomano, di cui fu una provincia per quattro secoli. Con il declino dell’Impero ottomano-turco ebbe inizio un processo di emancipazione delle terre balcaniche, nel 1912 l’Albania dichiarava la sua indipendenza e l’anno successivo nacque la prima Repubblica Albanese, di cui fu primo ministro Ismail Qemali.

Nel corso della Prima Guerra Mondiale divenne un Protettorato italiano e occupata militarmente dal Duce, venne quindi annessa al Regno d’Italia nel 1939. Durante la Seconda Guerra mondiale s’instaurò una dura dittatura comunista che portò a una Repubblica popolare di stampo stalinista, tale rimase anche dopo la fine del culto di Stalin e le costò l’isolamento dal resto dell’Europa orientale comunista.

Nel 1968 l’Albania uscirà ufficialmente dal Patto di Varsavia come reazione all’invasione sovietica della Cecoslovacchia.
Proclamatasi uno Stato Comunista ufficialmente ateo, propagandò una visione scientifico-materialista del mondo. Seguirà una repressione politica che provocherà migliaia di morti.

Nei primi anni 90 con la caduta del regime comunista, l’Albania si troverà in una situazione critica, politicamente isolata, con un livello di criminalità molto elevato e povero e arretrato da un punto di vista economico. Il governo albanese cercherà di porre rimedio con una serie di riforme, tra cui quella delle cosiddette “imprese piramidali” che funzionavano come delle banche, ma con un tasso di interesse molto alto. Nel gennaio del 1997 la maggior parte di queste imprese fallirà e un terzo delle famiglie albanesi perderà i propri risparmi. Una protesta popolare di massa e il precipitare della situazione (molte zone del paese erano gestite da bande armate) porterà l’allora presidente della Repubblica, Sali Berisha, a dichiarare lo stato d’emergenza.

Si registrerà un aumento dell’emigrazione verso l’Italia, che finirà per riversarsi sulle coste della Puglia. Il Governo italiano offrirà un’accoglienza temporanea, cercando nel contempo un accordo con l’Albania per contenere l’afflusso. Vengono respinti coloro che non sono in effettivo bisogno e pattugliate le coste dell’Adriatico, non si riuscendo però a contrastare il traffico clandestino dei profughi. Viene a verificarsi un grave incidente con il capovolgimento di una nave dove morirono 81 persone e ne sopravvissero 32.

La situazione in Albania, non tendendo a migliorare, porterà il governo a chiedere l’intervento di una forza militare internazionale.
L’ONU risolverà di intervenire con l’Operazione Alba promossa dall’Italia per ristabilire l’ordine sul territorio albanese, che avverrà molto lentamente. Nel 1999 l’Albania servirà da appoggio alle missioni internazionali di supporto ai profughi del Kosovo (missione Arcobaleno).

Dal 2009 l’Albania è membro della NATO e dal 2014 è ufficialmente candidata per l’adesione all’Unione europea ed è tra le nuove mete turistiche dei Balcani.
È uno dei membri fondatori dell’Unione per il Mediterraneo, un’organizzazione internazionale che riunisce gli stati membri dell’Unione europea e le nazioni partner che si affacciano sul mar Mediterraneo, con il dichiarato obiettivo di riavvicinare politicamente le due sponde. Istituita a Parigi nel 2008 su proposta del presidente francese Nicolas Sarkozy, avviò una cooperazione euro-mediterranea con il Processo di Barcellona del 1995 con la volontà comune di realizzare un mercato di libero scambio.