Coppa del mondo 1982

FINALISSIMA ITALIA-GERMANIA

 

L’11 Luglio 1982 ci fu la finalissima Italia-Germania, allo stadio Santiago Bernabeu.
L’incontro iniziò senza troppi colpi di scena, entrambe le squadre erano timorose di spingersi in avanti e di compiere errori. L’Italia si presentava nervosa e compatta, e Cabrini al 24′ sbagliò un tiro da rigore. Il primo tempo terminò in parità.

L’Italia però aveva la grinta giusta per dominare il secondo tempo del match, la Nazionale era una squadra compatta e determinata alla vittoria, nonostante le pesanti polemiche subite durante tutto il torneo.
Al 56′ Paolo Rossi, forse il più contestato di tutti, riuscì a mettere a segno il gol del vantaggio italiano.

Il sogno era vicino e solo 10 minuti dopo, Conti fece assist a Marco Tardelli, che con un tiro sinistro al volo, mise in rete il secondo gol Azzurro.


Marco Tardelli

L’urlo di gioia di Tardelli, per lo splendido gol segnato, divenne poi un’ icona di quei Campionati del Mondo e delle successive avventure della nazionale italiana.
Come per lungo tempo fece emozionare l’esultanza, dalla tribuna d’onore, del Presidente Sandro Pertini.


Sandro Pertini – Presidente della Repubblica

Ma l’incontro non era ancora terminato. Altobelli siglò il terzo gol azzurro che mise fine all’incontro. Pochi minuti dopo il tedesco Breitner segnò l’unico gol tedesco, ma le sorti dell’incontro erano ormai segnate: l’Italia riuscì a raggiungere, per la terza volta dopo ben 44 anni, la vetta del mondo.

ITALIA – GERMANIA 3 -1

Nelle case degli italiani esplodeva l’emozionante grido di gioia del telecronista Martellini: “Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!”
Nella incredulità di tutti, soprattutto dei giornalisti, che poco avevano creduto nella caparbietà e abilità di questo fantastico gruppo, l’Italia di Enzo Bearzot venne coronata CAMPIONE DEL MONDO!

Rimangono nella storia e nel cuore di tutti gli italiani, le immagini dell’esultanza del capitano Zoff alla consegna della Coppa e l’immagine della stesso capitano che gioca a scopa contro il Presidente Pertini con la coppa li sul tavolo, nel viaggio di ritorno in patria.


Campioni del Mondo


L’Italia dell’82 venne ricordata a lungo come una della Nazionali più forti di tutta la storia del calcio italiano.
Ma nella rosa dei 22 campioni è doveroso soffermarci su alcuni di loro, che hanno partecipato in prima persona alla storia di questi Mondiali.

Paolo Rossi. Senza dubbio fu il simbolo indiscusso di questi mondiali. Riconosciuto da tutti come uno dei più forti attaccanti del calcio italiano fu uno dei pochi, assieme a Kempes e Ronaldo, ad aggiudicarsi nello stesso anno: il titolo di campione del mondo, il titolo di miglior marcatore della competione con 6 gol segnati e il Pallone d’oro.

Nonostante la bufera del calcio scommesse del 1980 che coinvolse lui e gli altri giocatori del Perugia, di cui si dichiarò sempre estraneo ai fatti, ritornò dai due anni di squalifica allenato e pronto ad affrontare la sfida dei Mondiali. Nel 1981, la Juventus gli diede fiducia ingaggiandolo nonostante l’inattività. Fiducia da lui ripagata giocando le ultime tre giornate del campionato e trascinando la squadra alla vittoria del campionato.

Dino Zoff. Un’altra stella di questi mondiali fu il capitano.
Da molti considerato il più forte portiere di tutti i tempi, occupa la 49ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer.
Nel 2005, per celebrare il proprio 50º anniversario, l’UEFA invitò ogni federazione nazionale ad essa affiliata di indicare il proprio miglior giocatore dell’ultimo mezzo secolo. La scelta della FIGC ricadde su Zoff, designato quindi Golden Player dall’UEFA.

Bruno Conti invece, giocatore simbolo della Roma, era un’ala dotata di grande palleggio, fantasia e astuzia tattica, vestì la maglia giallorossa per sedici campionati, segnando ben 35 reti.

Claudio Gentile. Il fortissimo difensore che militava nella Juventus, con cui vinse ben 6 campionati nazionali, in questi mondiali si è fatto notare, soprattutto per la marcatura pressante nei confronti degli attaccanti più temuti.

Marco Tardelli. Altro giocatore simbolo dei Mondiali in Spagna, anche lui appartenente al cosiddetto blocco Juve, era capace di giocare sia come difensore di fascia sia come mediano.

Antonio Cabrini. Sempre nella Juventus militava Cabrini, le cui caratteristiche di terzino d’attacco, con una buona propensione alle incursioni offensive e anche al gol, unita ad una solidità difensiva invidiabile, lo fecero emergere come uno dei più grandi talenti italiani forse di ogni tempo.
Segnò ben 9 reti con la maglia azzurra, record assoluto per un difensore.

Gaetano Scirea. Giocatore simbolo della Juventus con 552 presenze con la maglia bianconera (record poi eguagliato e superato da Alessandro del Piero) e grande protagonista di questi Mondiali di calcio fu Scirea, il fortissimo difensore capace di dirigere l’azione di gioco e molto spesso di centrare la rete, con ben 32 gol segnati in campionato (record ineguagliabile per un difensore). Viene ricordato, oltre che per le sue doti tecniche, anche per un fair play fuori del comune. In tutta la sua carriera professionistica non subì mai un’espulsione o un periodo di squalifica.

Morì in un incidente stradale in Polonia. Molti tornei vennero poi disputati in suo onore, soprattutto in virtù della sua correttezza sul campo di gioco e i tifosi della Juventus, a seguito del trasferimento della squadra allo Stadio delle Alpi di Torino, battezzarono in suo onore il settore sud dello stadio: Curva Scirea.

 

Commento: non sono una grande tifosa di calcio, ma questo mondiale me lo ricordo bene …nessuno si sarebbe aspettato un risultato simile!
E che dire… non ho mai visto la mia città natale in tale subbuglio. Abitavo in collina e mi ricordo che salimmo sul punto panoramico a vedere giù in paese: un tripudio… il caos! Mai vista una cosa simile!… auto che giravano con il clacson a chiodo… con persone aggrappate all’esterno, bandiere dappertutto e continuò così fino all’alba. Pochi in città hanno potuto dormire quella notte, illuminata a giorno dai fanali delle auto.
E’ stato un grande avvenimento, atteso da molto tempo ed è rimasto a lungo nella memoria di molti.
Per chi non c’era questo post servirà a tramandare la gioia e l’orgoglio italiano di quei momenti in cui giocare a calcio significava ancora divertirsi.


Morto Bearzot, De Gaudio:

“I miei anni d’oro col Vecio”

Hanno saltato l’ultima telefonata quella che ogni anno si scambiavano alla vigilia di Natale, per gli auguri. Il ‘Vecio’ l’aveva sentito un mese fa appena. ”Non gli dispiaceva lagnarsi, come da carattere, ma come al solito non gli ho tenuto corda”. Si conoscevano da una vita, hanno attraversato prima la bufera poi il trionfo dei Mondiali ’82 in Spagna, l’uno fianco all’altro, superando diffidenze, ostacoli, avversità e trovandosi sul carro dei vincitori insieme a quelli che non credevano in quell’Italia. Eccolo, Carlo De Gaudio, il capo missione di quella spedizione, quella di un Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che saltava come un bambino sugli spalti del Bernabeu, parlare di Enzo Bearzot, il compagno di avventura morto oggi a Milano. ”Sapevo – spiega all’Ansa – che le sue condizioni non erano buone. Era stato in ospedale. L’ultima volta che ci siamo sentiti mi ha detto che stava cercando di superare questa fase difficile.

21 dicembre 2010