Il maccarthismo fu un periodo storico degli Stati Uniti, che corrisponde agli anni Cinquanta, in cui si verificò un forte anticomunismo che assunse un carattere aggressivo, ossessivo e paranoico.

Nella storia americana, già negli anni Venti si verificò una prima grande “paura rossa” con l’ascesa di Lenin dopo la rivoluzione russa e nel cosiddetto Biennio rosso europeo. Nel 1919 una serie di attentati anarchici diretti verso politici e funzionari di alto grado statunitensi, portarono a raid della polizia, ad arresti e incarcerazioni degli attivisti. Si temeva vi fosse un piano comunista per rovesciare in maniera simile il governo degli Stati Uniti. Due anarchici italiani, Sacco e Vanzetti, emigrati negli Stati Uniti agli inizi del Novecento, vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica con l’accusa di omicidio. Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all’epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoghese Celestino Madeiros, che scagionava i due. Nel 1977, a cinquantanni dalla loro morte, sono stati ufficialmente riconosciuti gli errori commessi nel processo e riabilitata completamente la loro memoria.

La “paura rossa” riapparve negli anni Cinquanta alimentata dalla scoperta di clamorosi casi di spionaggio a favore dell’Unione Sovietica, dall’aumento della tensione causato dal consolidarsi dell’egemonia sovietica sull’Europa orientale, dal successo della rivoluzione cinese (1949) e dalla Guerra di Corea (1950-1953).

«È stata una vera e propria ondata di fascismo, la più violenta e dannosa che questo paese abbia mai avuto»

Eleanor Roosevelt

Il termine fu coniato dal disegnatore satirico Herbert Lock (Herblock) e deriva dal nome del senatore del Wisconsin Joseph McCarthy, che condusse una campagna contro alti gradi dell’esercito, che accusava di simpatie comuniste. Come nelle ideologie totalitarie durante il maccarthismo si esigevano prove d’innocenza anzichè prove di colpevolezza, il termine assunse una connotazione di accusa falsa, addirittura isterica, e si considera ebbe fine nel 1954 quando una commissione del Senato votò una mozione di censura contro Joseph McCarthy.

Fu messo in atto un programma di controllo di sicurezza interno e l’allora direttore dell’FBI, J. Edgar Hoover, investigò sugli impiegati del governo federale.
Il film J. Edgar del 2011 diretto da Clint Eastwood, da una sceneggiatura di Dustin Lance Black, racconta la carriera di J. Edgar, interpretato da Leonardo DiCaprio. Succube di una madre autoritaria e di un’educazione rigida e conservatrice, i suoi unici obiettivi furono la carriera e e la difesa della patria da qualsiasi tipo di attacco, mettendo tutto il resto in secondo piano, inclusa la sua vita privata e gli affetti. Egli modificò radicalmente il metodo e i mezzi investigativi dell’FBI.

Particolarmente colpito fu l’ambiente di Hollywood, dove lavoravano molti europei emigrati dopo l’avvento del nazismo. I “Dieci di Hollywood” furono imprigionati solo per aver rifiutato, appellandosi alla libertà di coscienza, di dichiarare se erano o no comunisti. Charlie Chaplin fu accusato di attività antiamericane, Walt Disney fu sospettato di essere comunista, Edward Dmytryk ed Elia Kazan furono obbligati a denunciare i propri colleghi, molti dei quali si videro inseriti per lunghi anni in una lista nera. Per alcuni la carriera cinematografica finì lì, per altri fu notevolmente rallentata pur non essendo stati dichiarati colpevoli di alcun reato.
I due processi più famosi che scossero l’opinione pubblica mondiale e su cui ancora si sta discutendo, furono quelli di Alger Hiss, un avvocato e diplomatico statunitense che fu tra i fondatori delle Nazioni Unite, accusato di essere stato comunista negò sotto giuramento, ma smentito da una testimonianza attendibile fu condannato per spergiuro; e quello di Julius ed Ethel Rosenberg, i due coniugi accusati di cospirazione e incriminati per aver divulgato all’URSS informazioni segrete sulle armi nucleari, furono giudicati colpevoli e condannati a morte come spie dell’Unione Sovietica. Tali processi si basavano in genere su notizie fornite da informatori, con accuse che non erano sostenute da nessuna prova o, in certi casi, da prove false.

Il termine maccartismo è entrato nell’uso più generale per indicare un clima di sospetto generalizzato (caccia alle streghe), i fenomeni di pressioni di massa, persecuzioni e schedature utilizzati per instillare il conformismo con il credo politico prevalente.
Ciò ha ispirato molte opere, suggerendo il fatto che un tale processo di persecuzione può avvenire in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo: Il crogiuolo di Arthur Miller, scritta durante l’era di McCarthy, utilizza il processo alle streghe di Salem come metafora del maccartismo degli anni cinquanta; il romanzo distopico Fahrenheit 451, di Ray Bradbury (1953) descrive una società in cui leggere o possedere libri è considerato un reato, e un apposito corpo di vigili del fuoco ha il compito di bruciare ogni tipo di volume. Nel 1991 sulle vicende hollywoodiane del maccartismo venne girato il film franco-statunitense Indiziato di reato di Irwin Winkler, con Robert De Niro e Annette Bening.

Durante i primi anni ottanta, quando la Guerra Fredda si fece più aspra, con la ripresa della corsa agli armamenti e il dispiegamento degli euromissili, la letteratura e il cinema ripresero questi temi tristemente cari negli anni cinquanta e sessanta. In particolare due film cult da non perdere sono:

Alba rossa del 1984 diretto da John Milius, un film piuttosto inquietante e crudo, come lo è l’improvvisa invasione di una tranquilla cittadina degli Stati Uniti da parte delle truppe sovietiche, cubane e nicaraguensi. È in atto una terribile carestia, in Europa i Paesi NATO hanno sciolto il Patto Atlantico e il partito de I Verdi, ottenuto il controllo del parlamento tedesco-occidentale, ha richiesto il ritiro delle armi nucleari dal suolo europeo. È la Terza guerra mondiale e gli Stati Uniti colti di sorpresa non riescono ad attuare una difesa; solo un gruppo di ragazzi riesce a sfuggire e a nascondersi sulle montagne intorno a Calumet in Colorado, organizzando una serie di attacchi contro l’esercito invasore. Sono i Wolverines, le cui gesta sono la scintilla che terrà viva la speranza della Resistenza.

“Intrepido cavaliere, meglio vivere osando che non conoscere nè vittoria nè sconfitta” 

Theodore Roosevelt

Il film rende bene l’idea di cosa significhi una guerra, che spesso viene mitizzata e percepita con distacco, come improbabile. All’epoca del film il futuro era imprevedibile e non si poteva neanche ipotizzare quello che poi invece è accaduto, e cioè lo smantellamento della Cortina di Ferro e la caduta del muro di Berlino.

Wargames – Giochi di guerra, un film del 1983 diretto da John Badham con Matthew Broderick nella parte di David, un ragazzo “maniaco del computer”, capace di trovare la password di accesso a quello della scuola e senza tanti scrupoli modificare da casa i suoi voti. Tentando di trovare le ultime novità di una ditta di videogiochi, senza rendersene conto entra nel Sistema di difesa degli Stati Uniti e credendo di essere in un gioco per computer, simula una guerra nucleare rischiando di scatenare la Terza guerra mondiale. Fu un film che fece un certo scalpore, perchè in quegli anni si conoscevano i videogiochi nel formato arcade, si pensava al computer con le dimensioni di una stanza e gli hacker non si sapeva neanche cosa fossero. La morale del film si basa sul concetto di distruzione mutua assicurata.

“L’unico modo per vincere una guerra nucleare è…
non farla!“