LA CARBONERIA
È una società segreta rivoluzionaria italiana, nata nell’allora Regno di Napoli durante i primi anni dell’Ottocento e basata su valori patriottici e liberali.
Un’organizzazione di tipo gerarchico che si caratterizzava per essere molto rigida e aperta soltanto agli uomini; il simbolismo e i vari rituali in uso erano tratti dal mestiere dei carbonai, da cui aveva preso il nome.
I vari nuclei locali, detti “baracche“, erano inseriti in agglomerati più grandi detti “vendite“, le varie sedi assumevano nomi in codice. Gli adepti erano inizialmente chiamati “apprendisti“, diventavano “maestri” e, infine, “grandi maestri“, ognuno con un proprio ruolo. Le riunioni erano presiedute dal Gran Maestro, che con il primo e il secondo sorvegliante possono essere paragonati alle tre luci della Massoneria.
Poco si conosce delle organizzazioni, poichè il tutto avveniva nel più stretto riserbo, non lasciando nulla di scritto per non essere scoperti dalla polizia e rischiare il carcere o il patibolo.
I colori della bandiera della Carboneria avevano una precisa simbologia: l’azzurro rappresentava la speranza e la volontà di raggiungere la libertà; il rosso, l’impegno necessario per il suo raggiungimento; il nero, indicava la fede incrollabile.
Gli ideali carbonari, che trovarono seguaci anche in Francia ed in Spagna, aspiravano soprattutto alla libertà politica e a un governo costituzionale. In seguito al Congresso di Vienna del 1815 assunsero anche un carattere patriottico e marcatamente anti-austriaco, dando luogo a tentativi di insurrezione contro i regimi assolutisti. I moti del 1820-1821 nati in Spagna, si diffusero poi in diversi altri paesi europei e anche nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia ed in Romagna, grazie in particolare all’opera del forlivese Piero Maroncelli.
Nel 1830 i carbonari italiani insorsero contro alcuni stati centro-settentrionali, in particolare lo Stato Pontificio e a Modena dove fu Ciro Menotti a prendere in mano le redini dell’iniziativa.
La Carboneria continuerà a operare ben oltre il Risorgimento. Fin dal 1871 sarà fortemente attiva nei territori dell’ex Stato Pontificio e non solo, pronta a riorganizzarsi e riformarsi per ribaltare l’esito monarchico e instaurare la repubblica mazziniana.
Aderirono alla Carboneria, in maniera esplicita o implicita, famosi personaggi dell’Italia risorgimentale, come Silvio Pellico, Antonio Panizzi, Giuseppe Mazzini da giovane, Ciro Menotti, don Giuseppe Andreoli, Nicola Longo, Emilio Maffei, Piero Maroncelli, Melchiorre Gioia, Napoleone Luigi Bonaparte.
Parallelemente furono affiliate anche delle donne, che si organizzarono in un’associazione segreta analoga alla carboneria, prendendo il nome di Società delle Giardiniere.
LA MASSONERIA
Viene definita un’associazione di uomini liberi tra cui esiste un patto etico-morale di fratellanza, il cui fine è l’elevazione morale e spirituale dell’uomo.
Il tipo di iniziazione e i princìpi di segretezza e riservatezza adottati dalla Massoneria sono affini a quelli espressi nella conoscenza esoterica, ma proprio a motivo di tale segretezza e quindi per la mancanza di documenti, è difficile sapere con esattezza quali siano le sue origini, si dice siano antichissime, fatte risalire alla costruzione del Tempio di Salomone. Di certo si sa che la Massoneria suddivisa in logge, si costituì principalmente in Inghilterra e in Scozia a partire dal XVII secolo.
Il nome deriva dalle antiche associazioni medievali di mestiere dei muratori e degli architetti (dal francese franc-maçon «libero muratore»), che usavano tramandare i “segreti del mestiere” ai soli associati perché nessun altro al di fuori li venisse a conoscere. Insieme a questi, circolavano saperi filosofici e matematici di varia natura e origine.
In seguito le riunioni cominciarono ad aprirsi anche a persone estranee al mestiere, che man mano divennero la maggioranza così da trasformare la massoneria in associazione con prevalenti interessi filosofici, religiosi e culturali, e non più con intenti essenzialmente pratici.
I suoi membri erano divisi nei tre livelli di apprendista, massone e maestro; i simboli rimasero quelli della corporazione dei muratori, quali la squadra (per indicare l’azione dell’uomo sulla materia), la livella (l’uguaglianza tra i massoni), il filo a piombo (l’onestà).
Nel 1717 a Londra fu ufficialmente fondata la Gran Loggia che collegava le varie logge sparse nel territorio, organizzandole, con a capo un Gran Maestro e un organismo direttivo a cui appartenevano alcuni prestigiosi personaggi membri della Royal Society, oltre a nobili e alcuni borghesi.
La sua rapida diffusione nelle isole britanniche e nel continente europeo rese necessario stabilire delle regole, per cui nel 1723 fu dato incarico a un pastore presbiteriano, di elaborare le Costituzioni dei Liberi Muratori, stabilendo antiche regole alle quali tutte le istituzioni massoniche del mondo dovevano far riferimento.
In Italia la prima loggia ‘di rito inglese’ fu aperta a Firenze nel 1738 per iniziativa del granduca Francesco Stefano di Lorena. Nonostante la condanna ufficiale della Chiesa emessa da papa Clemente XII nel 1738, la massoneria si estese sempre più capillarmente nella società europea, sulla base di ideali illuministici di tolleranza religiosa, di libera partecipazione fuori dalle regole dell’obbedienza alle chiese, di attenzione alle scienze e all’avanzamento della cultura.
Fu inevitabile che si costituissero nuovi riti massonici, divisi tra loro in base agli orientamenti politici e alle specificità nazionali.
Nel 1789, allo scoppio della Rivoluzione francese, i legami tra massoneria e politica si fecero più stretti. Nel corso dell’Ottocento la massoneria assunse un ruolo ancora più politico, per lo più di carattere laico e patriottico.
In Italia la massoneria ritenuta contraria a Mussolini fu sciolta dal regime fascista nel 1925 e i suoi beni vennero confiscati.
Risorta dopo il 1947, la massoneria italiana ha vissuto fasi alterne e si è esposta a trame politiche antidemocratiche, in particolare negli anni Settanta e Ottanta con le attività della loggia P2 di Licio Gelli, poi sciolta. Fu al centro di inchieste giudiziarie e parlamentari.