CRISTOFORO COLOMBO
Cristoforo Colombo (1451-1506) esploratore e navigatore italiano, fu prima cittadino della Repubblica di Genova e poi suddito del Regno di Castiglia. È stato tra i più importanti navigatori italiani che presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo.
Nato a Genova, divenne marinaio sin da giovane. Udendo i racconti dei marinai e nei suoi viaggi da mercante, Colombo maturò l’idea dell’esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l’Asia). Solo grazie all’appoggio di Isabella I regina di Castiglia poté ottenere i finanziamenti necessari alla sua impresa. Salpò da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492 con tre caravelle: la Niña, la Pinta e la Santa Maria. Il 12 ottobre dello stesso anno giunse in un’isola che Colombo battezzò Isola di San Salvador (si presume sia un’isola delle Bahamas) dove fu accolto in modo pacifico dagli abitanti.
Giunse poi nelle Antille: a Cuba, e quindi ad Haiti battezzata Hispaniola, sempre nella convinzione di trovarsi nell’Asia raccontata da Marco Polo ne Il Milione.
Con non poche difficoltà in aprile fece ritorno in Spagna portando con sè dieci indigeni e un po’ di oro, tabacco e alcuni pappagalli da offrire ai sovrani spagnoli. Tutto ciò gli valse l’invito a intraprendere altre tre spedizioni con molte più navi e molti più uomini, ma che non ebbero ugual successo.
Colombo motivato dal desiderio di raggiungere le Indie e commerciarvi direttamente e più velocemente, trovò invece le Americhe che chiamò Nuevo Mundo.
AMERIGO VESPUCCI
Amerigo Vespucci (1454-1512) navigatore, esploratore e cartografo italiano, fu prima cittadino della Repubblica fiorentina e poi suddito del Regno di Castiglia.
Fu tra i primi esploratori del Nuovo Mondo, tanto da lasciare il suo nome al continente americano.
L’intuizione fondamentale di Vespucci fu di aver compreso che le nuove terre non costituissero porzioni di territorio dell’Asia, ma rappresentassero una “quarta parte del globo” indipendente e separata dal continente asiatico. Di essere in presenza quindi di un continente fino ad allora sconosciuto.
GIOVANNI CABOTO
Giovanni Caboto (1450-1498) navigatore ed esploratore italiano, famoso per aver continuato l’opera di Cristoforo Colombo.
Nel 1493, quando Cristoforo Colombo ritornò dal suo primo viaggio transatlantico, Caboto intuì che il genovese non aveva raggiunto l’Estremo Oriente e propose a Ferdinando II e Isabella di Castiglia di affidargli un viaggio esplorativo lungo una rotta più settentrionale. Ma non ottenne nulla.
Così nel 1496 si trasferì in Inghilterra e convinse il re Enrico VII a sostenere il suo progetto di viaggio. L’anno successivo salpò dal porto di Bristol con un equipaggio di diciotto uomini e dopo alcuni mesi approdò sull’isola di Capo Bretone, toccando la Nuova Scozia (una provincia del Canada) e avvistando l’isola di Terranova. Nell’illusione di aver toccato l’estremità Nord Orientale dell’Asia, Caboto ne prese possesso in nome di Enrico VII ponendo le basi della futura colonizzazione inglese del Nord America.
Al ritorno a Bristol fu accolto con grande giubilo, e l’anno successivo fu incaricato di colonizzare le nuove terre e proseguire la ricerca di altre, nella speranza di poter raggiungere il favoloso Cipangu (l’odierno Giappone). Nel 1498 le navi salparono e Caboto, insieme al figlio Sebastiano, toccò il Labrador e costeggiò la Groenlandia meridionale, ma a questo punto si persero completamente le tracce della spedizione inglese, sulla cui scomparsa sono state espresse varie ipotesi.
BARTOLOMEO DIAZ
Bartolomeo Diaz (1450-1500), navigatore portoghese proveniente da una ricca famiglia di marinai ed esploratori, fu il primo europeo a raggiungere e doppiare nel 1488 il promontorio dell’Africa meridionale nell’Oceano Atlantico, che chiamò “Capo delle tempeste” a causa della forte tempesta che lì aveva incontrato.
Il promontorio fu poi ribattezzato Capo di Buona Speranza da Giovanni II re del Portogallo, il quale riteneva che quella scoperta avesse aperto una nuova speranza per raggiungere l’India.
Bartolomeo Diaz in effetti circumnavigando il Capo di buona Speranza aprì la via marittima tra l’Europa e l’Asia attraverso l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano.
VASCO DA GAMA
Don Vasco da Gama (1469-1524) esploratore portoghese, proveniente da una nobile famiglia, già in giovane età partecipò a varie spedizioni portoghesi lungo la costa occidentale dell’Africa. Incaricato dal sovrano portoghese Giovanni II, l’8 luglio 1497 salpò da Lisbona con la sua ammiraglia, la nave São Gabriel accompagnata dalla São Rafael e dalla Santa Fé con un equipaggio di 150 uomini.
Egli fu il primo europeo a navigare direttamente fino in India doppiando Capo di Buona Speranza (La Nuova Rotta per le Indie).
Fu anche il primo capitano nella storia a navigare scegliendo di distaccarsi nettamente dalla costa per poter sfruttare venti migliori, utilizzando la tecnica della volta do mar messa a punto dai navigatori portoghesi.
FERDINANDO MAGELLANO
Ferdinando Magellano (1480-1521) esploratore e navigatore portoghese è famoso per aver guidato la prima spedizione che ha circumnavigato il globo terrestre, anche se egli non poté completare personalmente il viaggio poiché nel 1521 venne ucciso nelle Filippine.
Fu il primo a raggiungere le Indie scoprendo un passaggio ad ovest, lo stretto porta il suo stesso nome, e fu il primo europeo a navigare nell’Oceano Pacifico.
La storia del suo viaggio è pervenuta tramite gli appunti di un suo uomo d’arme, il vicentino Antonio Pigafetta, che si adoperò per il resto della sua vita a mantenere viva la memoria di Magellano e della sua impresa.
SIR JOHN FRANKLIN
Sir John Franklin (1786 –1847) ufficiale della Marina britannica, esploratore e scrittore inglese già governatore della Tasmania (isola dell’Australia) e uno dei fondatori della Royal Geographical Society, partecipò e guidò numerose esplorazioni nell’Oceano Artico.
Nella sua ultima spedizione Franklin, partito da Londra nel 1845 con due navi, si proponeva di attraversare l’ultimo tratto del Passaggio a nord-ovest, fino ad allora mai percorso da nessuno.
Circa due mesi dopo la partenza, le navi furono avvistate per l’ultima volta da una baleniera nella baia di Baffin, un tratto di mare compreso tra l’oceano Atlantico e l’oceano Artico attraversata nel 1585 dall’esploratore inglese John Davis e scoperta nel 1616 da William Baffin, pilota inglese della Discovery, insieme ad una straordinaria serie di stretti che da lì si irradiano.
Dopodiché non se ne seppe più nulla. Franklin rimase intrappolato nei ghiacci e perì assieme a tutto il suo equipaggio nei pressi dell’Isola di Re William, un’isola dell’arcipelago artico canadese che fu a lungo occupata dal popolo Inuit, originariamente denominata Terra di Re Guglielmo (1830) in onore del regnante inglese Guglielmo IV, da parte dell’esploratore britannico John Ross che inizialmente l’aveva creduta una penisola.
Nel 1848 diverse spedizioni si misero sulle loro tracce esplorando l’artico canadese, contribuendo così a produrre la carta nautica di un possibile passaggio.
Dal 1850 ad oggi, la spedizione perduta di Franklin ha ispirato numerose opere letterarie.