L’arte della cartapesta
Secondo la filosofia del recupero e del riciclaggio, la preparazione della cartapesta prevede l’utilizzo di materiali poveri come carta e stracci, ammorbiditi con colla vinilica o con la più tradizionale colla di farina.
Attraverso una tecnica manuale unica, detta del “cartone romano” o della “carta da calco“, con modelli in creta, calchi in gesso, tonnellate di fogli di carta di giornale, impastata con la colla più semplice e naturale (acqua e farina), che una volta essiccata diventa leggera, i realizzatori dei carri di carnevale creano opere di grandi dimensioni per il più grande spettacolo al mondo nel suo genere.
Maestri in questa tecnica sono i carristi dei famosi Carnevale di Foiano, Carnevale di Viareggio, Carnevale di Acireale, Carnevale di Putignano, Carnevale di Sciacca, Carnevale di Cento, Carnevale del Veneto, Carnevale dei ragazzi di Sant’Eraclio e i cartapestai della Festa dei Gigli di Nola e di tutti i più o meno noti, Carnevali organizzati in tutto il territorio italiano.
In molti casi si tratta di figli d’arte, che hanno ereditato dai padri e dai nonni le abilità e i segreti di un mestiere unico al mondo.
La tecnica
Per preparare la cartapesta si possono distinguere due metodi:
– il primo, quello più antico, che si presta meglio per creare soggetti piccoli, consiste nel ridurre la carta in piccoli pezzi che va fatta macerare bene in acqua, poi, una volta scolata, si unisce alla colla;
– il secondo, più recente e più sbrigativo, consiste nell’incollare pezzi di carta a strati, ottenendo così una superficie più liscia.
I passi da rispettare per la realizzazione di una scultura in cartapesta per un carro allegorico sono:
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l’ideazione di uno o più soggetti e di un bozzetto su carta;
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la progettazione della struttura portante e dei meccanismi che consentono i movimenti e l’illuminazione del carro;
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la modellazione della scultura originale in creta (se di grandi dimensioni supportata da strutture in legno e/o ferro);
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la produzione di una “forma” o “calco” che viene realizzato in gesso, scagliola o alabastrino;
durante la fase di stampaggio, la carta viene pressata per assumere la forma del calco; -
completata l’essiccazione, si passa al montaggio sulla struttura definitiva, lì potrà essere impregnata con prodotti consolidanti;
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a finire seguono la colorazione e la lucidatura che conferiscono al carro il caratteristico effetto “caramellato”.
STORIA DELLA CARTAPESTA
Le origini della cartapesta risalgono al lontano primo secolo dopo Cristo. Le prime applicazioni di questa antichissima tecnica compaiono in Cina al fine di riutilizzare quello che oggi è uno dei materiali più comuni in commercio, ma che nell’Asia dell’anno 100 d.C. risultava essere altamente pregiato: la carta. I lunghi tempi e l’abbondante consumo di materie prime richiesti dalla sua lavorazione, rendevano questo materiale un prodotto di gran lunga più caro rispetto ad altri.
LA CARTAPESTA IN ITALIA
L’arte italiana della cartapesta, invece, affonda le sue radici nel Cinquecento, periodo a cui risale la riproduzione di alcune versioni “povere” di statuette a carattere sacro.
Il Settecento vedrà l’affinarsi di questa tecnica, grazie al suo impiego in Inghilterra, sostituendo progressivamente lo stucco nella decorazione di pareti e soffitti. È proprio in questi anni che avverrà la contaminazione tra la più antica tradizione italiana e le nuove applicazioni di matrice inglese. La peculiare modellabilità della cartapesta l’ha resa un prodotto funzionale alla realizzazione di oggetti dalle più svariate forme e dimensioni.
Ancora oggi esistono numerosi esempi dei suoi impieghi. Sono diversi i comuni per esempio in Sicilia, che durante lo svolgimento di importanti manifestazioni religiose prevedono tutt’ora la partecipazione di antiche statue in cartapesta. La Processione delle “Vare” a Caltanissetta e la Festa dell’Assunta a Messina, assieme al carro di S. Rosalia di Palermo, sono solo alcuni degli eventi territorialmente più importanti.
Nonostante i suoi trascorsi, l’immagine della cartapesta è indissolubilmente legata alla creazione dei carri di Carnevale.
Nata come arte statuaria dei poveri, la tecnica della cartapesta è stata rivisitata e perfezionata per ottenere risultati di alto livello qualitativo. Inserita all’interno della società dei consumi, rappresenta un filo conduttore saldamente legato al ricordo di una genuina manualità artigianale.
Non solo carri
Questa tecnica artigianale per il suo facile impiego e modellabilità, viene applicata anche in altri settori come la scenografia, la museografia, l’arredamento e l’oggettistica.
Può essere usata nelle scuole, dalla materna alle superiori nei laboratori del linguaggio espressivo-grafico-manipolatorio, valorizza la creatività privilegiando l’operatività manuale e insegna all’utilizzo ed il recupero di un materiale “usa e getta”.
La manipolazione e i cinque sensi