«Leggere quel racconto ogni anno a Natale era diventata una tradizione per mio figlio quando stava crescendo, e non ha mai smesso di adorarla. Il linguaggio è immaginifico, porta in un mondo tra il sogno e la realtà e riesce a cogliere il mistero del Natale.»
Robert Zemeckis
«Per anni, tra novembre e dicembre, dipendeva dall’età dei bambini leggevo e rileggevo quel libro quattro volte a settimana, due volte a sera.»
Tom Hanks
Tra tutti gli strani rumori che ci si aspetterebbe di sentire nella notte, la vigilia di Natale, nascosti in trepidante attesa sotto le coperte, quello dello sferragliare di una locomotiva a vapore non è forse tra i più desiderati. E’ invece ciò che accade ad un gruppo di bambini che, per diversi motivi, dubitano o non credono più in Babbo Natale. Così, nella notte della verità, ovviamente il 24 dicembre, il Polar Express preleva i suoi giovani passeggeri e si dirige verso il luogo in cui potranno toccare con mano la sostanza della loro incredulità: il Polo Nord, regno di Babbo Natale.
La trama, basata sull’omonimo racconto per ragazzi di grande successo di Chris Van Allsburg (già autore di ’Jumanji’), non potrebbe essere più classica, ma la realizzazione del film (più che la narrazione), per certi versi, si distacca dai tipici cartoni natalizi per bambini. In effetti, è proprio il nuovo metodo di rilevazione sensoriale delle interpretazioni degli attori (Performance Capture), implementato dalla Sony, a determinare le principali diversità. Grazie a questo sofisticato sistema infatti, vengono digitalizzate non solo le movenze degli attori, bensì anche le espressioni del loro volto. Il risultato è un’ibridazione assolutamente innovativa, rivoluzionaria forse sul piano tecnico e formale, ma che non aggiunge molto al valore reale della pellicola. Se infatti il Performance Capture permette un impressionante realismo e spettacolari evoluzioni della macchina da presa, allo stesso tempo invece, conferisce una patina posticcia alle interpretazioni degli attori, confondendo forse un po’ troppo le aspettative degli spettatori più giovani. La pellicola riesce pertanto a dare il meglio di sé nelle pirotecniche evoluzioni della locomotiva, nella prima metà del film, dove avventura e ritmo vertiginoso distraggono maggiormente dall’artificiosità espressiva dei personaggi.
Purtroppo, nonostante il poliedrico Tom Hanks (interpreta cinque parti diverse) dia il meglio di sé nelle vesti del ferroviere garante del fantastico viaggio, forse il carico di simpatia dei protagonisti rischia di rimanere sospeso tra il realismo esasperato, fin troppo “vero”, dei loro volti ed il desiderio di naturalezza insito nella semplicità di ogni sogno.
di Giacomo Sebastiano Pistolato – 14/12/2004
Fonte: Nonsolocinema
Quando un ragazzino pieno di dubbi sale su un treno diretto al Polo Nord, inizia un viaggio alle scoperta di sé, che dimostra come la meraviglia della vita non svanisce mai per quelli che credono. Amato dai bambini, “The Polar Express” esercita un fascino speciale anche sugli adulti, che si riconoscono nel personaggio del ragazzino e ricordano l’eccitazione e l’ansia provate nell’infanzia la vigilia di Natale, la notte più importante dell’anno. Forse ricordano anche quando nei loro cuori sono cominciati ad affiorare i primi dubbi e hanno capito che crescere può voler dire perdere per sempre qualcosa di prezioso, qualcosa che non si riesce a definire, ma che certamente si prova.
The Polar Express racconta un momento cruciale, quello in cui convivono innocenza e maturità, quando un bambino può scegliere la strada che gli indurirà il cuore per sempre o quella lungo la quale impara che credere non ha né età né limiti.
Una volta sul treno, il ragazzo incontra altri bambini, ognuno con il proprio passato e lezioni da imparare. Ogni bambino a bordo del treno ha intrapreso un proprio percorso e deve ritrovare ciò che ha perduto per sentirsi a proprio agio. C’è una ragazza che ha tutto, talento, spirito e intelligenza per diventare una leader, ma non ha fiducia in sé, il personaggio di Know-It-All invece è privo di umiltà, mentre Lonely Boy, che è cresciuto in un ambiente senza amore, deve riuscire ad aver fiducia negli altri. Questi temi profondi, personali e interiori si intrecciano poi con il fantastico spettacolo del viaggio in treno verso il Polo Nord”.
«Il libro mi ha portato in quello che chiamo “il momento del risveglio”. uno stato tra il sonno e la veglia durante il quale vedi la realtà attraverso il filtro del sogno e quindi sei vulnerabile a tutte le emozioni che ti irrompono nella mente»
Il produttore Steve Starkey
«Fortunati quei bambini che sanno che esiste un allegro e grasso uomo vestito di rosso che guida una slitta volante»
dice l’autore del libro Van Allsburg che considera fortunati anche tutti coloro che cercano di affrontare l’età adulta senza smettere di meravigliarsi.
«Dovremmo invidiarli. La tendenza a credere nel fantastico può apparire ad alcuni una mancanza di logica, o addirittura dabbenaggine, mentre in realtà è un dono. Un mondo che ha spazio per Bigfoot e il Mostro di Lochness è sicuramente superiore a uno che non li ha.»
Per il giovane protagonista, il fatto di salire a bordo del treno dimostra che la sua mente e il suo cuore sono aperti. Come dice saggiamente il macchinista:
«Non importa dove sta andando il treno. L’importante è decidere di salirci.»
Stefano Conti – del 01/12/2004
Fonte: Spaziofilm.it
Magico… il film è tratto dal libro illustrato per ragazzi “Polar Express” dell’autore Chris Van Allsburg pubblicato nel 1985. Quando l’ho visto al cinema con i miei figli ancora piccoli, era Natale e c’era la neve per cui l’atmosfera collimava perfettamente. Mi sono sentita come loro, rapita e totalmente coinvolta da questo bellissimo film. Da non perdere assolutamente, anche per i contenuti!
Leda
The Polar Express
di Robert Zemeckis
USA, 2004
Genere: Animazione
Cast: Tom Hanks, Nona Gaye, Peter Scolari, Eddie Deezen,
Michael Jeter, Chris Coppola.
Produzione: Gary Goetzman, Tom Hanks, Robert Zemeckis
Distribuzione: Warner Bros.
A volte basta vedere per credere
altre volte invece le cose più reali di questo mondo
sono le cose che non si vedono.
Ricorda, il vero spirito del Natale alberga nel tuo cuore.
Una vigilia di Natale di molti anni fa, me ne stavo tranquillo nel mio letto. Non muovevo le lenzuola, respiravo lentamente senza fare rumore. Aspettavo di udire un suono, un suono che secondo un mio amico non avrei mai sentito: le campanelle della slitta di Babbo Natale”