Rosso veneziano
di Pier Maria Pasinetti
Genere: narrativa, storico
Editore: Bompiani
Seconda edizione: 1965
Venezia fa da sfondo a una complessa rete di relazioni personali, dominate da due famiglie, i Partibon e i Fassola: gli artisti e i politici. Argomento del libro è il tentativo di Elena e Giorgio Partibon di rintracciare Marco, lo zio esule per uno scandalo che li ossessiona; ma il contrasto tra le due famiglie si svolge su molteplici piani: nel rapporto fra il pittore Paolo Partibon e il suo amico-nemico Augusto Fassola; nell’amore di Enrico Fassola per Elena; nell’amicizia-conflitto fra Giorgio Partibon e Enrico, giovanissimo intellettuale, animato da un mito di coraggio il primo, personaggio di crisi il secondo, diviso fra opportunismo e verità morale.
In questo grande romanzo corale, che ormai è un classico della nostra letteratura, Pasinetti ha voluto rendere l’atmosfera psicologica dell’Italia fascista nell’immediato anteguerra, facendone al tempo stesso il simbolo di crisi più universali e permanenti.
Da “Rosso veneziano” la TV ha tratto uno sceneggiato in cinque puntate, con la regia di Marco Leto.
Pier Maria Pasinetti (1913-2006) è noto al pubblico italiano per le sue corrispondenze dagli Stati Uniti pubblicate dal “Corriere della Sera” (una raccolta dei quali è stata pubblicata da Bompiani con il titolo “Dall’estrema America”). Ma il suo successo di narratore risale ai primi anni del 1960 con “Rosso veneziano” che dopo una prima edizione italiana ottenne dei notevoli successi nelle traduzioni americana e francese e fu ripresentato in Italia da Bompiani. Altri successi della produzione narrativa di Pasinetti sono stati: “La confusione”, “Il ponte dell’Accademia” (Premio Selezione Campiello 1968) e “Domani improvvisamente”.
Immagine in copertina: particolare di una foto dal teleromanzo, ridotta al tratto. Foto Trevisio, Torino.
Fonte: copertina del libro
La particolare capacità di resistenza al clima umido e salso posseduta da un tipo di intonaco assai diffuso a Venezia è dovuta essenzialmente a un impasto di mattone rosso macinato; il robusto colore che ne risulta è definito comunemente rosso veneziano.
(Informazione fornita all’autore dalla figlia di un industriale edile di Venezia)
Rosso veneziano, uscito nel 1959 e dedicato all’amatissimo fratello Francesco prematuramente mancato nel 1949, è il primo dei nove romanzi dello scrittore veneziano Pier Maria Pasinetti, il quale in precedenza aveva pubblicato una raccolta di racconti dal titolo L’ira di Dio (Arnoldo Mondadori Editore, 1942). In un primo momento, anche questo romanzo avrebbe dovuto essere pubblicato da Mondadori, ma l’autore non riuscì ad adeguarsi alle esigenze editoriali che richiedevano sostanziosi tagli, e preferì rivolgersi a una casa editrice minore, la Colombo di Roma, la quale lo pubblicò nel 1959 nella versione integrale di 564 pagine e 20 capitoli.
All’uscita, il libro fu accolto tiepidamente in Italia, mentre riscosse immediato successo negli Stati Uniti (la traduzione era stata realizzata dello stesso autore, che risiedeva sei mesi l’anno in California per insegnare Letteratura italiana all’università di Los Angeles) e in Francia (dove curiosamente la prima edizione è la traduzione in francese della traduzione in inglese).
Nel 1965, un anno dopo l’uscita del secondo romanzo La confusione (Bompiani, 1964) – stavolta accolto dalla critica con lusinghiero interesse – Rosso veneziano viene riproposto da Bompiani dopo una revisione sostanziale che ne migliora la scorrevolezza ma ne sacrifica numerosi passaggi, riducendo il numero delle pagine a 430, fermo restando a 20 il numero dei capitoli.
Fonte: wikipedia
Ha gli occhi di un blu senza età, ma l’anziana signora Partibon sta morendo. La vita lampeggia in lei come sprazzi di luce riflessi sul soffitto di un palazzo di fronte al Canal Grande…
“Uno dei tuoi figli, Marco, non è qui.”
…Ben prima che Marco faccia la sua apparizione in sordina, l’autore italiano Pasinetti esplora una mezza dozzina di temi: l’amore, la morte, il coraggio, Venezia e soprattutto i rapporti tra due famiglie.
Gli arrivisti Fassola e gli integerrimi Partibon sono le facce di una stessa medaglia. I Fassola sono in alto, ma vuoti, si nutrono della fetida aria delle pose e degli atteggiamenti fascisti. I Partibon sono in basso, ma determinati e coraggiosi a modo loro – il coraggio di essere se stessi in modo caratteristico…
I Fassola vestono la camicia nera e si riempiono la pancia.
I canali di Venezia scorrono come pigri e beffardi specchi di umana follia. Lo scrittore Pasinetti efficacemente evoca “lo sposalizio del mare”, con le gondole funeree, i passi furtivi e voci e onde sulle calli marmoree, i piccioni roteanti sotto i suoni delle campane delle chiese.
“Vedi di compiere sempre delle azioni, mai dei gesti”
Ma quasi nessuno sembra vivere secondo questo avviso –a parte l’autore Pasinetti. Il suo libro, per niente un gesto vuoto, è il tipo di azione letteraria che pochi scrittori cercano con fatica di fare; è un libro alla vecchia maniera e soddisfacente in modo non comune.
estratto da: Time
16 maggio 1960
(traduzione di Antonio Maschio)
Commento: premesso che adoro Venezia e tutto ciò che la riguarda, è un luogo che ha un fascino speciale e mi ritengo fortunata poterla avere così vicina. Questo romanzo che ho letto molti anni fa, me lo sono proprio gustata per l’atmosfera che vi ho respirato.
Leda
Tratto dal romanzo omonimo, “Rosso Veneziano” andò in onda sulla RAI nel 1976, trasmesso in cinque puntate di un’ora e mezza ciascuna.
ROSSO VENEZIANO
Regia: Marco Leto
Sceneggiatura: Diego Fabbri, Pier Maria Pasinetti, Marco Leto
Cast: Elisabetta Pozzi, Odino Artioli, Mauro Avogadro, Stefano Patrizi, Raoul Grassilli, Roberta Paladini, Paolo Turco, Pierpaolo Capponi, Carlo Hintermann, Gastone Moschin
Cinquanta ma… non li dimostra!
Nel 2009 ricorre il cinquantesimo della pubblicazione in Italia del romanzo “Rosso Veneziano” di Pier Maria Pasinetti, personalità eclettica (docente universitario di letteratura contemporanea nella prestigiosa università di Berkeley negli Usa, scrittore, saggista e giornalista…) finalista per ben due volte al Premio Campiello, è un autore amato e apprezzato più all’estero che in Italia.
Perché ricordare quest’autore che in tutta la sua opera narrativa ha cantato il suo amore per la città lagunare? Perché in qualche modo la sua vicenda personale è legata al nostro territorio dal momento che è sepolto nel piccolo cimitero di Refrontolo.