VIDEOGIOCHI ARCADE

Il videogioco arcade (traducibile come “videogioco da sala giochi”) è un videogioco che si gioca in una apposita postazione pubblica a gettoni o a monete, costituita fisicamente da una macchina posta all’interno di un cabinato.
Questo tipo di macchina, in un certo senso discendente del flipper, si trovava comunemente nei bar o in altri luoghi pubblici analoghi; le sale giochi spesso raccoglievano solo, o soprattutto, videogiochi arcade.

La storia dei giochi arcade inizia nel 1952 quando A.S. Douglas ottiene un master all’Università di Cambridge, la quale disponeva di un computer EDSAC (Electronic Delay Storage), uno dei primi computer elettronici digitali della storia). Douglas, che intendeva scrivere la propria tesi sull’interazione uomo-computer, lo usò per sviluppare un gioco grafico, il OXO, conosciuto anche come Noughts and Crosses (“zeri e croci” in inglese).

È uno dei primi videogiochi in assoluto di cui si conosca l’esistenza, che si rifà a un popolarissimo gioco di carta e matita astratto a informazione perfetta: il Tris, che si gioca su una griglia quadrata di 3×3 caselle.

Nel 1958 Willy Higinbotham creò una forma rudimentale di tennis elettronico usando un oscilloscopio, uno strumento di misura elettronico, come schermo; il suo esperimento non venne neppure brevettato per cui non ci fu alcun seguito. Liberati dal vincolo delle schede perforate, i programmatori furono capaci di esplorare alcuni primi aspetti di interattività con la macchina.

Alcuni studenti del MIT (Massachusetts Institute of Technology, una delle più importanti università di ricerca del mondo con sede a Cambridge), tra cui Steve Russell, verso il 1962 riuscirono a realizzare un gioco vero e proprio, che consisteva in una battaglia spaziale: Spacewar!, una versione base di quello che diventerà il famosissimo arcade Asteroids, che studiato e migliorato da molti studenti, ebbe un ruolo fondamentale nell’apprendimento delle basi per progettare un videogioco. Realizzato da Atari nel 1979, è considerato uno dei videogiochi più famosi della storia.

Nel 1966 Ralph Baer, ingegnere capo della Sanders Associates, iniziò a lavorare su quello che definiva “un progetto per un utilizzo alternativo degli apparecchi televisivi”. Contro il parere dei suoi superiori, convinti che fosse soltanto una perdita di tempo, Baer mise in piedi una piccola ma agguerrita squadra di tecnici per realizzare sul televisore innovative funzionalità di gioco interattivo. È noto nell’ambito videoludico per avere inventato e realizzato il Magnavox Odyssey, la prima console per videogiochi domestica uscita sul mercato nel 1972.

Storicamente, gli arcade rappresentarono la prima generazione di videogiochi, e il primo contatto del pubblico con questa nuova forma di intrattenimento. Fra gli anni settanta e gli anni ottanta vennero distribuiti in tutto il mondo arcade di enorme successo come Space Invaders, Defender, Asteroids, Tetris e Pac Man. Questi giochi pionieristici vengono ancora oggi considerati dei classici e riproposti, con un certo gusto vintage, su nuove piattaforme.


PAC-MAN

Tra labirinti, frutti, pillole e fantasmi

Partorito dalla mente del programmatore giapponese Iwatani, allora dipendente della Namco, Pac-Man è un videogioco che ha fatto la storia dei videogiochi.

L’origine di Pac-Man è molto curiosa, Tohru Iwatani ebbe infatti l’ispirazione durante una cena con degli amici guardando una pizza a cui era stata tolta una fetta. Dopo poco più di un anno da quella pizza, un team di sviluppo di otto persone tra sviluppatori e tecnici hardware diede alla luce il primo Pac-Man.

Pubblicato dalla statunitense Midway Games, Pac Man compare per la prima volta nel formato arcade da sala il giorno 3 aprile 1980. La diffusione e insieme la popolarità in pochi anni raggiungono livelli altissimi; Namco si dedica alla produzione del software in varie versioni, per la quasi totalità delle console e dei computer, realizzando dal 1980 al 1987 più di 300 mila macchine, vendendo nel contempo un numero imprecisato di milioni di pupazzi e gadget vari.

Con il successo del videogioco anche la sua storia software si è evoluta. Le prime versioni infatti peccavano di prevedibilità: i fantasmini, acerrimi nemici di Pac-Man, seguivano uno schema fisso di movimenti, tanto che per il giocatore risultava eccessivamente facile risolvere la partita. Con le versioni successive allora i programmatori hanno inserito degli schemi aleatori per i movimenti dei quattro fantasmi, creando inoltre una personalità per ognuno di loro.

La misura del successo di Pac-Man si nota anche in campo televisivo, dove gli storici produttori statunitensi Hanna & Barbera danno vita a una serie di cartoni animati con Pac-Man come protagonista.

La diffusione del gioco nelle case private parte nel marzo del 1982 quando Atari inizia la conversione di Pac-Man per la sua console, ma l’operazione si rivela un insuccesso per Atari, che investe molti soldi per i diritti senza riuscire a recuperarli. Le cause sono molteplici, la principale è il notevole abbassamento della qualità del gioco causato dall’adattamento del software. Ciò non ferma la popolarità di Pac-Man che verrà riproposto per ogni tipo di console o dispositivo anche nei decenni successivi. Sono centinaia i giochi che hanno riproposto Pac-Man come protagonista o come semplice comparsa al loro interno, così come i cloni realizzati soltanto per sfruttare i vantaggi commerciali derivati dall’immagine del già famoso Pac-Man.

Conosciuto in Giappone come Puckman, termine che significa “chiudere e aprire la bocca”, il nome è stato cambiato in Pac-Man per la commercializzazione negli USA. In Brasile il gioco viene chiamato dai ragazzi Come-Come, che significa “mangia-mangia”. In Spagna si chiama Comecocos, “mangia fantasmi”.

Tratto da: biografieonline.it