Come premessa va detto che la produzione di zucchero da barbabietola per l’Italia ha anche una valenza storica.

Tra molte difficoltà l’industria saccarifera italiana ebbe inizio nel 1811, ma a differenza di altri paesi europei, la diffusione della barbabietola da zucchero risultò più lenta.
Fu l’industriale Emilio Maraini, nato a Lugano figlio di emigrati italiani, a saper incentivare sia la coltivazione della pianta che l’estrazione dello zucchero in Italia, dopo aver acquisito esperienza professionale in diversi zuccherifici in Olanda e in Boemia, e a mettere in funzione a Rieti il primo stabilimento italiano che entrò in effettiva produzione nel 1887.

È l’agronomo italiano Ottavio Munerati, invece, ad occuparsi di adeguare la tecnologia sia all’interno degli zuccherifici, che cominciarono a sorgere in molte regioni italiane, sia nelle coltivazioni. Fin dai primi anni del Novecento egli s’interessò della barbabietola, con diverse pubblicazioni diede notevoli contributi alla genetica e alla botanica, specie in rapporto alla tecnica di selezione della barbabietola da zucchero. Fu istituita la Regia Stazione Sperimentale di Bieticoltura a Rovigo (1912-1948) di cui egli divenne direttore.
C’era da recuperare un ritardo di almeno 50 anni rispetto ai paesi dell’Europa centrale, e poichè le barbabietole una volta raccolte, necessitano di essere lavorate entro 2 giorni per impedire che si alterino o diminuisca il tenore zuccherino, Ottavio Munerati ritenne di vitale importanza organizzare i rapporti tra bieticoltori ed industriali. Nacquero così le prime organizzazioni di categoria.

Gli zuccherifici si moltiplicarono specialmente nella valle padana tra Emilia Romagna e Veneto, in particolar modo a Ferrara e a Rovigo, dove si estesero le foraggere e nuove coltivazioni nelle aree bonificate durante il governo fascista, che espande la coltivazione della barbabietola e l’apertura di nuovi zuccherifici anche nell’Italia centrale e meridionale.
Nel periodo di regime autarchico la produzione di zucchero si rafforzò ulteriormente e una fase di forti concentrazioni societarie porta in primo piano Eridania-Zuccherifici Nazionali, cui fanno capo anche le Distillerie Nazionali (1930).

ERIDANIA

La storia di Eridania ha inizio a Genova nel 1899, anno in cui viene fondata la società che apre il suo primo zuccherificio a Codigoro (Ferrara), a cui ne faranno seguito altri. All’inizio degli anni 40 Eridania è in grado di produrre il 60% del fabbisogno nazionale.

Nel 1936 viene costituita la SADAM (Società Anonima Distilleria Agricola Marchigiana) ad opera del Gruppo Maccaferri. La sua missione è quella di produrre alcool da barbabietole a uso autotrazione.
In questo periodo i produttori subiscono un pesantissimo carico fiscale, tanto che l’accisa sullo zucchero (imposta sulla fabbricazione e vendita) è la seconda voce attiva del bilancio statale.

Nel 1957 in Italia si contano 82 zuccherifici facenti capo a 32 società saccarifere, ma già nel 1955 una crisi di sovrapproduzione generò conflittualità nella politica dei prezzi e una conseguente notevole riduzione della superficie a coltivazione bieticola.
Progressivamente il numero degli zuccherifici si ridusse ancora fino ai 25 del 1992/93. Con varie fusioni, acquisizioni, riorganizzazioni societarie, a livello nazionale si perse di vista l’aspetto della ricerca e dell’innovazione, sia nella produzione agricola che del processo di lavorazione industriale.

Con l’Unione Europea si avviò un lungo processo di ristrutturazione e concentrazione in vista di un Mercato Comune, che coinvolgerà anche l’industria saccarifera. Ogni nazione vedrà diminuire il numero dei propri zuccherifici, anche in forza delle forti compensazioni economiche derivanti dalla dismissione. Ciò accadde anche in Italia, dove per una serie di motivi gli zuccherifici risultavano avere forti costi di produzione, negli anni 70 il loro numero calò drasticamente.
La storia dell’industria dello zucchero è fortemente legata fino ai giorni nostri alle vicende dei maggiori gruppi finanziari del paese.