Attenzione: contenuto potenzialmente sensibile, non adatto ai minori d’età.


 

Wilhelm Reich psicoanalista austriaco naturalizzato statunitense, allievo di Sigmund Freud, condusse delle ricerche sul ruolo sociale della sessualità, per i suoi studi sul rapporto fra autoritarismo e repressione sessuale.

Reich espresse una sua teoria circa l’esistenza di un’energia vitale basilare di cui l’intera natura sarebbe pervasa, da lui definita energia orgonica (o energia dell’orgone) di colore blu che permea tutto lo spazio, simile ma non identica all’aura, al prana, al Ki, al pneuma, all’Elan vital (Slancio vitale), alla Kundalini (l’energia divina delle tradizioni tantriche), all’energia citata nelle dottrine metafisico-esoteriche e nelle correnti New Age (Nuova era).

Un’energia che nell’uomo si manifesta sotto forma di pulsione sessuale e di libido, termine con cui Jung definì l’energia psichica del desiderio, forza motrice degli istinti vitali che necessita di fluire in modo naturale; quando invece è repressa danneggia le funzioni biologiche dell’organismo ed è causa di tensioni psicofisiche che potrebbero evolvere in malattie e disturbi nevrotici.

Secondo Jacques Lacan, psichiatra e filosofo francese, «il desiderio si produce al di là della richiesta», e nasce dalla differenza fra il bisogno (che tende verso un preciso oggetto) e la richiesta (che si rivolge ad altre persone delle quali sollecita l’amore). «Vi è un punto problematico nel quale il soggetto risponde ad un appello dell’essere e del volere sotto una forma opaca, dopo che egli non ha potuto dire quello che spera nè quello che vuole: è il desiderio».

La teoria della libido

All’idea vittoriana del bambino innocente si contrappose l’idea che sentimenti e comportamenti sessuali fossero presenti e normali già nell’infanzia. Una teoria che suscitò indignazione, poichè all’idea convenzionale di una sessualità che appare in un determinato periodo della vita umana, ossia la pubertà, Freud assunse il concetto di un istinto sessuale originario presente fin dai primi anni di vita, e destinato a passare attraverso una serie di stadi intermedi prima di servire alla riproduzione.

Per Freud la pulsione sessuale è una spinta biologica che impone un lavoro psichico, attraverso cui il bambino fin dalla primissima infanzia costruisce delle relazioni con il proprio corpo. L’energia pulsionale (libido), a seconda del periodo evolutivo del bambino, investe parti del corpo diverse; ciò determina manifestazioni comportamentali caratteristiche, che Freud descrive in tre fasi del percorso evolutivo:

  • la fase orale, relativa al primo anno e mezzo di vita, in cui la zona erogena dominante è la bocca.
    L’alimentazione, succhiare il latte, è un bisogno fisiologico necessario per la sopravvivenza, psicologico poichè infonde sicurezza e fiducia, ma diviene anche un piacere di per sé che gli permette di esplorare e conoscere ciò che gli sta intorno. Non a caso il bambino in questa fase tende a portare tutto alla bocca;

  • la fase anale, relativa al secondo anno e mezzo di vita, in cui la zona erogena dominante diviene la parte terminale del canale alimentare, cioè l’ano. All’evacuazione come funzione fisiologica, si abbina il piacere/dispiacere di trattenere o rilasciare.
    In questo delicato periodo (la cui gradualità va rispettata) il bambino sviluppa il controllo degli sfinteri, acquisendo una maggiore padronanza del suo corpo e una maggiore autonomia;

  • la fase fallica, verso la fine del terzo anno di vita la zona erogena dominante sono i genitali. In questo periodo dello sviluppo il bambino scopre le differenze sessuali, ne diventa consapevole e comincia a porre delle domande. Il pene, essendo visibile, costituisce l’oggetto principale di interesse per i bambini di tutti e due i sessi; nella bambina la zona erogena è il clitoride, il quale embriologicamente costituisce l’organo femminile analogo al pene.

Con la pubertà si avvia la fase genitale che attraverso l’adolescenza giunge all’età adulta: avvengono cambiamenti fisici e si attivano le ghiandole sessuali (testicoli e ovaie) che si manifestano rispettivamente nell’uomo con la produzione di sperma e nella donna con la prima mestruazione (menarca), consentendo così all’essere umano di riprodursi.

La libido ha un’importanza fondamentale nei comportamenti umani, che essa in gran parte condiziona. Poichè non è collegata esclusivamente agli organi genitali, può orientarsi verso oggetti o persone (libido di oggetto), oppure alimentare le attività intellettuali (libido sublimata). Inoltre può rivolgersi verso il proprio corpo (libido narcisistica).

La sessualità è una potente forma di espressione e comunicazione. Un naturale sviluppo psicosessuale preservato da inutili tabù e nocive inibizioni, è determinante per uno sviluppo armonico della personalità.

Nel suo libro “La funzione dell’orgasmo” pubblicato nel 1927, Reich tratta della funzione liberatoria di questa energia attraverso l’orgasmo: la pratica dell’amplesso porta l’organismo sia maschile che femminile alla massima tensione possibile fino al raggiungimento dell’acme sessuale, con l’orgasmo questa energia si libera, segue quindi una fase di distensione, di rilassamento fisico contemporaneamente a una forma di “liberazione mentale” mediante il rilascio a livello cerebrale di endorfine.
Ma l’energia orgastica non si libererebbe attraverso l’atto sessuale privo di amore (compartecipazione psichica durante l’atto fisico), ma piuttosto nei soggetti che riescono a “liberarsi” e ad “abbandonarsi”, riuscendo ad integrare corpo e mente in un coinvolgimento totale dell’organismo, favorendo lo scioglimento dei blocchi psichici fonte delle nevrosi.
Da qui si fonda, a torto o a ragione, l’importanza che Reich dava all’orgasmo, e di conseguenza alla “liberazione dei costumi sessuali” al fine di rendere l’essere umano più libero e consapevole della propria sessualità.

Secondo Reich una sessualità repressa dalle imposizioni culturali ed educative fin dall’infanzia, porta ad attivare nell’individuo un meccanismo di adattamento all’ambiente che lo induce a “corazzarsi”, a creare cioè uno scudo sia fisico che mentale dietro il quale la personalità si nasconde, una maschera per proteggersi, che a lungo andare tende a “fossilizzarsi” e a non evolvere seguendo lo sviluppo dell’individuo durante il corso della propria vita. Una specie di zavorra che limita la libertà e la felicità dell’individuo, che spesso è causa di nevrosi e, sebbene non necessariamente di ostacolo alle funzioni genitali, porterebbe progressivamente all’impotenza sessuale e quindi all’incapacità di liberare completamente l’energia accumulata e di raggiungere una distensione completa, pur mantenendo la capacità di ottenere l’orgasmo fisico.

Reich respinge con vigore la teoria dell’istinto di morte che Freud affermò essere radicato negli umani, il dualismo tra Eros e Thanatos (amore e morte) al quale Freud riconduceva i fenomeni del sadismo e del masochismo. L’autodistruzione secondo Reich è una pulsione secondaria derivata dalle funzioni naturali distorte, l’unico istinto primario è “vitale”, la libido si predispone con bontà e amore se si sviluppa senza repressione.

Nella sua filosofia della società che prendeva le mosse dal pensiero marxista, Wilhelm Reich concepì la repressione sessuale come funzionale alla strategia di potere della classe dominante e pose l’accento sulle strette connessioni esistenti tra società autoritaria e repressiva e disturbi nevrotici. Reich affermava:

“fondamentalmente la vita è semplice, la complica solo la struttura umana quando è caratterizzata dalla paura di vivere”

invertendo così i termini freudiani, che afferivano alla paura della morte.