Fu un monaco italiano che nel 547 fondò l’ordine dei Benedettini edificando un monastero sopra i resti di templi pagani su Montecassino, un’altura che si trova nel Lazio.
Egli diede nuova e autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso vaga e imprecisa, precettistica monastica precedente. Pose come cardini della vita comunitaria:
– il concetto di stabilitas loci, cioè l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il vagabondaggio allora piuttosto diffuso tra i monaci, e
– la conversatio, ossia la buona condotta morale, la pietà reciproca e l’obbedienza all’abate, il “padre amoroso” (il nome deriva proprio dal siriaco abba, “padre”) mai chiamato superiore e cardine di una famiglia ben ordinata che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata secondo il motto ora et labora (“prega e lavora”).
Benedetto nato a Norcia, morì a Montecassino il 21 marzo 547 dopo 6 giorni di febbre fortissima. Secondo la leggenda devozionale spirò in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione, e con le braccia sollevate in preghiera mentre li benediceva e li incoraggiava.
In questo giorno le diverse comunità benedettine ricordano la ricorrenza della sua morte, mentre la Chiesa cattolica ne celebra ufficialmente la festa l’11 luglio, giorno in cui nel 1964 Papa Paolo VI con il breve Pacis nuntius ha proclamato san Benedetto da Norcia patrono d’Europa. La Chiesa ortodossa celebra la sua ricorrenza il 14 marzo.
“Egli spirò il 21 di marzo, quando la prima rondine tornava al suo nido a Montecassino, nido dell’ordine benedettino”
di P. Bargellini, I Santi del giorno, Vallecchi, 1959
Da ciò ebbe origine il proverbio, ma per spiegare invece lo scarto di giorni all’arrivo delle rondini è necessario andare indietro al 1582 quando papa Gregorio XIII riformò il calendario civile per farlo meglio aderire all’anno solare.