Una catena di Sant’Antonio è un sistema per propagare un messaggio inducendo il destinatario a produrne molteplici copie da spedire, a propria volta, a nuovi destinatari. È considerato un tipo di meme (un’informazione virale).

Origine

Il termine nasce dall’usanza che vi era un tempo di inviare per posta lettere ad amici e conoscenti, allo scopo di ottenere un aiuto ultraterreno in cambio di preghiere.
Sant’Antonio è uno dei santi il cui culto e devozione sono diffusissimi in Italia e negli anni 50 del secolo scorso erano diffuse lettere che iniziavano con “Recita tre Ave Maria a Sant’Antonio” e proseguivano descrivendo le fortune capitate a chi l’aveva ricopiata e distribuita a parenti e amici, e le disgrazie che avevano colpito chi invece ne aveva interrotto la diffusione.
Ancor più antica è la versione che circolava durante la prima guerra mondiale sotto forma di preghiera per la pace, che fu interpretata da ministri e funzionari di pubblica sicurezza come propaganda nemica da sopprimere.

In seguito, negli anni settanta ed ottanta tra i ragazzi si diffuse un tipo di catena di Sant’Antonio, che consisteva nello spedire una lettera ad un amico sulla quale erano riportati alcuni indirizzi di altre persone. L’amico, una volta ricevuta la lettera, avrebbe dovuto inviare una cartolina della sua città al primo degli indirizzi riportati ed una lettera identica a quella ricevuta ad un certo numero di persone di sua conoscenza, sulla quale avrebbe dovuto riscrivere l’elenco omettendo il primo indirizzo ed inserendo il proprio in fondo all’elenco. Ciò avrebbe dovuto consentire, dopo vari passaggi, di ricevere un gran numero di cartoline, in realtà era difficile che la catena in qualche modo non si rompesse.

Nei primi anni ottanta, inoltre, alcune ditte offrirono lavori di rappresentanza promettendo facili guadagni, che in realtà, salvo possedere un’abilità veramente grande, erano destinati a finire ben presto in una bolla di sapone, proprio perché basati sul principio della catena di Sant’Antonio, molto difficile da applicare a lungo.

Un altro mezzo di diffusione delle catene fu lo scrivere i messaggi sulle banconote (in particolare, in Italia, i biglietti da 1000 lire) un modo meno dispendioso e con un maggior numero di intermediari.
Altri strumenti molto utilizzati prima dell’avvento di Internet sono state:
le fotocopie, che eliminavano la trascrizione manuale, in seguito
i fax che aumentarono la rapidità di diffusione della catena e infine
gli SMS dei telefoni cellulari.

Ai tempi di Internet

Con la diffusione dell’e-mail (posta elettronica) le catene di Sant’Antonio hanno avuto una vera e propria esplosione, permettendo di inoltrare un identico messaggio a tutti i propri conoscenti in pochi secondi, con una singola operazione.
Quella delle catene di sant’Antonio è fin dagli albori di Internet una pratica espressamente vietata dalla netiquette (una sorta di galateo che fornisce un vademecum di buon comportamento).

Tipologie di catene

  • La classica “lettera portafortuna”, spesso corredata da un breve testo educativo e moraleggiante;
  • la richiesta di aiuto per bambini malati, cuccioli da salvare, notizie sconvolgenti da diffondere. Storie che manipolano le emozioni e spesso sono solo bufale. Meglio verificare, gli enti preposti non si rivolgono mai in modo così generico e senza garanzia;
  • la promessa di un facile e rapido arricchimento. I cosidetti “sistemi piramidali” in cui chi riceve la lettera deve spedire del denaro a chi è all’inizio della catena (o al vertice della piramide). Chi spedisce le lettere spera di diventare presto “vertice” e di arricchirsi velocemente e senza fatica.
  • la minaccia di sfortuna o di morte se s’interrompe la catena. Uso della superstizione o anche di violenza fisica.

In Internet la catena di Sant’Antonio viene considerata  come spam, ossia un messaggio indesiderato.
È bene diffidare di e-mail con indirizzi sconosciuti strani (di solito vengono classificate in automatico come spam e possono contenere virus). Nel caso si voglia inoltrare ad altri la mail ricevuta è bene eliminare gli indirizzi di tutti destinatari precedenti nel caso appaiano in chiaro. Evitare di cliccare su pubblicità con messaggi ambigui, insistenti, che invitano a cliccare su link o altri siti, spesso nascondono pubblicità a carattere pornografico o illegale.