Saturday Post, ottobre 1962
«…Il presidente dell’ENI Enrico Mattei ha inaugurato i lavori per una nuova raffineria a Gela, in Sicilia. Mattei è un rivoluzionario dell’economia internazionale e contro di lui si stanno coalizzando grossi interessi. É l’uomo che lotta contro i monopoli, che ha fatto abbassare nel mondo il prezzo della benzina. Le perdite subite per causa sua dalle “Sette sorelle” (le sette grandi Società petrolifere internazionali) sono di milioni di dollari…»
Ad alto livello
Il capo dei capi che stava a Palermo arrivò a New York in tempo per la riunione coi boss di Cosa Nostra.
…Quando furono seduti al grande tavolo ovale Brasi assunse la presidenza. – Mi dispiace di averti fatto venire fin qui…La questione è importante per tutti.
Il petroliere italiano ha fatto sapere alle Società che non accetta i prezzi concordati per il monopolio, e i pezzi da novanta della politica e dell’economia temono che l’equilibrio internazionale sarà scosso. Hanno tentato varie vie ma senza ottenere risultati, ora si rivolgono a noi.
…Si strinsero la mano. – Me ne vado, Brasi, ti saluto. – gli disse il don. – Di quello che faremo non resterà traccia, morto il petroliere nessuno in Italia muoverà più un dito per lui.
S’abbracciarono e si baciarono, Il don ripartì con un volo dell’Alitalia e arrivò a Palermo il giorno di poi. Nella sua casa silenziosa fece alcune telefonate, la “famiglia” siciliana si mosse.
Financial Times, 25 ottobre
«…Gli occhi del mondo sono sul viaggio che il presidente del’ENI sta per compiere a fine mese. Se dovesse firmare l’accordo per il petrolio del Sahara la Francia riceverebbe un duro colpo e le Società anglo-americane del petrolio avrebbero perdite ancora più gravi…»
27 ottobre 1962:
Morte di un big dell’industria
L’aviogetto Morane-Saulnier «I. Snap»
dell’ingegner Mattei si è incendiato e disintegrato.
Era partito dalla Sicilia alle ore 16,57
non ci sono superstiti.
Ricostruzione di un delitto
L’incarico.
Il regista Franco Rosi chiese a Mauro De Mauro di ricostruire gli ultimi giorni di vita di Enrico Mattei. Ne voleva fare un film.
De Mauro era un giornalista de “L’Ora” di palermo. Quando Rosi lo chiamò faceva un servizio sul traffico dell’eroina…Era stata scoperta la “via delle arance”…una sordida storia.
Dopo quel servizio De Mauro si dedicò al lavoro per Rosi.
Partì dall’inchiesta ufficiale.
Le autorità avevano stabilito che il 27 ottobre mentre tornava dalla Sicilia l’aereo «I. Snap» si era fracassato al suolo in località Bescapè in mezzo a un bosco di pioppi e che si era disintegrato in seguito all’urto. Era stata una disgrazia, il caso era stato archiviato.
De Mauro accertò che questo non rispondeva a verità.
[..]
De Mauro tirò le conclusioni, capì d’avere dinamite nelle mani. Si mise a cercare le prove dell’assassinio.
Le ebbe il 4 settembre 1970. Erano passati otto anni dall'”incidente”. Trovò una registrazione. Il senatore Graziano Verzotto gli dette la somma e De Mauro acquistò il nastro. Si chiuse nella sua camera, cominciò a scrivere gli articoli. «So una cosa tanto grossa da far tremare l’Italia» disse.
Due giorni dopo sparì…
Enrico Mattei, Presidente dell’Ente Nazionale Idrocarburi, uno dei maggiori protagonisti della politica economica italiana degli anni Cinquanta. La sua morte sembra esser stata provocata da una congiura internazionale, in cui la mafia avrebbe avuto parte.
Fonte: contenuti del libro “Pezzo da Novanta”
Enrico Mattei nasce il 29 aprile 1906 ad Acqualagna (Pesaro). La famiglia è modesta, il padre brigadiere dei carabinieri.
Finite le scuole elementari, Enrico frequenta la scuola tecnica inferiore. Il padre lo fa assumere nella fabbrica di letti di Scuriatti come verniciatore di letti di metallo, nel 1923 entra come garzone alla Conceria Fiore. La carriera di Mattei nell’Azienda è rapida: prima operaio, poi, a soli vent’anni, direttore del laboratorio e infine collaboratore principale del padrone della Conceria.
Nel 1929 cominciano a sentirsi gli effetti della crisi economica generale e anche la Conceria Fiore chiude, Mattei è seriamente colpito da questo avvenimento, che tenta in ogni modo di evitare. Tutto quello che aveva costruito in anni di lavoro sembra completamente cancellato. Il suo prestigio nel paese ne avrebbe sofferto in modo insanabile. Non resta che cambiare ambiente, cercando fortuna altrove. Giovanni Fiore gli dà delle lettere di ringraziamento e di presentazione per uomini d’affari che conosceva, ed una liquidazione che Enrico definirà più tardi come “superiore a quella stabilita dalla legge“.
Si trasferisce a Milano dove continua la sua attività industriale; nel 1934 fonda l’industria Chimica Lombarda. Lo sviluppo dell’impresa assume un ritmo veloce, cresce rapidamente anche il fabbisogno di materie prime. Mattei tenta di trovare una propria fonte attraverso l’integrazione verticale dell’impresa. Condotta un’analisi attenta delle possibilità offerte dalla pesca nel Mar Rosso, prepara un progetto per la creazione di una flottiglia da pesca e di uno stabilimento per il primo trattamento del pescato. Presenta il progetto al ministero delle Corporazioni e chiede una concessione per la pesca industriale in Eritrea, sperando di ottenere dalla pesca di squali e delfini i grassi che gli servono.
Il fratello Umberto si reca nel Mar Rosso in maggio. Ma la conservazione del pesce e la sua lavorazione in loco, si mostrano difficili, e dopo un primo atteggiamento positivo del Ministero, il progetto viene insabbiato, forse anche per l’opposizione degli altri operatori italiani del settore.
In quegli anni, ha scritto Boldrini, “vivemmo assieme, quasi isolati, mentre maturavano le sventure della patria…Quando giunse il momento, per non servire ai tedeschi, Mattei chiuse la sua fabbrica, sottrasse gli operai alle razzie, continuando a corrispondere loro i salari e li ebbe collaboratori clandestini nella difesa degli impianti tecnici e delle merci immagazzinate, con cui avrebbero ripreso insieme il lavoro alla fine della guerra“.
Mattei si diploma ragioniere e si iscrive all’Università Cattolica. Nel maggio 1943 incontra Giuseppe Spataro attraverso il quale entra in contatto con i circoli antifascisti milanesi. Viene creato, nel 1944, un Comando militare Alta Italia del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) di cui Enrico Mattei fa parte per la Dc.
Nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia, Enrico Mattei venne incaricato di liquidare le attività dell’Agip ma Mattei sceglie di disattendere questa indicazione; nel 1953 fonda l’Eni.
Con la stessa intraprendenza e tenacia che lo aveva caratterizzato tutta la vita, Mattei riesce ad affermare il ruolo strategico dell’energia nello sviluppo economico italiano e a ispirare fiducia nel possibile miracolo dell’indipendenza energetica.
E’ abile nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale e questo diverrà uno dei punti di forza che la società, oltre gli interessi specifici, saprà offrire all’azione diplomatica dell’Italia. E’ tra i primi a coltivare lo spirito di frontiera e il rispetto delle culture diverse.
Nel film “Il caso Mattei” il protagonista dice a un giornalista:
“Il petrolio fa cadere i governi, fa scoppiare le rivoluzioni, i colpi di stato, condiziona l’equilibrio nel mondo…se l’Italia ha perso l’autobus del petrolio è perché gli industriali italiani, questi grandi industriali, non se ne sono mai occupati…non volevano disturbare la digestione dei potenti… Il destino di milioni e milioni di uomini nel mondo in questo momento dipende da 4 o 5 miliardari americani… La mia ambizione è battermi contro questo monopolio assurdo. E se non ci riuscirò io, ci riusciranno quei popoli che il petrolio ce l’hanno sotto i piedi”.
Il 27 ottobre 1962 il “Morane Saulnier 760” di Mattei proveniente da Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè (Pavia). Ad oggi sono ancora discordi le opinioni sulla natura dell’incidente mortale occorso a Mattei, da varie ipotesi confermate da testimonianze di mafiosi pentiti negli anni ’90, sembrerebbe che fosse stata piazzata una bomba sull’aereo e che si fosse trattato quindi di un sabotaggio. Totale incertezza si ha sui possibili mandanti, si va da ipotesi che vanno dalla CIA, alle “Sette Sorelle” (le sette grandi multinazionali del petrolio nate per lo più alla fine dell’Ottocento ad opera di alcuni famosi petrolieri), a interessi politici italiani rivali di Mattei.
Fonte: biografieonline.it
Riflessioni: ho sentito molto spesso i miei genitori parlare di Enrico Mattei e lo facevano scrollando il capo e con tono di voce che mi fece comprendere che l’italia aveva perso qualcuno e qualcosa di grande…
Le mafie ⇒