Peanuts
di Martina Galea
“Peanuts” (letteralmente “Noccioline” o anche “Personcine”) è una striscia creata nel 1950 dall’americano Charles M. Schulz, e pubblicata da oltre 2600 giornali in 75 paesi diversi. Schulz continuò a disegnare ininterrottamente le sue celebri strisce fino a quando la salute glielo permise: nel 1999, infatti, annunciò che non avrebbe più disegnato le avventure dei suoi bambini. Il 13 febbraio 2000, il giorno dopo la morte di Schulz, venne pubblicata la sua ultima, inedita striscia.
L’ultimo saluto di Schulz
Chi sono i Peanuts?
I Peanuts sono un cane, un uccellino e un gruppo di bambini, che si interrogano sul mondo, sulla piccole faccende quotidiane, sull’amore e l’amicizia. Charlie Brown e il suo cane Snoopy (con l’amico uccellino Woodstock) sono il vertice di questo mondo, e intorno a loro prendono voce i pensieri del filosofico Linus, della nevrotica Lucy, dell’ingenua Sally, del maschiaccio Piperita Patty, della sua compagna di riflessioni Marcie, del musicista Schroeder e di tanti altri, tutti bambini distinti l’uno dall’altro, con precise caratteristiche e nevrosi, specchio del mondo adulto.
Snoopy negli anni ’50, Charlie Brown negli anni ’60,
Sally negli anni ’80, Lucy negli anni ’90
Qual è il loro mondo?
Il mondo dei Peanuts è un mondo senza adulti, dove i protagonisti assoluti sono i bambini, e dove i loro genitori e insegnanti non compaiono mai. Tuttavia, i dubbi che queste personcine affrontano sono come quelli dei grandi: è l’ingenuità, la freschezza, la spontaneità delle loro riflessioni che rende i Peanuts così poetici, così ricchi e densi di significati. Charlie Brown è depresso e sfiduciato, Lucy rasenta la nevrosi, Linus è un genio precoce, come Schroeder, perso nella sua musica: ognuno è un piccolo specchio del mondo “dei grandi”, rappresentato con purezza e candore, ma non certo con superficialità.
Snoopy e Woodstock
Buon compleanno Charlie Brown
Charlie Brown compie 60 anni. Il 2 ottobre 1950 le strisce di Charles M. Schulz vengono pubblicate per la prima volta negli USA.
I PEANUTS hanno avuto molto successo nelle varie generazioni per la loro lettura immediata e “divertente”. Un poster di Charlie Brown figura con la stessa dignità sopra la scrivania dell’intellettuale, accanto ai manifesti del Bauhaus, e nella cameretta del teenager, di fianco al poster di Vasco o degli eroi del wrestling.
Dentro quelle strisce si poteva leggere la malinconia giovanile, la parodia della psicanalisi, l’incombenza soporifera della televisione, la caduta dell’autorità degli adulti, c’era l’inutilità del benessere, c’era l’incomprensibilità della scuola. Il mondo piccolo dei Peanuts riassumeva tutti o quasi i tratti di uno spaesamento adolescenziale che in quegli anni, i Sessanta e i Settanta, spesso assumeva le forme della ribellione, dell’asprezza politica.
Ma in Schulz, che non fu mai un autore “politico”, quella stessa irrequietezza rimaneva implosa, gentile e riflessiva, ironica e pudica.
Questi ragazzini pensano e parlano già come adolescenti, ma vengono disegnati come bambini. Del bambino hanno la piccolezza, l’impaccio, la fragilità, l’immensa libertà di fantasticare e giocare e inventare. Ma l’introspezione, la “serietà”, e anche le sconfitte, sono già materiale semi-adulto.
A qualunque età si abbia letto o si legga i Peanuts, si coglie la malinconia: non fanno “ridere”, fanno sorridere, pensare, intenerire.
Molte generazioni hanno potuto gustare quelle vignette con poco colore, molto sobrie che hanno regalato e si spera regalino ancora questi momenti rilassanti di libertà del cortile, del gioco, dell’infanzia, del non sapere ancora chi si è, chi si diventerà, è libertà di diventare.
Peanuts
I Peanuts sono la striscia a fumetti più famosa del mondo, pubblicata quotidianamente tra il 1950 e il 2000, quando morì a 77 anni il suo autore Charles Schulz. Ancora oggi le repliche delle strisce sono distribuite e pubblicate ogni giorno sui quotidiani di decine di paesi del mondo: in Italia, da il POST. La popolarità e l’influenza della striscia – e dei suoi personaggi più famosi, soprattutto Charlie Brown, Snoopy, Linus – si è estesa nel tempo a tutti i media e alla vita quotidiana di mezzo mondo, attraverso i loro caratteri, le loro battute, il radicamento delle loro consuetudini, e una quantità straordinaria di efficacissimi aforismi e citazioni. Le frustrazioni, insicurezze, illusioni, ansie, dei personaggi bambini hanno sempre rispecchiato quelle dei lettori adulti aggiungendovi tenerezze infantili che hanno sempre appassionato i lettori bambini: costruendo nel tempo un successo presso generazioni diversissime. Il nome Peanuts venne scelto dal distributore della striscia citando quello di un pubblico di bambini in uno show televisivo dell’epoca, e si è sempre detto che a Schulz non piacesse. Ma come dice Lucy Van Pelt, «più si invecchia, meno si è sicuri rispetto a un sacco di cose».
Fonte: ilpost.it
ODE AL COCOMERO, DIVINITÀ DEI PEANUTS E DI GIUSEPPE VERDI
Il cocomero nella civiltà mediterranea è una cosa seria, molto seria. Seria e potente, tanto che è riuscito a fornire globuli rossi ad una supponente zucca anglosassone, giallognola, impettita e sussiegosa, trasformandola in una divinità solare, squillante di gusto e potenza.
Aneddoti e curiosità raccontati da Egeria Di Nallo
Ci stiamo riferendo ai Peanuts, un cartoon che dal 1950 al 2000 ha intrattenuto il mondo intero con storie di quotidiana riflessione, vissute da un gruppetto di bambini molto più consapevoli degli adulti. Nei Peanuts, Linus ogni anno aspettava che la Great Pumpkin portasse, per Halloween, un regalo ai bambini. Ma fra la Great Pumpkin e il Grande Cocomero non c’è confronto, non c’è storia. Quando Linus dei Peanuts si è trovato a incontrarsi nelle pagine italiane non più con una grassa zitella rancorosa, ma con un Dio dell’Olimpo, gli si è cambiata la prospettiva e ha capito che credere al Grande Cocomero non era come credere alla Great Pumpkin. Il grande Cocomero, moderno Giove, giustificava la sua fede incrollabile.
Quando, ad opera di Oreste del Buono, che aveva introdotto e tradotto in Italia la striscia, la Grande Zucca si trasformò in Grande Cocomero, ovviamente le aspettative del Linus italiano furono molto più giustificate di quelle dei Linus degli altri paesi.
Il Cocomero fu ispiratore non solo per Linus ma anche per Giuseppe Verdi che trovava nei suoi colori patriottici un conforto, anche palatale, mentre componeva arie come “Va pensiero” o “Signor che dal tetto natio”.
Altra notizia fondamentale: il luogo in cui il cocomero si trova meglio è il pozzo. È lì che viene adagiato con garbo da mani sapienti. È lì che si rinfresca, e si diverte a sfuggire al secchio che lo vuol ripescare perchè allieti la tavola. E per ultimo: il cocomero va consumato a grosse fette in modo che si mangi, si beva e ci si lavi la faccia.
The Great Pumpkin è un personaggio invisibile che non si vede mai, ma che per Linus esiste davvero. La notte di Halloween sorge dall’orto di cocomeri ‘più sincero’, e porta i giocattoli a tutti i bambini che sono stati buoni.
Ogni anno Linus scrive al Grande Cocomero, ed è così fermamente convito della sua esistenza che cerca di convincere anche i suoi amici.
Egli crede che prima o poi arriverà. Sarà davvero così? Forse ciò che più importa è crederci 😉